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Gli enologi di Broni «Così cambiavamo il vino»

I tecnici interrogati dagli investigatori hanno parlato di utilizzo di zucchero e di aggiunte vietate di glicerina

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BRONI. «Ci ordinavano di cambiare il vino»: emerge dai verbali l’altra verità, quella degli enologi alle dipendenze della cantina sociale «Terre d’Oltrepo». Vino “trasformato”, dunque, secondo gli inquirenti, anche se sicuro per la salute. Trasformato come? Tra la contabilità “occulta” della cantina di Broni-Casteggio gli investigatori hanno trovato anche acquisti di zucchero per oltre un milione di euro. Acquisti spalmati in diversi anni e pagati tutti in nero. Perché, secondo gli inquirenti, non dovevano risultare visto che il quantitativo di zucchero superava i limiti di utilizzo imposti dalla legge. Gli enologi della cantina interrogati a lungo dagli inquirenti hanno confermato che lo zucchero serviva ad aumentare la gradazione alcolica.

 

Allo stesso modo serviva a «modificare il vino», per ammorbidirne il gusto, la glicerina, sostanza non pericolosa per la salute ma la cui aggiunta nel vino è del tutto vietata. Anche la glicerina, in base a quanto emerge dalla documentazione raccolta dalla procura, veniva acquistata in nero. E in nero la cantina di Terre d’Oltrepo finita al centro dell’inchiesta della procura di Pavia comprava – sempre secondo le carte dell’accusa – anche il mosto concentrato rettificato, da diverse aziende, soprattutto emiliane. Mosto che sarebbe stato usato per trasformare i vini e anche per essere venduto – sempre in nero – ad altre aziende, alcune di un certo rilievo.

L’elenco delle sostanze usate alla cantina, che emerge sia dai riscontri dei documenti sequestrati che dalle dichiarazioni degli enologi è piuttosto lungo. Da un’altra ditta la cantina di Broni-Casteggio comprava, ancora in nero, acido tartarico e carbone per uso enologico, usato per decolorare il vino: prodotti consentiti ma il cui utilizzo deve seguire alcune regole e deve essere annotato in registri speciali, che non risultano tra i documenti sequestrati. In una cartella, all’interno di un computer, è stata perfino trovata una specie di “ricetta”, datata 2007, a base di glicerina, mosto concentrato rettificato, acido lattico, acido malico e acido citrico per la produzione illecita di vino.

Un enologo, tra quelli sentiti dagli inquirenti, ha ammesso di avere eseguito «pratiche enologiche di arricchimento illecite», come l’aumento del grado alcolico, a dicembre del 2014 (quindi l’ultima vendemmia) e di avere eseguito in altre date «la decolorazione del vino con carbone per uso enologico». Alterazioni del vino non pericolose per la salute, ma che per l’accusa avrebbero comunque modificato il prodotto finale offerto al consumatore. Per questo gli inquirenti, nella richiesta di sequestro, parlano di «frode commerciale al limite della sofisticazione».

Il sospetto è alimentato anche dalle dichiarazioni di un altro enologo, che parla dei tagli dei vini mediante l’utilizzo di altre tipologie di uve, consentiti fino al 15%. «In realtà assembliamo vini anche oltre il 15% a seconda degli ordini – dice il tecnico –. Io obbedisco alla direzione che mi ordina come assemblare i vini per soddisfare gli ordini commerciali arrivando anche al 50%». Il risultato, per la procura, è un vino non conforme alla legge, ma che sarebbe stato “aggiustato” sulla carta attraverso documenti fittizi e falsificazioni, perfino dei cartelli apposti sulle cisterne.

«La situazione reale della cantina non coincide con la situazione formale – prosegue l’enologo –. C’è una doppia contabilità, una interna per la pratica di cantina che rimane ad uso esclusivo degli operatori e una contabile per aggirare i controlli formali». E l’utilizzo del mosto concentrato rettificato? Un enologo spiega che in un caso è stato usato per «un arricchimento di un Barbera Igt dato che questo vino non raggiungeva la gradazione sufficiente e a me servivano più di 2 gradi di aumento».

 

 

 

( Fonte aprovinciapavese.gelocal.it )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.