Non vi stò scrivendo di barolo, di brunello di montalcino ecc., vini le cui caratteristiche di invecchiamento sono note ai piu’, per questo consacrati grandi nell’olimpo dei migliori vini mondiali al pari dei blasonati francesi, con la differenza di avere un prezzo di vendita il piu’ delle volte maggiormente conveniente !
Oggi vi scrivo di un vino che è rimasto nella semi oscurità fino a pochissimi anni fa, quando per merito di alcuni produttori innovativi si è messo in luce sullo scenario nazionale ed internazionale.
Vi stò scrivendo del Primitivo di Gioia del Colle che a differenza del fratello piu’ conosciuto ed oggi piu’ famoso il Primitivo di Manduria, può beneficiare di altitudini dei terreni in cui viene coltivato, che arrivano anche a 600 mt. sul livello del mare !
Colline sassose e povere di scheletro che consentono alle piante di beneficiare di alte escursioni termiche, conferendo alle uve freschezza ed acidità piu’ sostenute, con il risultato finale di avere vini di bella finezza, eleganza e conservabilità negli anni !
Sul finire del 1700 il sacerdote primicerio Francesco Indellicati selezionò un vitigno a maturazione precoce che chiamerà, proprio per questo motivo, “PrimAtivo”, ovvero il primo a maturare, che pianterà a Liponti, in contrada Terzi di Gioia del Colle.
Fu, dunque, proprio a Gioia del Colle che si realizzarono le condizioni più favorevoli per la coltivazione di questo generoso vitigno, divenne ben presto oggetto di coltivazione intensiva su una area molto più vasta di territori pugliesi dove si diffuse ad opera degli stessi monaci Benedettini. Solo successivamente, sul finire del 1800, un secolo più tardi, venne introdotto anche in provincia di Taranto.
( vigneti dell’azienda Polvanera di Filippo Cassano )
Questo di oggi ne è un esempio molto limpido e chiaro, la conservavo non da tanti anni, avendo reperita da poco questa bottiglia di Primitivo di Gioia del Colle, classificato come Vino da Tavola, datato 1975 quindi con 39 anni di vita sulle spalle !
Un primitivo prodotto dalla Cantina Cooperativa Sociale di Gioia del Colle della cui esistenza oggi non sono a conoscenza !
VINO PRIMITIVO DI GIOIA DEL COLLE 1975- Vino da tavola- gr. 14
Note di degustazione
Mi sono approcciato a questa bottiglia con molta circospezione e limitate attese, come ogni volta in cui mi avvicino a bottiglie cosi’ vecchie, ma ho visto il livello del vino ancora perfetto.
Ho provveduto alla stappatura molto delicatamente e fortunatamente il tappo è uscito integro e non aveva odori strani, per cui le speranze sono aumentate gradualmente, infatti ho trovato qualcosa di emozionante :
colore rosso granato di media intensità, con sfumature aranciate “ sull’unghia “ ;
al naso era molto intenso, con note in fase di “ terziarizzazione “ quanto mai piacevoli e coinvolgenti : cuoio, pellame, cenere, umus ;
in bocca è incredibile e stupefacente, entra pieno, vigoroso, quasi tagliente con la sua bella ed evidente spalla acida a quasi 40 anni dalla vendemmia, caldo, in equilibrio sensoriale, tannini presenti ma di grana fine e nobile ben percepibili, il sorso è piacevole e di grande soddisfazione, molto lungo nel finale di bocca !
Un vino che mi ha dato grande soddisfazione come non mi capita spesso, Eccellente !
Grande la longevità del Primitivo di Gioia del Colle che sicuramente si potrà collocare senza timore reverenziale nell’Olimpo dei grandi vini italiani e mondiali !
Roberto Gatti
10 Novembre 2014