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Altroconsumo – Vini bianchi stranieri sotto la lente

Chianti, Barolo, Dolcetto… con il grande patrimonio vinicolo italiano a nostra disposizione, siamo spesso portati a preferire i prodotti nostrani.

 

 

A volte, però, può essere interessante lasciarsi incuriosire da profumi e sapori esotici e i vini stranieri, in effetti, sono sempre più diffusi sugli scaffali dei supermercati. In generale, come emerge dalle nostre prove sui bianchi, possono vantare una buona qualità.

Bottiglie esotiche in laboratorio

Abbiamo portato in laboratorio, per le analisi e l’assaggio dei nostri esperti, 13 vini bianchi, i più venduti nella grande distribuzione e con diverse provenienze.

4 vini argentini: Navarno Correas, Masi, Trivento, Makia

4 cileni: Tarapacà , Concha y Toro (Sauvignon), Concha y Toro (Chardonnay), El Emperador

1 neozelandese Mount Nelson

1 sudafricano: Cape sping

2 australiani: Yellow Tail (Chardonnay), Yellow Tail (Semillon Sauvignon)

1 californiano: Western Cellars

Solfiti, acidità, gusto… prove superate

Dalle misurazioni svolte è emerso che si tratta di prodotti di buona qualità: ad esempio, il contenuto in solfiti è sempre piuttosto basso, anche l’acidità – sia totale che volatile – ha ottenuto sempre giudizi ottimi. Nel primo caso significa che si tratta di vini equilibrati, nel secondo che lo stato di conservazione è più che soddisfacente.

Anche la prova dell’assaggio è stata superata da tutti i prodotti: determinanti – nei giudizi positivi dei nostri esperti – sono stati l’intensità dei profumi, la ricchezza, la persistenza aromatica e il corpo.

Più è caro, più è buono? Non sempre

Le bottiglie più costose (tra i 10 e i 13,5 euro) sono anche le migliori della nostra selezione: si trovano infatti nei primi tre posti della classifica. Ma non sempre il prezzo è sinonimo di qualità: infatti il vino più economico (il Trivento argentino da 2.90 euro)

è poco più in basso di metà classifica e comunque tra i prodotti di fascia elevata.

 

( il piu’ caro della serie euro  13,50 )

COME TESTIAMO I PRODOTTI

 

Per valutare ogni vino nel suo complesso, abbiamo individuato una serie di parametri verificabili. La valutazione complessiva di questi criteri ci permette di dare un giudizio di qualità globale del vino in questione e di stilare una classifica qualitativa dei prodotti della nostra selezione.

Vediamo nel dettaglio i parametri utilizzati.

1) Analisi: giudizio globale dei risultati delle analisi di laboratorio, dato dalla valutazione di tutte le voci prese in considerazione.

2) Titolo alcolometrico: confronto tra il grado alcolico dichiarato in etichetta e quello verificato durante le analisi. La legge prevede un limite di tolleranza dello 0,5%. Nei casi in cui il valore supera il limite, viene evidenziato in grassetto. Questo non pregiudica comunque la qualità del vino.

3) Zuccheri riduttori: quantità di zuccheri presenti nel vino. La loro percentuale permette di classificare i vini in secco, abboccato, amabile, dolce.

4) Acidità volatile: rappresenta il quantitativo di acido acetico. È un indice qualitativo che segnala lo stato di conservazione e le eventuali alterazioni del prodotto.

5) Acidità totale: insieme di acidità volatile (soprattutto acido acetico) e acidi fissi (che non distillano quando il vino è portato a ebollizione). Vivacizza il colore, dà freschezza, permette una lunga conservazione.

6) SO2 totale: insieme di anidride solforosa libera (gas disciolto) e allo stato combinato (legata agli zuccheri e alle sostanze coloranti). È un additivo necessario nella produzione del vino, con funzione antisettica e antiossidante. La legge prevede una presenza massima di 150 mg/L per i vini rossi e di 200 mg/L per i bianchi. Ma trattandosi di un additivo alimentare che può dare reazioni allergiche nei soggetti a rischio, meno ce n’è meglio è.

7) SO2 libera/SO2 totale: rapporto tra anidride solforosa libera e totale, che dà indicazione sulla qualità della tecnologia utilizzata. Nei vini prodotti con una tecnologia di buon livello questo rapporto è in genere superiore a 0,3.

8) Degustazione: giudizio complessivo dato ai vini al momento dell’assaggio, utilizzando il metodo dell’ analisi sensoriale. Per le valutazioni riportate abbiamo cercato di raggiungere i livelli più alti, compatibili con le possibilità tecniche, nei tre parametri che sottintendono alla validità di un test:

affidabilità: indica quanto il test offre una risposta fedele alla realtà che intende misurare;

attendibilità: definisce le probabilità che si hanno di ottenere i medesimi valori ripetendo il test più volte;

esaustività: indica quanto il test descrive compiutamente la realtà che prende in esame.

L’obiettivo della degustazione è stato perseguito attraverso la scelta di giudici di particolare valore (diversi per sesso, età, formazione e provenienza); un controllo statistico dell’efficacia di ogni giudice valutata a ogni prestazione; un panel numericamente superiore a quanto richiesto dalle norma ISO 8586, dagli standard dell’Oiv (organizzazione internazionale del vino) e del Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste; un attento studio delle serie di vini; l’utilizzo di piani di assaggio ruotati per impedire ai giudici di comunicare e per evitare l’effetto alone; una scheda di assaggio capace di consentire la valutazione del prodotto da angolazioni diverse; l’utilizzo di metodologie statistiche in un ambiente di lavoro confortevole per i giudici e illuminato con prevalenza di luce diurna.

Data la sua importanza, il giudizio dato a questo parametro è limitativo: il giudizio dato alla qualità globale non può cioè superare quello dato alla degustazione.

9) Qualità globale: valutazione complessiva (espressa in centesimi) dei giudizi dati alle singole voci. Riassume in un unico valore la qualità generale del vino.

10) Tappo: breve descrizione del tappo dopo la stappatura. I tappi possono essere in sughero, sintetici, in vetro o a vite.

11) Prezzo: prezzo medio rilevato nei reparti vini della grande distribuzione.

12) Consumo: stima del periodo ottimale in cui un vino può essere consumato, sempre se conservato correttamente.

Diciamolo subito: la differenza non la fa la qualità del tappo. Nonostante l’idea diffusa che un tappo sintetico non sia tradizionale e quindi di qualità, dal punto di vista strettamente qualitativo non ci sono sostanziali differenze.

Tappi

Per scegliere la chiusura più idonea bisogna considerare solo il tipo di vino:

i vini da invecchiamento vengono imbottigliati con tappi in sughero (capaci di interagire con la maturazione del prodotto);

per i vini di pronto consumo vengono invece scelti spesso i tappi sintetici (che assicurano un risultato più omogeneo).

Esistono poi altri due tipi di chiusura, sebbene meno frequenti: il tappo in vetro e il tappo a vite, entrambi consigliabili per vini giovani.

 

( Fonte Altroconsumo )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.