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Veronelli avrebbe brindato con il Picolit

Perché è stato il primo vino da lui salvato. Amava il vino contadino

 

( nella foto un grappolo di uva Picolit )

 

Si può notare ” l’acinellatura ” ovvero come i chicchi siano radi ed in numero esiguo, fenomeno dovuto all’aborto floreale. Pochissimi i fiori che si trasformano in chicchi di uva, ecco da cosa deriva la particolarità ed esiguità della produzione di questo vino, un vino raro e costoso perchè prodotto in piccole quantità, alla stregua di un vino passito ! ( ndr )

Gian Arturo Rota, critico enogastronomico ed editore. Suo suocero Gino Veronelli com’era?

 

«Un uomo complesso».

 

Cosa direbbe a un ragazzo di diciotto anni?

 

«Che deve rimanere giovane di testa, come, lo stesso Gino ha sempre cercato di fare».

 

Chi era il suo più grande amico in Campania?

 

«Tra i ristoratori Alfonso Iaccarino e la sua famiglia, nel mondo del vino Mario D’Ambra».

 

Veronelli era uomo del Nord che sapeva farsi volere bene al Sud. Un grande diplomatico?

 

«Diplomatico direi proprio di no. Un fascinoso impulsivo».

 

Il vino campano al quale era più affezionato?

 

«Forse, il Frassitelli».

 

Qual era, per Veronelli, il prototipo del buon vino?

 

«Il vino contadino».

 

Si può bere spendendo 10 euro per una bottiglia?

 

«Sì, soprattutto se comprata direttamente dal produttore».

 

Lei al massimo quanto ha speso?

 

«Cinquanta euro».

 

Una grande bottiglia va bevuta o conservata per ottenere dal vino tutto quello che può regalare l’evoluzione?

 

«Come si fa a identificare il momento migliore? Meglio comprare due bottiglie. Una la si beve subito, un’altra dopo alcuni anni».

 

La realtà più significativa della ristorazione del Sud Italia?

 

«Tutto il Meridione è interessante. Certamente le aree costiere napoletana e salernitana sono le più vivaci».

 

I suoi gusti: polenta o pasta?

 

«Pasta».

 

Come?

 

«Nel modo più semplice possibile».

 

Pasta o riso?

 

«Pasta».

 

Carne o pesce?

 

«Tutti e due».

 

Quale carne?

 

«Bovina».

 

Quale pesce?

 

«Scampi e gamberi a crudo e, poi, ho un amore particolare per le alici».

 

Il suo primo piatto preferito?

 

«La pasta mista al ragù di scoglio».

 

Il suo secondo preferito?

 

«La carne alla griglia, molto al sangue. E il pesce al forno».

 

Il suo dolce preferito?

 

«Non amo particolarmente i dolci. Comunque, il gelato».

 

Il piatto internazionale preferito?

 

«L’anatra all’arancia».

 

Formaggio preferito?

 

«Tutti».

 

Il bianco italiano preferito?

 

«Nessuna preferenza, scelgo sempre vini di territorio. Lo stesso vale anche per i rossi».

 

Chi fa meglio il vino gli italiani o i francesi?

 

«Gli italiani ci mettono più cuore».

 

Località turistica campana preferita?

 

«Acciaroli».

 

A quale piatto la associa?

 

«Mi vengono in mente gli spaghetti con le uova dei ricci di mare».

 

Brindisi conclusivo alla memoria del più grande critico enogastronomico italiano di sempre. Con cosa?

 

«Picolit perché è stato il primo vino da lui salvato».

 

( Fonte Italiaoggi )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.