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Nùali, il passito di Siddùra: un nuovo vino alla conquista dei mercati internazionali

Il moscato giallo della Cantina di Luogosanto sarà in commercio entro la fine dell’anno e completa la gamma dei vini.

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Si chiama Nùali ed è un passito il nuovo vino che Siddùra lancerà sul mercato entro la fine dell’anno. L’ultimo nato della Cantina di Luogosanto arricchisce la gamma dei vini dell’azienda gallurese con un prodotto di nicchia, che abbina la qualità dell’uva a una tecnica di lavorazione che viene perfezionata attraverso un lungo affinamento in bottiglia. Finora la produzione si era concentrata sul Vermentino DOCG di Gallura, sul Cannonau, sul Sangiovese/Cabernet Sauvignon e sul Cagnulari. Nùali, perfetto vino da dessert, è un Moscato giallo di Sardegna al cento per cento e con caratteristiche importanti. Si tratta quindi di un nuovo passito sardo che avrà la possibilità di affermarsi in contesti internazionali, seguendo la strategia di sviluppo della Cantina Siddùra: l’azienda gallurese, infatti, nei prossimi mesi porterà tutti i suoi vini, compreso Nùali, al Prowein di Dusseldorf, al Vinitaly di Verona e a Londra, alla London Wine Fair 2017.

Caratteristiche del passito Siddùra. “Una maturazione spinta su pianta e un lunghissimo processo di affinamento – spiega Dino Dini, enologo di Siddùra – sono parte integrante della lavorazione del nuovo prodotto: un vino unico, di nicchia. Una evoluzione che la cantina gallurese ha iniziato ad applicare anche ai vini di alta gamma: il totalmente barricato Bèru, Vermentino di Gallura Docg superiore; il Fòla, Cannonau di Sardegna Riserva in purezza al cento per cento e l’internazionale Tìros, un blend composto da uve Cabernet Sauvignon e Sangiovese”.

Fabrizio Abis, sommelier dell’associazione italiana sommelier, racconta il nuovo vino gallurese: “Un vino che esprime la vocazione territoriale con franchezza aromatica, di un vivace giallo luminoso. Elegante, sprigiona un finale lungo con accenni di freschezza balsamica”.

 

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Siddùra nel 2017. L’ampliamento dei prodotti in commercio risponde alla volontà di crescere e di stupire il mercato. Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra, usa quasi uno slogan per illustrare la situazione attuale: “La difficoltà non è crescere ma rimanere grandi. Il mercato richiede sempre l’apporto di novità perché si muove in maniera veloce e si aspetta che alla qualità dei vini già esistenti venga abbinato un ulteriore ampliamento della gamma”. Il passito di Siddùra, che prossimamente verrà immesso sul mercato, è stato presentato in anteprima al ristorante Su Carduleu di Abbasanta del noto chef Roberto Serra. Il nuovo vino ha chiuso in dolcezza la cena dedicata ai grandi sommelier della Sardegna e alla cantina Siddùra.

I mercati internazionali. Il marchio Siddùra sta crescendo anche a livello internazionale: è lo sviluppo naturale dell’azienda che rimane sempre fortemente legata alla Sardegna ma che, per natura, lavora per espandersi. “Stanno arrivando richieste da parte di altri mercati– dice Ruggero – già all’ultimo Vinitaly avevamo percepito segnali in tal senso: gli esperti del settore hanno un sistema di ricognizione e aggiornamenti dei prodotti di eccellenza. Noi, anche grazie alle competizioni alle quali partecipiamo, rientriamo tra le aziende che producono vini eccellenti. Da qui l’interesse che si sta manifestando. Il mercato internazionale è importante per la visione dell’azienda. Il valore aggiunto è la Sardegna ma il gusto deve essere aperto al mercato mondiale”.

Nuovi vigneti. L’area coltivata attorno alla cantina cresce. Le dimensioni del vigneto seguono la forza del marchio. “Abbiamo impiantato altri tre ettari e mezzo di uve a bacca rossa. Lo sviluppo di un’azienda deve essere sicuro ma prudente: la strategia deve saper rispondere all’ampliamento della domanda sul mercato ma la crescita deve essere ponderata, per poter rispettare i requisiti di qualità”. Il binomio Gallura – Vermentino è riduttivo: il nord est sardo possiede tutte le caratteristiche per produrre grandi vini rossi da lungo affinamento. Da qui, la scelta di Siddùra: “La nostra percentuale di produzione è così ripartita: 60 per cento vini bianchi e 40 per cento vini rossi. Per essere un’azienda gallurese quest’ultimo dato è decisamente elevato. Tuttavia la vocazione di un territorio eccezionale e l’utilizzo di coscienziose tecniche di vinificazione e affinamento consentono di  esaltare le caratteristiche del frutto e permettono l’ottenimento di risultati eccezionali al pari dei grandi vini d’oltralpe”.