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100 € e diventi famoso ( ? )

Credo di essere stato l’unico sito web a non avere ancora scritto del ” caso Bressan “, sul quale non mi dilungherò oltre, gli appassionati cultori della materia vino sanno di cosa si tratta.

Mi ha lasciato altrettanto stupefatto questo gesto ” eclatante ” di un ristoratore londinese, con l’unico scopo di cavalcare il momento mediatico.

Una inutile e poco intelligente speculazione, che lascia il tempo che trova.

Buona lettura

Roberto Gatti

 

 

Non è di Bressan né delle sue esternazioni che mi preme parlare, quanto del meschino uso mediatico di tale situazione per ottenere pochi inutili momenti di visibilità. Cinque bottiglie del buon vino di Bressan distrutte dal proprietario di uno sconosciuto quanto anonimo ristorantino Londinese.

100€ e diventi famoso o almeno ci provi. Sulle spalle di chi ha sbagliato. Fulvio Bressan non è un personaggio noto a tutti. Ma quasi tutti gli appassionati di vini sanno di chi si sta parlando. Ultimamente la sua fama ha però travalicato le soglie degli enofili più impenitenti, per irrompere prepotentemente sulle bacheche dei social network di un pubblico molto più ampio. E questo è successo non perché sia stato insignito della Legion d’Onore dal Presidente della Repubblica per i suoi meriti agricoli e commerciali, ma per alcune esternazioni che hanno suscitato il classico clamore virale tipico in questi casi.

 

Dal suo profilo Facebook si è infatti scagliato contro il Ministro della Repubblica Italiana Kyenge, ed è stato pesantemente tacciato da destra e manca di razzismo.

 

Ma il succo di questo post non vuole esser questo. Non è di Bressan né delle sue esternazioni che mi preme parlare, quanto del meschino uso mediatico di tale situazione per ottenere pochi inutili momenti di visibilità. Cinque bottiglie del buon vino di Bressan distrutte dal proprietario di uno sconosciuto quanto anonimo ristorantino Londinese. Bocca di Lupo.

 

Esecrabile il comportamento del vignaiolo, senza ombra di dubbio. Ma eticamente lo sciacallaggio non credo possa avere pari. E questo Jacob Kenedy (si, con una ENNE sola, ma probabilmente sui biglietti da visita costui ne mette due) si è dimostrato davvero maestro in questa pratica. Tentare di utilizzare a proprio vantaggio mediatico una brutta storia come quella riportata sopra non credo che sarà utile alla sua attività. Dubito che orde di antirazzisti/antibressan indignati si presentino alla soglia del suo ristorantino “ITALIANO”. Ma sono certo che il suo scopo sia stato quello e solo quello. Non credo sia possibile provar altro sentimento oltre la pena per chi tenta di far “marketing” di tale infimo livello.

 

Credo che sarebbe estremamente facile, tra gli enoappassionati lanciare l’ashtag #boicotboccadilupo ma sono altrettanto convinto che ciò non farebbe altro che alimentare quella poca visibilità di cui il signor Kenedy sta tentando di approfittare in queste ore. Basti vedere il loro account Twitter, che non parla di cucina, vini, enogastronomia, ma delle cinque bottiglie di Bressan distrutte. Basti vedere l’assenza di seguito ed interesse nei confronti della loro desolata pagina Facebook.

Amo la mia patria (termine desueto, lo so) e credo che più che da improbabili attacchi atomici essa in questo particolare periodo storico debba esser difesa da vili attacchi all’immagine del Made in Italy stesso. Bressan c’ha messo del suo, è innegabile. Ma per ciò che ha detto o fatto sarà lui stesso a risponderne ai propri interlocutori, ai propri clienti, a coloro che provano sana passione per il frutto del suo lavoro. Mi piacerebbe che anche il tizio del ristorantino “Italiano” possa avere dal pubblico lo stesso pan per focaccia che sta avendo il vignaiolo irruento

 

 

 

( Fonte Fanpage.it )