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A rischio ora è la nostra Ribolla gialla

Il Friuli potrebbe subire un nuovo ‘scippo’, dopo il Tocai

 

 

 

Dopo lo storico smacco della perdita del Tocai e con la discussione in corso sul Pinot grigio, rischia di aprirsi ora un nuovo minaccioso fronte nel vigneto Friuli: quello della Ribolla gialla. Infatti, questo nostro vitigno autoctono fa gola ai veneti.

Andiamo, però, con ordine. La Ribolla è un antichissimo vitigno presente storicamente nel Collio e, poi, diffusosi anche in altre zone vinicole friulane. Già negli annali del XII secolo si cita che il Friuli forniva alla Serenissima Repubblica la Ribolla del Collio. A Udine questo vino veniva offerto come segno di devozione ai luogotenenti veneziani, come ad altri personaggi importanti, al loro ingresso in città. Oggi la storia, in un certo senso, sembra ripetersi.

Va detto che con il nome Rebula è molto diffusa anche nel Collio sloveno, dove fin dagli Anni ’80 è stata utilizzata come base per vini spumanti con metodo Charmat, quello per intendersi utilizzato per il Prosecco.

 

 

Bollicine alla moda

La versione ferma è prevista in tutti i disciplinari delle Doc e delle Igt disponibili in Friuli, mentre la coltivazione è oggi diffusa in tutta la regione, soprattutto in pianura. Alcune aziende in questi anni hanno puntato proprio sulla Ribolla gialla spumantizzata per proporre un’alternativa autoctona friulana alla corazzata Prosecco. Ed è proprio la versione con le bollicine che oggi è finita nel mirino del sistema vinicolo veneto.

“Voci autorevoli – afferma Michele Bertolami, direttore del Ceviq, l’istituto di Udine che si occupa della certificazione dei vini di qualità – affermano che aziende venete di medio-grandi dimensioni hanno prenotato una notevole quantità di barbatelle di Ribolla gialla da piantare nella prossima stagione vinicola”.

Questo vitigno, sottolinea Bertolami, sta vivendo un momento di gloria, perché risponde alle mode del momento, sia nella versione ferma, sia in quella frizzante. Inoltre, il nome è molto adatto alle campagne di marketing.

“Il timore è che i veneti inizino a commercializzare grandi quantità di questo nostro vino – avverte Bertolami – l’unico modo per salvaguardare la produzione locale è l’approvazione della Doc Friuli, che considera nel suo disciplinare anche la Ribolla gialla spumantizzata”.

 

Dossier in cantiere

“La Ribolla – commenta il neoassessore regionale all’Agricoltura Cristiano Shaurli – è già inserita in Igt e ricordiamoci che questo avviene attraverso richieste dei produttori e non delle istituzioni. È innegabile, invece, l’urgenza di una tutela della tipicità e della qualità della Ribolla gialla. Stiamo, quindi, lavorando come Regione, assieme alle associazioni di categoria, per legarla fortemente al territorio attraverso gli opportuni riferimenti storici, scientifici e geografici”.

Il progetto di Doc unica Friuli, era stato lanciato oltre due anni fa, ma si è arenato. Facendo tesoro dell’esperienza del Tocai, inoltre, va ricordato che il nome Ribolla non è legato ad alcun toponimo, elemento prevalente nella tutela delle origini secondo il diritto europeo. Il timore, quindi, è che qualsiasi azione di tutela si riesca a organizzare ora, risulti tardiva.

 

 

( Fonte Il Friuli )