Il 20% dei soci della realtà che raggruppa i viticoltori del pavese chiede un’assemblea e la testa dei vertici. “Non c’è più fiducia, si dimettano tutti”. Un produttore: “Ormai è tardi, meglio portare i libri in tribunale”RONI (Pavia)
Nuvole nere si addensano su Terre d’Oltrepò, che rappresenta l’eccellenza sulla scena viticola italiana dal 2008, anno in cui il gruppo è nato a seguito della fusione tra la Cantina di Casteggio (1907) e la Cantina Sociale Intercomunale di Broni (1960). Un gruppo composto da 107 soci, che rappresentano circa il 20% del capitale sociale ha chiesto la revoca del Consiglio di amministrazione e la convocazione dell’assemblea.
La mozione di sfiducia arriva a causa del “profondo dissenso per la gestione attuale della cooperativa”. Il gruppo nel 2017 ha acquisito La Versa, storico brand che dal 1905 porta con sé oltre un secolo di tradizione e rappresenta una delle più antiche Cantine Sociali del territorio, situata nel cuore della più vasta area in Italia vocata alla coltivazione di Pinot Nero, terza in Europa dopo Borgogna e Champagne con il 75% dei terreni dedicati alla coltivazione del vitigno. Ma i problemi sono tanti e da TdO si allargano all’intero territorio dove da una superficie vitata di 13mila ettari si è passati agli attuali circa 8mila.
