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Continua il viaggio del vino in Sud America : da Mendoza fino in Patagonia

State per partire per l’Argentina e volete abbinare al vostro viaggio alcune visite nelle migliori regioni vinicole della nazione?

 

 

Vi riporto alcuni suggerimenti tratti dal mio romanzo “Divino Andino – viaggi e assaggi all’ombra della Cordigliera” edito da Polaris, a cui vi rimando per ulteriori suggestioni sperando di rendere più “inebriante” la vostra esperienza di viaggio in Sud America.

 

Con ogni probabilità atterrerete a Buenos Aires, ma non è qui che troverete i vigneti più interessanti del paese che sono molto più a Ovest, vicino alla Cordigliera delle Ande.

Chi proviene dal Nord dell’Argentina è facilitato perché proprio da lì comincia una lunghissima strada, la Ruta Numero 40 che corre parallela alle Ande e si srotola per migliaia di chilometri verso Sud.

Con le opportune deviazioni da questa arteria principale potrete “surfare” questa enorme catena montuosa, salendo e scendendo attraverso vallate spesso aride e ventose, sempre soleggiate, attraversando fiumi, città e….vigneti!

Partendo da Nord, il territorio sicuramente più importante è la regione di Salta e in particolare la Valle del Calchaquies, è qui che la Ruta del Vino è riconosciuta come la più alta del mondo, trovandosi ad attraversare località vinicole che passano tra i 1600 metri di altezza e i 2400 di Molinos, dove si trova Bodega Colomè che produce Altura Maxima un Malbec ottenuto da vigneti in agricoltura biodinamica a 3111 metri di altitudine.

I vini che si ricavano in queste regioni sono certamente influenzati dall’altitudine nella quale crescono le uve.

La maggiore radiazione solare ad esempio, favorisce un maggiore ispessimento della buccia e maturazione fisiologica dell’acino, i vini quindi risultano più ricchi di componenti; ad esempio si registrano alti livelli di resveratrolo, un molecola considerata un potente anti tumorale per l’organismo.

La perla della vallata è sicuramente il villaggio di Cafayate, un paese di modeste dimensioni circondato totalmente di vigneti e Bodegas tra le più importanti della nazione.

 

Il vitigno simbolo di questa regione è il Torrontes, un bianco semi aromatico dalla provenienza incerta che ha portato gli argentini alla considerazione che sia un loro vitigno autoctono.

Si ritiene che sia un incrocio tra Moscato d’Alessandria e la criolla chica, una varietà quest’ultima certamente autoctona.

Altri studiosi ritengono che sia una evoluzione del Torrontes galiziano, mutato dopo anni di assestamento nel nuovo habitat.

L’aroma e la nota più suadente del moscato emerge al naso al primo respiro.

Emblematico il primo sorso fatto alla Bodega El Transito (Av. Belgrano 102 – Esquina Silverio Chavarría. Cafayate – Salta), una delle più vicine alla piazza principale e raggiungibile anche a piedi.

La cantina è giovane ma vanta già una discreta distribuzione nelle enoteche con le etichette Pietro Marini e Pedro Moises che oltre a essere rispettivamente nonno e bisnonno dell’attuale proprietario Andrès Benjamin Nanni rappresentano anche un chiaro tributo alle radici italo spagnole di moltissimi argentini.

Il Torrontes 2013 Pietro Marini è un riassunto di tutto ciò che significa la parola Torrontes: giallo dorato quasi brillante, al naso si preannuncia come un vino dolce, la classica aromaticità invitante del moscato, non particolarmente sofisticato con aromi citrici di arancia, limone e frutti tropicali in sottofondo.

In bocca rivela la caratteristica che è la particolarità di questo vino, cioè che nonostante sembri in tutto e per tutto un vino dolce, in realtà è secco e piacevolmente acido.

 

Il percorso lungo la Ruta 40 continua scendendo e attraversando la città di Tucuman e la vallata di Catamarca, mentre raggiungendo La Rioja (omonima dell’importante regione vinicola spagnola) e fermandosi un paio di giorni in questa cittadina, si può fare base per arrivare a Chilecito una piccola nicchia vinicola della zona che si distingue per la produzione tra gli altri vini, della Bonarda.

Stando alla mia esperienza mi sentirei di segnalare alcuni dettagli doverosi: il primo è che in periodo invernale, cioè quando fa più caldo, le temperature massime possono raggiungere in questa zona oltre quaranta gradi, quindi la visita ai vigneti potrebbe essere l’ultimo dei vostri pensieri, quando in camera avete l’aria condizionata tutta per voi.

Secondo suggerimento: attenzione alle distanze!

Se apparentemente due località sembrano vicine, interpretando questo dato dalla cartina, in realtà per raggiungerle possono servire diverse ore di auto o pullman, per cui, in questi casi conviene sempre calcolare prima le tempistiche di viaggio o si rischia di arrivare in città a notte inoltrata!

 

Percorsi ulteriori 500 chilometri e superata la provincia di San Juan, ci si avvicina alla vera mecca del vino argentino capace di assolvere a circa l’80% della produzione vinicola nazionale: Mendoza.

Se parli di vino in Argentina parli per forza di Mendoza ed è proprio per questo che lo sport preferito da tutti i turisti è… visitare cantine vinicole ad oltranza!

Le due denominazioni principali che sorgono a poca distanza dalla città di Mendoza sono Maipù e Lujan de Cuyo.

Ma come raggiungerle?

