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«È possibile mantenere la storica denominazione del vino Tocai»

L’INIZIATIVA LEGISLATIVA DEI CITTADINI PER IL PRESIDENTE


 


Se Roma e Bruxelles non arrivano in tempo, ci penserà Trieste a provare a salvare il Tocai friulano dalla scomparsa. L’intenzione è del gruppo consiliare dei Cittadini per il presidente, che ieri hanno comunicato l’intenzione di presentare un disegno di legge regionale che autorizzi l’imbottigliamento del vino con il nome Tocai anche dopo il 31 marzo. Un provvedimento legislativo che, in base al comma 6 dell’articolo 24 dell’accordo Trip’s (relativo agli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio) consente ai singoli Stati di concedere la facoltà di vendere all’interno del proprio territorio prodotti con marchi ad indicazione geografica “vietati” a livello europeo. «Avendo la Regione Friuli Venezia Giulia competenza primaria in materia di agricoltura – ha spiegato il capogruppo di Cittadini, Bruno Malattia – riteniamo che sia possibile con una legge composta anche da un solo articolo recepire l’accordo Tripp’s e autorizzare l’etichettatura e la vendita del Tocai friulano anche dopo il 31 marzo 2007, limitatamente al territorio nazionale. Considerato il fatto che il 95/98% del prodotto viene venduto in Italia, ci sembra la soluzione migliore in attesa del pronunciamento della Corte di giustizia europea prevista nella primavera del 2008».


Accanto a Malattia, anche i consiglieri regionali Piero Colussi, Maurizio Paselli e Carlo Monai, che a loro volta hanno sostenuto l’iniziativa. Il disegno di legge è già stato messo a punto con esperti legali e l’avvocatura della Regione. Nei prossimi giorni sarà discusso anche con l’amministrazione regionale per poi essere depositato in Consiglio. «L’auspicio – ha proseguito Malattia – è che il testo possa essere esaminato dall’Aula nelle sedute di fine marzo e trovi l’appoggio di tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e opposizione, con i quali intendiamo confrontarci. Grazie alla tenacia di alcuni produttori, in particolar modo i consorzi di Cormons e Casarsa del Friuli, abbiamo la possibilità di difendere l’identità di un prodotto tipicamente friulano, che altrimenti rischiava di andare persa per sempre. Chiamando il vino “Friulano”, a nostro avviso, non si difende con il dovuto vigore un prodotto che non dovrebbe interessare solo i produttori, ma l’intera comunità regionale». «Ad essere danneggiati dalla rinuncia al nome Tocai sarebbero i maggiori produttori – ha fatto eco Paselli – già l’estate scorsa i rappresentanti delle cantine sociali avevano manifestato la loro contrarietà all’assessore regionale all’Agricoltura Enzo Marsilio, durante gli incontri del Tavolo verde, a cambiare denominazione in “Friulano”. Per questo il gruppo dei Cittadini domani, alle 10.30, ha organizzato sull’argomento un convegno che si terrà a Udine, nella sala Paolino d’Aquileia in via Treppo 5, alla quale parteciperanno anche Antonio Calò, direttore dell’istituto sperimentale viticoltura Cra, Ivano Benvenuti, presidente Confcooperative Fvg, Fausto Capelli, docente di diritto comunitario all’Università di Parma e il giornalista e agronomo Claudio Fabbro.


( Fonte gazzettino.quinordest.it )