Home Arrabbiature «Troppi ubriachi al Vinitaly»: Verona limiterà gli ingressi

«Troppi ubriachi al Vinitaly»: Verona limiterà gli ingressi

La denuncia dell’imprenditore trevigiano Bottega. La fiera pronta a correre ai ripari: «Ha ragione, ma dal 2016 cambieremo SISTEMA»

 

VERONA. Alla soglia della 50esima edizione che si festeggerà nel 2016, la grande kermesse Vinitaly è chiamata a far tesoro delle critiche per riaggiustare rapidamente il tiro. Alfonso Cevola, martedì 24 marzo, non aveva avuto indugi con una LETTERA a Verona Fiere dal titolo: «Ecco perché questo potrebbe essere il nostro ultimo Vinitaly». Cevola, blogger specializzato nel raccontare il vino italiano, pone l’accento su disservizi e sulle storture di quello che, a sua dire, è divenuto un «party etilico per gente che non ha nulla a che fare con l’industria del vino».

 

A distanza di pochi giorni, anche Sandro Bottega, imprenditore trevigiano della grappa affida a una LETTERA il suo personale bilancio di Vinitaly. Bottega, di Bibano di Godega Sant’Urbano, partecipa dal 1987 ma oltre a Verona frequenta 15 fiere di settore. L’imprenditore è positivo sul business ma lamenta «carenza di controlli sui visitatori» definiti «bande di nullafacenti alticci» che, nel contesto della «vetrina vitivinicola dell’Italia nel mondo», offrono «uno spettacolo di tristezza». Stand occupato, furti, pugni: «Ha fatto tanto scalpore l’invasione a Roma degli hooligans olandesi, ma noi italiani non siamo da meno» registra Bottega. «Non vorrei essere costretto a invitare i nostri partner commerciali in altre fiere, come Prowein a Dusseldorf, Vinexpo a Bordeaux o International Wine Fair a Londra» conclude rivolgendosi all’ente Fiera.

 

Il dato interessante è che Verona Fiera dà ragione all’imprenditore trevigiano: «Sandro Bottega ha ragione – risponde il direttore Giovanni Mantovani – Non è tollerabile che la più importante fiera del vino e dei distillati al mondo sia messa in scacco da pochi soggetti dei quali noi per primi faremo molto volentieri a meno». E CONTINUA: «Quest’anno a Vinitaly, per la prima volta, abbiamo REGISTRATO tutti i visitatori. A partire da questo sarà radicalmente cambiato, in collaborazione con le aziende, il sistema degli accessi affinché siano sempre più rigorosi – promette Mantovani –. Certamente un ulteriore sforzo dovrà essere richiesto a tutte le istituzioni preposte, perché Vinitaly sia un luogo di incontro dove organizzare serenamente i propri appuntamenti ed eventi. Il mio personale impegno e quello di VeronaFiere – conclude – sarà perché il 50esimo Vinitaly rappresenti un nuovo inizio».

Il prossimo sarà un anno clou. È evidente che dal 1966 ad oggi la Fiera è cresciuta a dismisura e la formula ibrida (operatori specializzati e consumatori) anche per banali esigenze di botteghino è dura da cambiare. Ma le aziende vogliono fare business e, quest’anno, la vicinanza in CALENDARIO con Prowein, la rassegna di Dusseldorf, dal 15 al 17 marzo, con il Vinitaly al via, il 22 non ha aiutato. «Le date erano a ridosso e tanti buyer erano là – spiega Giorgio Cecchetto, imprenditore Vazzola che quest’anno non ha messo piede a Verona – Vinitaly è una vetrina, ma per fare business è più importante Prowine».

 

«Abbiamo registrato grande soddisfazione da parte degli gli espositori, per la capacità di migliorare il numero di buyer esteri e la qualità dei visitatori» ribatte Mantovani, che assicura: «Molte aziende hanno già sottoscritto rinnovi triennali per le prossime edizioni». E conferma non esserci stato nessun effetto-Prowine sui buyer.

 

 

 

( Fonte mattinopadova )