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Bologna, ormai è (quasi) tutto pronto: la Disneyland del cibo riscalda i motori

Open day riservato alla stampa da Fico, la nuova creatura ideata da Oscar Farinetti

 

 

Sapori e colori. C’è un po’ tutto il Paese all’interno dei 10 ettari di Fico, il parco dell’agroalimentare ospitato all’ex Caab di Bologna e che è stato possibile visitare in anteprima in vista dell’apertura del 15 novembre. Dal Piemonte alla Sicilia e dalla Puglia alla Liguria, l’Italia del dolce e del salato si trasforma in attrazione turistica e in racconto di una cultura e di una storia uniche al mondo. La parte del leone la fanno i prodotti del territorio regionale, che sono i veri padroni di casa.

Bologna, ormai è (quasi) tutto pronto: la Disneyland del cibo riscalda i motori

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Specialità enogastronomiche e aziende agroalimentari dell’Emilia-Romagna sono in prima fila in Eatalyworld nell’insegnare ai visitatori di tutto il mondo il valore del cibo di qualità. «È la nostra piccola rivincita contro gli “spaghetti alla bolognese”», scherza il sindaco di Bologna Virginio Merola. E allora ecco le aziende di latte e lattici come la Granarolo al Parmigiano Reggiano, il Grana Padano e il Caseificio Valsamoggia. Ma anche le carni e i salumi della “grassa Emilia-Romagna”.

 

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Grandi marchi come il consorzio della Mortadella Igp e la Amadori di Cesena, e realtà locali come le carni del consorzio La Granda, con la macelleria Zivieri di Bologna. E ancora la Mutti di Parma e le amarene Fabbri, senza dimenticare le piadine e il pesce romagnoli.

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Ma è tutto lo Stivale a trovarsi “in una posizione unica al mondo – racconta il fondatore di Eataly, Oscar Farinetti – stesa in mezzo al Mediterraneo, con una biodiversità agroalimentare senza pari”. Prodotti, cultura e tradizioni di un territorio vario e fantasioso. A cominciare dalle mele. Non solo quelle trentine della Val di Non, che a centinaia rivestono la facciata dell’ingresso al parco. In Italia sono 1000 le diverse varietà ciltivate del frutto biblico che condannò Adamo ed Eva.

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Dal Sud arriva l’alta pasticceria siciliana, con cannoli, cassate, martorana e “minne di virgini”; dall’Umbria gli arrosticini e dal Mugello i panini con il lampredotto.

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Tra un chiosco e un ristorante, un bar e un laboratorio capita pure di vedere un frantoio in azione, che spreme olive liguri, mentre non lontano si affetta al coltello il prosciutto friulano di san Daniele. E ancora il birrifici e biscottifici, cioccolaterie e stand per la frittura take-away. Un “parco divertimenti” per le papille gustative. A Fico ce n’è davvero per tutti i gusti.

 

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Ecco come avevamo raccontato il progetto

 

“La Fabbrica Italiana Contadina ha finalmente una data di nascita. La nuova creatura di Eataly World, nome in codice FICO, aprirà infatti il prossimo 15 novembre. Il D-day per l’inaugurazione è stata scelto in concerto dal Comune di Bologna – promotore del progetto – insieme alla società di gestione Fico Eataly World, la fondazione FICO per l’educazione alimentare e alla sostenibilità, CAAB – Centro Agroalimentare Bologna e Fondo PAI (parchi agroalimentari italiani). L’obiettivo è quello di racchiudere e mostrare in unico grande spazio la ricchezza della biodiversità italiana. FICO avrà l’ingresso libero e con i suoi 10 ettari di estensione, 2 di campi e 8 di spazio coperto, sarà il parco agroalimentare più grande del mondo. Un luna park dell’alimentazione: quaranta “fabbriche contadine”, ristoranti, botteghe e mercato. A questi spazi più canonici saranno affiancate aree dedicate allo sport, all’intrattenimento e allo studio con una fondazione e tre università.

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“Quello che vogliamo fare è esprimere la biodiversità in tutte le sue forme, dalla produzione alla ristorazione”, ha dichiarato Oscar Farinetti e proprio al gusto con oltre quaranta punti ristoro sarà dedicato ampio spazio, tra ristoranti tematici e ristoranti stellati, osterie, bistrot e chioschi di street food. Lo spazio dedicato alla cucina d’autore italiana sarà affidato al pluristellato Enrico Bartolini, che qui affronterà la sfida di “proporre una cucina d’autore e di qualità a prezzi accessibili”, in linea con la filosofia di FICO, in un locale che conterà solo cinquanta coperti e sarà, parola dello chef, “molto bello”. Certa la collaborazione con l’associazione Le Soste: durante l’anno ospiterà sei chef appartenenti all’associazione in modo da permettere al pubblico “di provare tante cucine diverse, tutte molti interessanti, che rappresentano il meglio sul territorio italiano”.

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Alla grande cucina d’autore sarà affiancato un universo eterogeneo di altre realtà. Si passerà da piccole realtà dedicate alla cucina tradizionale come Amerigo, una storia trattoria sui colli bolognesi che aprirà a FICO un suo spazio, e Osteria del Culatello, dove Antica Ardenga proporrà una selezione di salumi e formaggi dalle regioni italiane, a proposte più varie. Così a uno spazio dedicato alla cucina di carne gestito dal macellaio-norcino Zivieri (con i tagli del consorzio La Granda) verrà affiancato un punto vegetariano gestito da Beatrice Lipparini del bistrot bolognese Rosarose e un angolo per i fritti d’autore, l’Osteria del Fritto, i cui piatti saranno firmati da Gaetano e Pasquale Torrente. Non mancherà un ristorante dedicato al pesce e alla cucina di mare, affidato allo chef del Guido di Rimini. Tra ristorantini, osterie e trattorie spicca poi una curiosità, il Bistrot della patata.

 

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Lo street food sarà declinato in vari chioschi disposti lungo gli spazi all’aperto. Accanto a quelli dedicati e gestiti dalle varie regioni, che pubblicizzeranno i loro prodotti tipici, quello della porchetta, degli arrosticini, della piadina oltre a spazi dedicati a singole specialità come quella dedicata al prosciutto San Daniele. Numerose anche le aree ristoro di proprietà delle aziende che hanno uno spazio di produzione nell’area parco: i prodotti ricavati dal suino nero lavorato dal salumificio di Madeo e Savigni, il pane del forno di Calzolari, la pasta di Campiofilone e la produzione del pastificio di Gragnano di De Martino.

 

( Fonte Repubblica )