Home DEGUSTAZIONI VINO Etna, la Borgogna d’ Italia ??

Etna, la Borgogna d’ Italia ??

Il primo in Italia , ad affermare che il nerello ha similitudini organolettiche con il pinot nero, è stato quello che a mio avviso rimane ad oggi il piu’ grande enologo e studioso italiano di viticoltura degli ultimi 50 anni, ovvero Giacomo Tachis, Giacomino per gli amici !

 

Credo che ogni appassionato di vino dovrebbe sapere chi è Giacomo Tachis, enologo formatosi alla scuola francese del piu’ grande professore di enologia di Bordeaux di tutti i tempi : il Grande Emile Peynaud.

Tachis balzò alle cronache mondiali con quella che è stata una delle sue creature piu’ importanti :

Il Sassicaia, vino che ha fatto conoscere nel mondo le potenzialità enologiche italiane e toscane in particolare. Poi è stato pioniere della rinascita enologica siciliana nei primi anni ’80 ed anche di Sardegna ( con il Turriga ndr ) !

Per approfondire questa grande figura consiglio una lettura al link :

 

https://www.winetaste.it/la-storia-affascinante-di-giacomo-tachis/

 

 

 

 

La storia del Sassicaia

( liberamente tratto dal sito aziendale )

 

Sassicaia

Negli anni venti, studente a Pisa, Mario Incisa della Rocchetta sognava di creare un vino di razza. Il suo ideale, come per l’aristocrazia dell’epoca, era il Bordeaux.

Così lo descrive in una lettera a Veronelli del 11/6/1974.

”…l’origine dell’esperimento risale agli anni tra il 1921 e il 1925, quando, studente a Pisa e spesso ospite dei Duchi Salviati a Migliarino, avevo bevuto un vino prodotto da una loro vigna sul monte di Vecchiano che aveva lo stesso inconfondibile “bouquet” di un vecchio Bordeaux da me appena assaggiato più che bevuto, (perché a 14 anni non mi si permetteva di bere vino) prima del 1915, a casa di mio nonno Chigi.”

Essendosi stabilito con sua moglie Clarice nella Tenuta San Guido sulla costa Tirrenica, sperimentò alcuni vitigni francesi (le cui barbatelle aveva recuperato dalla tenuta dei Duchi Salviati a Migliarino, e non dalla Francia) e concluse che il Cabernet aveva “il bouquet che ricercavo”.

Nessuno aveva mai pensato di fare un vino “bordolese” in Maremma, una zona sconosciuta sotto il punto di vista vinicolo.

La decisione di piantare questa varietà nella Tenuta San Guido fu in parte dovuta alla somiglianza che egli aveva notato tra questa zona della Toscana e Graves, a Bordeaux. Graves vuole dire ghiaia, per il terreno sassoso che distingue la zona, proprio come Sassicaia, in Toscana, denomina una zona con le stesse caratteristiche.

Dal 1948 al 1967, il Sassicaia rimase dominio strettamente privato, e fu bevuto solo nella Tenuta.

 

Ogni anno, poche casse venivano messe a invecchiare nella cantina di Castiglioncello.

Il marchese ben presto si rese conto che invecchiando il vino migliorava considerabilmente. Come spesso accade con i vini di grande levatura, quelli che prima erano considerati difetti, col tempo si trasformarono in virtù.

Ora amici e parenti incitavano Mario Incisa ad approfondire i suoi esperimenti e perfezionare il suo stile di vinificazione rivoluzionario per quella zona.

L’annata del 1968 fu la prima ad essere messa sul mercato, con un’accoglienza degna di un Premier Cru Bordolese.

Negli anni seguenti la cantina venne trasferita in locali a temperatura controllata, tini d’acciaio rimpiazzarono i tini di legno per la fermentazione, e le barriques francesi vennero introdotte per l’invecchiamento.

