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Se il vino non va al legno…….

 

Rivoluzione nel mondo dellâenologia: i sentori di legno che caratterizzano il vino da oggi potrebbero non dipendere dal passaggio in barrique. Lo scrive La Stampa nelle edizioni regionali, che parla del rischio dellâarrivo di vini stranieri realizzati con lâaggiunta di âchipsâ?, ovvero trucioli, polveri e dadini di legno più o meno tostato direttamente nel vino. La tecnica, ben nota oltreoceano, sino ad oggi era vietata in Italia; ma in seguito ai recenti accordi tra USA e Ue potrà esser praticata anche in Europa. Floriano Zambon, presidente dellâAssociazione nazionale Città del Vino, propone lâindicazione in etichetta dellâuso dei chips.


(Ma chi lâavrebbe detto che lâubriacatura della barrique avrebbe portato alla stupitidità del gusto in questo modo).


( Fonte Il Golosario )


 


Considerazioni finali


Non sono troppo favorevole allâuso smodato della barrique, figuriamoci


allâuso di questi dadini di legno e chi piuâ ne ha piuâ ne metta !


Eâ quanto mai indispensabile riportare in etichetta in quale maniera


viene prodotto un vino, e su questo concordo perfettamente con il dott. Zambon,


ed allora avremo la possibilità di scegliere se comprare o meno questi vini :


personalmente li lascerò sugli scaffali e ne ammirerò solo le belle ( spero ! )


etichette.

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.