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In Cina trionfo del vino italiano

 

L’export è cresciuto del 132%


 








I cinesi ubriacati di rosso made in Italy. Se gli abitanti del “dragone” ci inondano con scarpe, borse e vestiti, l’Italia risponde a suon di vino. L’export di nettare di bacco in Cina ha registrato, infatti, una crescita a tre cifre nel primo trimestre dell’anno: 132%. Ma a gustare i rosso italiano non sono solo i palati “gialli”, ma anche quelli Usa ( 18%) e russi ( 20%).


Nel complesso, le esportazioni di vino italiano all’estero hanno registrato una rescita record del 9% nel valore. Ma se i Paesi emergenti stanno danno grandi soddisfazioni, sono risultati stagnanti, invece, le tradizionali spedizioni nei Paesi dell’Unione Europea (-2%). E’ quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi al commercio estero nel primo trimestre dell’anno.








Se la metà del valore delle esportazioni di vino italiano dipende dall’Unione Europea dove la domanda  sostanzialmente ferma, forti incrementi – sottolinea la Coldiretti – si registrano negli Stati Uniti dove si realizza oltre un quarto degli acquisti e nei nuovi Paesi consumatori come Russia, Cina e India. I risultati del 2006 – sostiene la Coldiretti – dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino Made in Italy che nel 2005 ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro con buone prospettive per l’anno in corso grazie ad una produzione di buona qualità contenuta a 48,1 milioni di ettolitri della quale quasi un terzo, per un totale di 15 milioni di ettolitri, destinata a vini Doc o Docg.


Un deciso orientamento alla qualità che – precisa la Coldiretti – ha fatto diventare il vino uno dei piu’ autorevoli ambasciatori dell’Italia nel mondo tanto che i risultati di una ricerca dell’Istituto Piepoli, commissionata dall’istituto Leonardo e dall’Ice, evidenzia come per quasi uno straniero su due (45%) siano i vini e il cibo la prima cosa che viene in mente pensando all’Italia, più che i luoghi (20%), l’abbigliamento (19%) e il calcio (15%).








Il vino Ã¨ un patrimonio di immagine per le imprese nazionali che – continua la Coldiretti – va difeso nei confronti delle imitazioni e della concorrenza sleale fondata sulla mancanza di trasparenza nell’informazione sulle caratteristiche dei prodotti in riferimento alle modalità di invecchiamento e alle tecniche utilizzate, come l’utilizzazione dei trucioli per invecchiare il vino senza un’etichettatura trasparente, che inganna i consumatori e danneggia i produttori impegnati nel mantenimento di tecniche tradizionali, quali la maturazione dei vini in botti di legno. L’Unione Europea – conclude Coldiretti – deve scegliere senza indugio la strada della qualità e della trasparenza e l’Italia che rappresenta circa il 25% delle esportazioni mondiali dopo il grande percorso di valorizzazione qualitativa deve concentrare la propria sfida competitiva sull’esaltazione delle differenze per presentare negli scambi commerciali non solo vini, ma un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, del paesaggio e di testimonianze artistiche e naturali.








( Fonte TGFIN )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.