 

 

Il Nerello e l’ Etna

 

 

Oggi Vi scrivo di una azienda non sicuramente sconosciuta ai piu’, ma che produce ottimi prodotti in diverse zone della Sicilia :

 

Tenuta Regaleali

Contrada Regaleali – 90020 Sclafani Bagni (PA)

Tel. +39 0921 544011 – 0921 571110

Corrado Maurigi

Sacha Stancampiano

hospitality@tascadalmerita.it

La tenuta è situata tra il paese di Vallelunga e Valledolmo

37.718404, 13.829007

 

 

Tra le tante tenute aziendali ho citato Regaleali perchè ho avuto l’opportunità di visitarla un paio di volte ed è veramente un posto unico, 450 ha vitati immersi nel centro piu’ isolato della Sicilia, un antico baglio autosufficente dove una volta, ma parzialmente ancora oggi, si produceva tutto quanto era necessario alla conduzione aziendale ed alla sopravvivenza delle maestranze !

 

Da alcuni anni l’azienda dei conti Tasca d’ Almerita, persone deliziose sotto ogni punto di vista dal padre Lucio ai figli Giuseppe ed Alberto, hanno investito sull’ Etna acquisendo una azienda a Randazzo :

 

Tenuta Tascante

C.da Boccadorzo e c.da Sciaranova – 95036 Randazzo (CT)

Tel. +39 091 645 9711

hospitality@tascadalmerita.it

 

 

Vino Tascante Ghiaia nera 2011

Scheda tecnica

 

Vitigni:

Nerello Mascalese.

Denominazione:

Sicilia I.G.T.

Zona vitivinicola:

Versante Nord del vulcano Etna – contrade Sciaranova e Allegracore – Randazzo – Catania – Sicilia.

Terreni:

Terrazze su sedimenti vulcanici.

Anno d’impianto:

2004/2007

Altitudine:

600 m s.l.m.

Esposizione dei vigneti:

Nord.

Sistema di allevamento:

Spalliera.

Tipo di potatura:

Cordone speronato.

Densità di ceppi per ettaro:

4.500.

Resa di uva per ettaro:

50 q.li in media.

 

Attirati dall’insieme irripetibile di condizioni climatiche, suoli vulcanici e biodiversità vera a fare da contorno alle vigne, il progetto Tenute TASCANTE, giunto alla sua terza vendemmia, si arricchisce di un secondo vino: GHIAIA NERA,la nostra interpretazione del Nerello Mascalese dai vigneti giovani delle Tenute sull’Etna. Un’altra importante testimonianza per la Sicilia, un continente vitivinicolo formato da territori differenti e innumerevoli variabili, tali da avere ancora enormi potenzialità da esprimere.

NERA,la nostra interpretazione del Nerello Mascalese dai vigneti giovani delle Tenute sull’Etna. Un’altra importante testimonianza per la Sicilia, un continente vitivinicolo formato da territori differenti e innumerevoli variabili, tali da avere ancora Attirati dall’insieme irripetibile di condizioni climatiche, suoli vulcanici e biodiversità vera a fare da contorno alle vigne, il progetto Tenute TASCANTE, giunto alla sua terza vendemmia, si arricchisce di un secondo vino: GHIAIA NERA,la nostra interpretazione del Nerello Mascalese dai vigneti giovani delle Tenute sull’Etna. Un’altra importante testimonianza per la Sicilia, un continente vitivinicolo formato da territori differenti e innumerevoli variabili, tali da avere ancora enormi potenzialità da esprimere.

 

 

NOTE DI DEGUSTAZIONE DI ROBERTO GATTI

 

Piu’ si degustano vini ottenuti dal vitigno “ nerello mascalese “ ( esiste anche la varietà nerello cappuccio ndr ) èiu’ i ricordi sensoriali ci riportano al “ pinot nero “.

Anche oggi degustando questo delizioso prodotto etneo ho fatto le stesse riflessioni:

 

rosso rubino chiaro; naso elegante e fine, delicato di fiori rossi che ricordano alcune varietà di rose ;

entra in bocca in punta di piedi, elegante, in punta di fioretto, poi si espande nel finale di bocca, tannini leggermente in integrazione, godibile, medio lungo il finale di bocca !

Da considerare Ottimo/Eccellente

 

 

Roberto Gatti