Home Comunicati Stampa Cantine Pellegrino, qualità e successo nonostante il coronavirus

Cantine Pellegrino, qualità e successo nonostante il coronavirus

L’annata, dal punto di vista vinicolo è andata abbastanza bene. Qualitativamente, tranne piccole macchie di leopardo dovute a piccoli attacchi di peronospera che non hanno fatto tantissimi danni, abbiamo avuto un grado alcolico superiore di mezzo punto rispetto alle annate precedenti. La cosa che ci ha molto confortato è stato l’andamento del clima. Parlo soprattutto della provincia di Trapani dove il Grillo è uno dei vitigni con maggiore estensione. Grillo che storicamente è servito come base per il Marsala ma che da qualche anno viene vinificato a secco ed è diventato un po’ l’identità del territorio trapanese. Questo vino ha avuto una bellissima annata sia qualitativa che quantitativa.
Per quanto riguarda la Sicilia credo che negli ultimi dati ufficiali si parla di una leggera riduzione intorno al 5-10% ma che è dovuta principalmente alla vendemmia verde che è stata finanziata dal governo nazionale. Soprattutto per la provincia di Trapani ci sono stati produttori che hanno fatto questa scelta, quindi se c’è stato questo calo è stato non per motivi naturali ma per agevolazioni finanziare volte ad evitare eccessi di produzione. Parliamo quindi di un anno con il 5% in meno e di buona qualità soprattutto per il Grillo.

Per quanto riguarda noi come azienda, che a Pantelleria siamo i più primi produttori di Moscato e Passito, anche qui abbiamo registrato una buona annata. Soprattutto c’è stata una vendemmia ottima per i fattori climatici, quindi non abbiamo avuto piogge durante la vendemmia, le fasi di raccolta sono state organizzate senza problematiche. A Pantelleria si sono ottenuti gli stessi quantitativi dell’anno scorso, con una qualità superiore e con una differenza di un grado/un grado e mezzo in più e questo per i Passiti è una cosa molto positiva.

Per quanto riguarda gli aspetti commerciali abbiamo passato dei mesi bruttissimi. Perché quando la ristorazione era chiusa tutto il mondo dell’Horeca si era fermato. La nostra azienda ha sofferto meno in quanto la parte maggioritaria della nostra produzione è rivolta alla Grande distribuzione. Nella Gdo abbiamo visto quello che è successo con l’accaparramento di merci. Chiaramente sul vino non c’è stato accaparramento ma c’è stato un leggerissimo calo. Tutti i prodotti che erano sui banchi della Grande distribuzione, i nostri moscati, i nostri passiti, i nostri marsala, hanno avuto dei cali molto ridotti.

Abbiamo sofferto chiaramente nell’Horeca e abbiamo avuto, inaspettatamente devo dire, dei rimbalzi strepitosi nei mesi di luglio e agosto in quanto gli italiani non sono andati in vacanza all’estero ma sono rimasti tutti in Italia e la Sicilia, insieme alla Puglia alla Calabria e alla Sardegna, sono state le regioni prese di mira, quindi c’è stata un’esplosione di turismo, soprattutto nelle fasce costiere. Questo ci ha fatto recuperare parecchio di quello perso nei mesi di marzo aprile maggio e anche in parte di giugno. Chiaramente siamo sempre in ansia, perché sappiamo benissimo che il problema non è stato risolto. Noi sulla Gdo siamo sempre molto ottimisti, soprattutto nei periodi che precedono il Natale, quando di solito i consumi del passito e del marsala sono sempre in aumento. Per quanto riguarda l’estero le situazioni non sono omogenee. Ci sono stati Paesi che non hanno avuto chiusure e paesi che stanno soffrendo. Le perdite maggiori le abbiamo avute negli Stati Uniti, in Brasile e in Giappone. Negli altri Paesi abbiamo avuto le stesse vendite degli altri anni.

 

Quali sono le prospettive dell’azienda per cercare di recuperare quello che è rimasto da recuperare?

Questo dipende molto dal prossimo futuro. E non dipende da noi. Chiaramente siamo molto presenti sul mercato, siamo molto vicini ai nostri agenti, cercando anche di anticipare delle provvigioni, facendo anche dei piani di scontistica per cercare di superare questa fase.

Con la pandemia come è cambiato il vostro approccio con il digitale e l’e-commerce?

Come azienda abbiamo preso contatto con una delle più grosse catene di vendita online e abbiamo avuto degli incrementi a doppie cifre su questo canale. Ancora non ci stiamo organizzando a livello aziendale e quindi ci continueremo ad appoggiare a queste strutture nazionali che ci hanno dato buona visibilità.

Avete ricevuto aiuti istituzionali durante e dopo il lockdown? Avreste voluto aiuti maggiori?

Noi l’aiuto l’abbiamo chiesto perché nei mesi di aprile e maggio con la ristorazione totalmente chiusa siamo stati costretti a chiedere la Cassa integrazione, anche se parziale perché l’azienda è rimasta sempre aperta. Chiaramente c’erano dei settori che lavoravano meno e dei settori che lavoravano in modalità ridotta. Quindi abbiamo approfittato di questi aiuti statali per mettere a mezza giornata in cassa integrazione buona parte dei dipendenti. Per la nostra azienda questo è bastato perché la Grande distribuzione ha lavorato, di conseguenza, come si dice in termini poveri, abbiamo pianto con un occhio, perché questo nostro canale distributivo ha risentito pochissimo della situazione. La maggior parte dei danni sono stati in buona parte assorbiti con la Cassa integrazione.