Home News Amarone, le 13 cantine storiche non potranno piu’ usare il nome Amarone....

Amarone, le 13 cantine storiche non potranno piu’ usare il nome Amarone. Marchio illegittimo

Una denominazione del vino ed il suo territorio, compreso il suo nome, sono patrimonio comune di tutti i produttori, anche se non aderiscono al Consorzio di tutela.

famiglie-amarone-brand-illegittimo-consorzio-vince-causa

Il direttivo delle Famiglie dell’Amarone d’Arte – Sandro Boscaini, ex presidente; Marilisa Allegrini, presidente; Stefano Cesari, vicepresidente (foto: Agronotizie)

 

Nessun produttore, o nessuna associazione di produttori, possono utilizzare quei valori condivisi in maniera particolare e personale.

Il Tribunale di Venezia con propria sentenza,   ha dato ragione al Consorzio Vini Valpolicella , costituitosi parte lesa nei confronti delle Famiglie dell’ Amarone d’Arte (società  formata da 13 cantine storiche e tra le più importanti della denominazione: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato ).

Con la sentenza 2283/2017 del 24 ottobre 2017, spiega il Consorzio, il Tribunale ha ordinato alle Famiglie dell’ Amarone d’Arte di «rimuovere dalla denominazione sociale qualsiasi riferimento totale o parziale al Docg Amarone della Valpolicella, ivi inclusa la parola Amarone. Ha accertato la nullità del relativo marchio italiano e ne ha pertanto vietato l’uso, ordinandone anche la rimozione dalle bottiglie di vino, nonché accertata l’effettuazione da parte dei convenuti di atti di concorrenza sleale.

Ha inibito alla società Famiglie dell’Amarone d’ Arte di svolgere attività promozionale avente ad oggetto Amarone della Valpolicella, riferendosi ad un Amarone d’Arte e/o ad un disciplinare diverso dal disciplinare di produzione.

Ha ordinato di rimuovere dal sito web il cosiddetto Manifesto dell’ Amarone d’Arte.

 

«Dopo oltre due anni – spiega il Consorzio della Valpolicella – siamo soddisfatti dell’esito positivo di questa sentenza. Si tratta di una grande affermazione del territorio e della denominazione, che deve essere al centro del sistema di tutela promozione e valorizzazione dei vini di qualità. È un risultato importante anche perché la sentenza è destinata a fare giurisprudenza all’interno del settore vitivinicolo«.