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Gli servono vino sfuso nelle sue bottiglie

Il produttore di Primitivo di Manduria se ne accorge in una nota trattoria della città. Partita la diffida

 

 

TARANTO – Per ora c’è solo una diffida formale, ma non è detto che non finirà in tribunale la vicenda accaduta al noto imprenditore del vino Primitivo di Manduria, Gregory Perrucci: in un ristorante della sua città ha infatti scoperto che all’interno di una delle sue bottiglie «griffate» era invece servito del vino sfuso. È successo due giorni fa in una trattoria della città Messapica dove il titolare delle «Cantine Racemi» si era recato con un suo importatore statunitense. «Su un tavolo di alcuni clienti — racconta Perrucci — c’era una bottiglia aperta del mio Burlesque (un’etichetta a marchio Racemi, ndr), con dentro un rosato scuro, certamente non il mio». Alla richiesta di spiegazioni, il ristoratore che ben conosceva il suo cliente e l’attività che svolge, avrebbe candidamente ammesso che in effetti si trattava di un vino di sua produzione.

La spiegazione successiva ha lasciato senza parole il proprietario del marchio: «È una bottiglia che avevi aperto tu stesso qui a pranzo e siccome è molto bella — avrebbe detto —, la riempio sempre con un vino sfuso che faccio io, migliore del tuo, e la metto sul tavolo dei clienti, così ti faccio anche pubblicità». Inutile dire che la cena non è nemmeno iniziata per l’imprenditore e il suo ospite che si sono alzati abbandonando il locale. «Fortunatamente il mio cliente americano, che non se la cava molto bene con l’italiano, non ci ha capito molto di quanto stesse accadendo», commenta con amarezza Perrucci che ha già preparato una diffida indirizzata all’incauto ristoratore. «Per ora solo quella, ma se insiste con tale comportamento ci vedremo in tribunale», conclude l’esperto di Primitivo.

 

 

( Fonte corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce )