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Il nero di Predappio

 

Un fatturato di 500 mila euro


 


Con Giuseppe, «Pino», Nicolucci, vignaiolo-imprenditore romagnolo della terza generazione, ecco un’altra puntata della nostra inchiesta dedicata agli Innovatori. Originario di Predappio Alta, «Pino» è nato nel 1941: due fratelli maggiori di cui uno, Ivano, noto come il «re del sax» (ha messo in piedi un’orchestra specializzata nel liscio dopo avere suonato nel complesso di Secondo Casadei ed è scomparso nel 2002 in un incidente con una motosega).


Inizia a lavorare alle Poste, ma solo più tardi comincia ad occuparsi di vino. In un primo tempo lo aiuta la moglie, in seguito entra in azienda il figlio Alessandro, enotecnico. E il Sangiovese, considerato vino di serie B, cambia volto e gusto grazie a una serie di innovazioni. Oggi i due Nicolucci producono centomila bottiglie di Sangiovese, dal Tre Rocche al Predappio di Predappio, con un giro d’affari di 500mila euro e con l’aiuto anche di Antonia, una bulgara, hanno rilanciato un vino dal nome impegnativo e da anni scomparso: il Nero di Predappio.


( Fonte Il Giornale )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.