Home Curiosità E’ lo Zero di Bellaguardia, numero Uno tra i metodi classici

E’ lo Zero di Bellaguardia, numero Uno tra i metodi classici

La Cantina Bellaguardia

 

La Cantina Bellaguardia si trova sul colle di Montecchio Maggiore (Vicenza) e prende il nome dal Castello di Bella Guardia che insieme a quello della Villa si trovano sulle prime propaggini dei Monti Lessini.

I terreni in cui si trovano i vigneti sono composti da rocce carbonatiche con la presenza di depositi argillosi, suoli ricchi di minerali e con pietrosità elevata. L’azienda è in possesso di 12 ettari, metà dei quali coltivati su banchine o gradoni, con tipologia di allevamento a pergola trentina, così che il clima e la tipologia di allevamento di quella zona consentono all’uva di maturare alla luce del sole con un giusto livello di protezione. I restanti 6 ettari sono allevati a guyot in zona collinare anch’essi con buona escursione termica tra giorno e notte grazie anche all’esposizione sud-ovest e sud-est.

Passione per la tradizione e attenzione all’innovazione

L’attività della raccolta e della lavorazione dell’uva è ancora molto legata alla passione e alla tradizione: il metodo di raccolta delle uve è manuale in cassetta, l’uva viene raffreddata in apposite stanze e lavorata con attenzione e pazienza, la sboccatura è fatta a mano con attenzione e cura per la pratica del ‘degorgement’.

Lo ‘Zero’, metodo classico

La degustazione dello ‘Zero’, extra brut, ottenuto dalla selezione di uve Pinot Bianco e Durella, annata 2009, mi sorprende.

Zero perché non c’è aggiunta di solfiti e zuccheri in sboccatura.

In primis, il packaging interessante, con copri capsula verde brillante stesso colore della scritta ‘Zero’ che ben contrasta con lo sfondo nero, con decori oro, dell’etichetta.

Il perlage è fine, persistente, il colore è giallo paglierino intenso; i profumi sono invitanti, delicati, una bella frutta matura e qualche nota floreale. Al palato è gradevole, fine, fresco e secco. Lo porto alla bocca e nell’immediatezza non lo trovo ancora aperto e definito ma basta poco, un paio di minuti e si apre con grande definizione, freschezza, pulizia. E’ pieno, intenso, gradevole, la maturazione di 36 mesi sui lieviti gli conferiscono una bella polpa e intensità.

Lo ‘Zero’ e l’Incantesimo di Pessoa

Invece che abbinarlo a qualche succulente piatto ho preferito degustarlo da solo rileggendo una poesia di Fernando Pessoa, Incantesimo, in cui il finale è collegato ad un ‘sogno-pigiato vino-anima’ di grande fascino e mistero.

Dalla sponda dei sogni illuminata dalla luna

tendo le mani vinte verso te,

oh, declinanti altri fiumi

che gli occhi possano pensare di vedere!

Oh, incoronati con la luce dello spirito!

Oh, velati di spiritualità!

I miei sogni e i miei pensieri piegano

i loro stendardi ai tuoi piedi.

Oh, angelo nato troppo tardi

perché ti incontri un uomo affranto!

In quale nuova condizione dei sensi

potrebbero le nostre vite unite sentire tenerezza?

Quale nuova emozione devo

sognare per pensare che mi appartieni?

Quale purezza della lussuria?

Oh, cirri della vite

attorno alla mia vagheggiata speranza!

Oh, sogno-pigiato vino-anima!

 

Per informazioni:

Bellaguardia Società Agricola s.s

Via Ziggiotti 36075 Montecchio Maggiore (VI)

cell.: 347.6800188 – cell.: 327.1308787

info@bellaguardia.it

Sito Web: www.bellaguardia.it

 

( di Raffaella Melotti )