Che cosa ci fanno dei maiali nani neozelandesi tra i filari delle vigne di Champagne? L’ultimo metodo naturale adottato dai produttori, per evitare l’uso di pesticidi e trattamenti chimici sul campo.
Maiali, per la precisione dei maiali nani di razza neozelandese, in un posto in cui forse nessuno li avrebbe mai immaginati: tra i filari e le vigne dello Champagne. E non sono lì a caso, ma ricoprono un ruolo ben preciso e decisamente importante.
Nella rinomata Regione francese il vino si produce (anche) grazie a una speciale varietà di suini. Tra i segreti di uno dei prodotti più tipici e famosi dei nostri vicini di casa ci sono pure loro, dei piccoli maialini. Le bollicine più note del mondo si fanno anche grazie ai kunekune (in lingua maori ‘tondo e grasso‘), questo il nome della razza.
In un’agricoltura sempre più rivolta al biologico una particolare varietà di suini viene utilizzata come ‘spazzini’, con lo scopo di tenere pulito il terreno in cui sorgono i filari. Essendo di taglia ridotta, più bassi del normale, questi maiali non arrivano sino ai grappoli, passano facilmente al di sotto dei fili dei vigneti e si limitano a mangiare ciò che giace sul terreno come, per esempio, le foglie morte.
Maiali ‘spazzini’ nello Champagne
Tutto ciò permette di ridurre drasticamente il ricorso a trattamenti chimici per combattere non solo le erbacce (i maiali ne arrivano a mangiare le radici), ma anche per evitare l’insorgere di muffe e funghi. Con la loro azione, inoltre, questi maiali riescono anche ad areare il terreno.