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Dal vino sfuso alla cantina del Papa, la straordinaria parabola del Primitivo di Erminio Campa

Cronache di un sogno avverato, quello del viticoltore che in meno di tre anni di attività ha portato il suo “Li Cameli” sulla tavola del Pontefice e nei voli intercontinentali Alitalia.

 

 

La mamma di Erminio Campa, quarantatreenne vignaiolo a Torricella (Taranto), nella “Primitivo Valley”, in sessant’anni di vita non era mai uscita di casa per un viaggio di piacere. Una vita spesa nell’unico negozietto di generi alimentari del paese, diventato poi il più grande supermercato di Torricella. Casa al piano superiore. Non chiudevano mai, solo la domenica sera. Quando nel 2012, a soli sessant’anni, il papà gli muore sotto gli occhi Erminio pensa: “Io qua dentro non ci voglio morire”. Così si mette in testa di imbottigliare il vino che da tre generazioni si ottiene dalle uve dei loro venti ettari di Primitivo, coltivato prima da nonno Francesco detto “Cicci Traccia” e poi da papà Angelo e che fino a quel momento era stato venduto a blasonate cantine pugliesi per farci vini importanti. È il 2014, a meno di due anni dall’inizio dell’avventura, il suo “Li Cameli” entra nella carta vini personale di Papa Francesco e subito dopo viene scelto da Alitalia per i voli intercontinentali.

Dal vino sfuso alla cantina del Papa, la straordinaria parabola del Primitivo di Erminio Campa

 

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Parte degli ettari di Primitivo di Manduria di Erminio Campa

 

È bastato inviarne un campione ai sommelier della Sante Sede, che annualmente valutano il vino di chiunque aspiri ad arrivare sulla tavola papale e che evidentemente sono stati conquistati da questo vino ottenuto da vigneti a due chilometri dal mare, con vendemmia solo manuale e affinamento solo in acciaio. La prima occasione ufficiale in cui il Primitivo di Erminio Campa accompagna il pontefice è il volo che lo porterà ad abbracciare Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli.

 

È il viaggio apostolico in Turchia di fine novembre 2014 e il Santo Padre in questo viaggio farà tappa ad Ankara e Istanbul, prenderà parte alla festa di Sant’Andrea, patrono della Chiesa di Costantinopoli. Un incontro storico, che segue il primo tenutosi a Gerusalemme nel maggio dello stesso anno e che segna il consolidamento dell’apertura al dialogo e all’interazione fra la comunità cristiana e quella ortodossa, ma più di ogni altra cosa l’avvio di una stretta collaborazione fra i due soprattutto sui temi dell’ecologia e della “salvaguardia del creato”. Il vino di Erminio, dunque, è ufficialmente vino di pace e di rispetto della natura, con tanto di approvazione della Santa Sede.

 

“Sono un umile lavoratore nella vigna del Signore”, aveva detto Joseph Ratzinger, appena eletto papa col nome di Benedetto XVI presentandosi alla folla in quel pomeriggio d’aprile del 2005 in cui era stato eletto. Ed Erminio Campa di se stesso dice: “Non voglio essere chiamato imprenditore né industriale, ma artigiano del vino”. Insieme ai fratelli Francesco e Valentino conduce le vigne con il pensiero sempre a papà Angelo ma soprattutto a nonno Cicci, detto “Traccia” perché dove passava lasciava il segno. Era una notte di Natale quando il nonno disse al giovane nipote: “Portami in un posto”. Svolta di qua, svolta di là, prendi questa strada, e lo condusse a casa dell’allora presidente della Cantina Sociale di Lizzano al quale, d’emblée, propose di vendergli il casolare e i venti ettari di vigneto che lo circondavano. “Dopo due ore di trattativa uscimmo col compromesso in mano. Adesso non dire niente a nessuno – gli disse il nonno – lo faremo domani, dopo il pranzo di Natale”.

 

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Erminio Campa

 

I bilanci dei piccoli vignaioli difficilmente fanno il paio con quello dei grandi supermercati. La qualità non paga se non in soddisfazioni, ed Erminio Campa lo ha capito, conti alla mano. Ma il suo bilancio della felicità adesso è in attivo. Ed anche la sua mamma, che l’anno scorso ha preso il suo primo aereo per mettersi il vestito buono ed andare ad una serata di gala a Milano accompagnata dal suo Erminio, ora chiede: “Quando ripartiamo?”

 

 

 

( Fonte Repubblica )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.