Escluderei categoricamente le classiche visite guidate promosse dalle agenzie della zona, perché sono rivolte più che altro a un pubblico poco esigente, che si accontenta di una mezza giornata “mordi e fuggi” tra vigneti qualsiasi, non sono di qualità ma hanno il vantaggio di essere totalmente organizzate.

Potrebbe essere interessante noleggiare una macchina ma in questo caso occorre considerare che le distanze sono sempre vaste e inoltre ci si sposta lungo percorsi anche complessi, quindi per sicurezza l’auto sarebbe da affittare con conducente per evitare inutili perdite di tempo ma a quel punto la cifra potrebbe diventare veramente alta.

Esiste un terzo servizio che è una via di mezzo fra questi due appena citati che si chiama “bus vitivinicola”; un percorso fisso sul quale girano diversi autobus privati di color vinaccia e che tocca le cantine più importanti; le fermate cittadine sono tutte nelle centrali Plaza Independencia e Calle Rivadavia.

L’ultima alternativa rimane solo una: il buon vecchio autobus extraurbano.

Con la linea 151 si raggiunge il distretto di Coquimbito all’inizio del dipartimento di Maipù.

Da qui si possono noleggiare per una giornata delle biciclette e percorrere la chilometrica Calle Urquiza, ai lati della quale sorgono le cantine più antiche della nazione; le più interessanti La Rural-Rutini Wines, Trapiche, Tempus Alba, e Bodega Carinae.

 

Con la linea 16,17 o 19 invece si percorrono i 20 km per raggiungere Lujan de Cuyo storica denominazione argentina, la prima ad aver ricevuto nel 1989 Doc per il Malbec, vitigno simbolo dell’enologia argentina, di cui racconterò a breve.

Il percorso verso Lujan è un lungo rettilineo su una strada contornata di alti ombrosi platani che ricordano in un certo senso un paesaggio italiano.

Ai bordi della strada invece scorrono dei canali che convogliano l’acqua di disgelo direttamente dalle Ande.

E’ questa importante riserva idrica che ha reso la zona molto sviluppata da un punto di vista agricolo; la canalizzazione risale al periodo precolombiano.

Qui mi son fermato a visitare la prestigiosa e centenaria cantina di Luigi Bosca (San Martín 2044, 5507 Luján de Cuyo, Mendoza) e fare alcuni assaggi.

Tra questi ricordo un Malbec molto interessante Terroir Los Miradores che proviene da un’altra zona molto vocata e gettonata a quanto risulta dai recenti investimenti stranieri nel settore, la Valle di Uco in specifico da Tunuyan.

Il Malbec è un’ uva straordinaria che viene da Bordeaux dove è sempre stato relegato a vino minore da taglio bordolese; troppo sbilanciato e difficile da vinificare, con tannini eccessivamente intensi.

Quando la fillossera distrusse le viti europee, la Francia si accorse che gli unici esemplari di Malbec sopravvivevano in Argentina e a loro dovettero chiederli per ripristinarli, per questo gli argentini oggi considerano la Malbec una vite autoctona.

Scoprirono che quest’uva si adattava perfettamente alla regione mendocina, dando un vino completamente diverso da quello scorbutico francese, con tannini più soffici e un gusto più intenso e concentrato, migliorato generalmente da un lungo passaggio in botte piccola che tuttavia non appare spesso troppo marcato.

Questo Malbec Los Miradores appare di colore molto intenso, scuro; al naso prima frutti rossi e neri maturi e poi balsamico e fichi caramellati, in bocca soffice, corposo nel finale e molto persistente.

La visita è interessante anche per la sperimentazione che questa cantina sta portando avanti sull’utilizzo del rovere, a fianco dei francesi e americani, stanno trovando spazio anche prodotti russi e cinesi.

Chi desidera proseguire con le degustazioni, a poche centinaia di metri trova Bodega Lagarde altro nome storico, presente dal 1897.

Per chi invece desidera volare su tutte le possibili espressioni enologiche argentine, restando comodamente seduto al tavolo e dialogando con sommelier professionisti, invece può andare da Vines of Mendoza (Avenida Belgrano 1194 – Mendoza) la Tasting Room cittadina di una struttura presente nella valle di Uco con circa 600 ettari di vigneti e l’ambizioso progetto di rendere qualunque privato un winemaker professionista, acquistando una quota di azienda (e di terra) e partecipando alla produzione.

All’assaggio propongono diversi percorsi con i migliori vini argentini, interpretati secondo diverse declinazioni: in base al territorio, in base al vitigno.

Io ho provato il “Volo sulla Valle di Uco” un territorio che non ho potuto visitare ma che mi ha incuriosito molto.

Tra i vini in assaggio ho apprezzato il Marcelo Pelleriti Malbec Riserva un prodotto che a mio avviso è una sintesi di tutti gli aspetti positivi del Malbec argentino.

 

La ruta 40 continua ancora più a Sud addentrandosi nei territori freddi e umidi della Patagonia.

In questa zona le due località più vocate sono le provincie di Rio Negro e di Neuquèn, dove si trova Bodega Fin del Mundo (località San Patricio del Chañar), una cantina dal nome molto rappresentativo…

Come nel Nord abbiamo trovato il Torrontes e nella centrale Mendoza la massima espressione del Malbec, in queste provincie ventose e con grande sbalzo termico, troviamo un buon adattamento di vitigni come Pinot Nero e Merlot tra i rossi, tra i bianchi, Sauvignon, Semillon e Chardonnay.

 

 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.