C’è la sostenibilità nel futuro della produzione vitivinicola in Alto Adige

Per consegnare intatte alle prossime generazioni l’attuale produzione vitivinicola e le risorse naturali da cui dipende, il Consorzio Vini Alto Adige, in un’azione congiunta con il Centro di consulenza per la fruttiviticoltura, il Centro sperimentale agricolo di Laimburg, l’Accademia Europea di Bolzano, la Libera Università di Bolzano e Alfred Strigl, esperto di sostenibilità, ha elaborato un’agenda che abbraccia un piano d’interventi per il futuro della produzione vitivinicola altoatesina.

 

 

 

“Aver stilato un programma di intenti è ora più importante che mai, dopo l’anno più difficile della recente storia del settore vitivinicolo a causa del Covid e del lockdown”, ha dichiarato oggi Maximilian Niedermayr, presidente del Consorzio Vini Alto Adige. “L’Agenda si articola in cinque livelli operativi che corrispondono ai cinque pilastri su cui poggia il settore vinicolo, ossia il suolo, i vigneti, il vino, il territorio e le persone”, ha proseguito Niedermayr.

Due risorse essenziali per la viticoltura sono, ad esempio, il suolo fertile e l’acqua pulita. Se si vuole operare in modo sostenibile, quindi, bisogna gestire queste due risorse in modo oculato. Per questo livello operativo, l’agenda prevede di passare a una concimazione esclusivamente organica, sostituire i materiali sintetici monouso con materiali biodegradabili, ma anche rilevare, documentare e ottimizzare il consumo delle risorse idriche. Nella gestione dei vigneti, sono previste nuove regole unificate per i trattamenti fitosanitari.

“In questo ambito – ha aggiunto Niedermayr – gli interventi saranno molto incisivi.” Per esempio, già dal 2023 non si potranno più impiegare erbicidi sintetici. Un’attenzione particolare sarà rivolta anche alla biodiversità nei vigneti, che nei prossimi anni promuoveremo con un apposito vademecum per i viticoltori, e con un premio da assegnare annualmente al vigneto più ecologico dell’Alto Adige.