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CIAO FRANCESCA

( Francesca è la prima a dx nella foto, scattata sulla costa Atlantica ad Arcachon )


Ciao Francesca…


Come un fulmine a ciel sereno, leggo solo ora in internet, della prematura ed improvvisa scomparsa di Francesca Bizzarri, giornalista e moglie di Andrea Gabbrielli. Ci siamo conosciuti al Concorso Mondiale di Bruxelles, ed abbiamo condiviso dei bellissimi momenti professionali ed in amicizia vera e genuina.


L’ultima volta è stato in Francia a Bordeaux, nello scorso Aprile, e qualche mese prima a Montalcino.


Sono profondamente addolorato e sono vicino ad Andrea, sapendo come fossero legati da un profondo amore e rispetto reciproco.


Un caro saluto con le lacrime agli occhi


Roberto Gatti




Il nostro ricordo di Francesca Bizzarri, grande giornalista e cara amica. Dal Movimento Turismo del Vino Puglia e dalla redazione Tirsomedia un commosso e affettuoso abbraccio alla famiglia.


Ma è nato prima il vino o il territorio?
La domanda se sia nato prima il vino o il territorio assomiglia a quella se sia nato prima luovo o la gallina, e sembra a prima vista del tutto peregrina. Ma come tutte le questioni di stampo filosofico non è di poco peso. Perché il territorio è uno spazio fisico, uno spazio antropico (cioè un luogo caratterizzato dalle modalità di insediamento delluomo n.d.r.), un insieme di valori, storia, cultura anche tecnologico-produttiva scrive Riccardo Pastore nel libro Il marketing del vino e del territorio, istruzioni per luso. Quando parliamo di identità di un vino legata a un territorio specifico, affrontiamo un tema scottante. Il vino è uno di quei prodotti della terra il cui valore immaginario supera di gran lunga il costo di produzione. In una recente inchiesta presentata allultimo Vinexpo, ben il 76% lo considera un fatto sociale e non lo berrebbe mai da solo. In altre parole con la scelta di un vino ci si racconta agli altri, si sceglie una bottiglia per narrazione di se medesimo dicono gli addetti ai lavori e si beve sempre meno per tradizione (solo il 22% lo fa secondo gli ultimi dati del Censis). Il vino è sempre più un prodotto leisure, legato al piacere e sempre meno un prodotto alimentare. Quale valore distingue vini a denominazione dorigine del Vecchio Mondo vitivinicolo da quelli varietali del Nuovo? Lidentità di vino e territorio appunto, quel valore cioè che differenzia sul piano legislativo e del marketing i nostri vini. E il boom del turismo del vino, un giro daffari di 2,5 miliardi nel 2004, secondo lultimo rapporto Censis, è lì a dimostrarlo. Ma che per generare un circolo virtuoso a beneficio dei fruitori e dei produttori, deve tradursi in una maggiore visibilità dei territori e in una maggiore informazione sui processi produttivi. Un plus (dando per scontata lattenzione alla qualità) che a livello di immagine (leggi di prezzo) può diventare larma contundente dei primi a difesa della spietata e agguerrita concorrenza dei secondi. I vini del Nuovo Mondo si caratterizzano in genere per un rapporto qualità-prezzo estremamente competitivo, si trovano negli scaffali della grande distribuzione, insomma la lotta è quantomeno impari. Dopo luscita del film Sideways, ambientato nei vigneti della California, le vendite di Pinot Noir, il vitigno cult per i due amici in viaggio nel più classico dei road-movie sono aumentate. In questo caso lo spettatore che comprerà il vino lo collega allampia distesa dei vigneti della Napa Valley al tramonto, dimenticando la Borgogna e la Francia, e le glorosie tradizioni del Pinot noir. Tipico esempio di identità vino-territorio indotta nellimmginario collettivo dei consumatori attraverso uno dei più tipici prodotti americani, il cinema di Hollywood, esportato in in tutto il mondo. In unindagine presentata nel gennaio 2005 dal prof. Mannheimer il 3% di chi conosceva l Amarone pensava che fosse un vino prodotto in Puglia. La ricerca era promossa dal consorzio di tutela dei vini della Valpolicella e si proponeva di indagare su quanto il territorio della Valpolicella fosse conosciuto dai consumatori di vino ma, oltre al fatto che erano in pochi a dare la risposta giusta, è significativo che l Amarone, un vino rosso ad alta gradazione, maschio che piace alle donne, corposo ed elegante, venga istintivamente collegato alla Puglia ovvero a una zona di produzione di vini forti e alcolici. Una regione peraltro divisa in partes tres, il Tavoliere, le Murge e il Salento, territori profondamente diversi luno dallaltro. Uno dei fenomeni del vino californiano degli anni Novanta è quello dei cosidetti cal-italian, cioè la produzione di vini da uve tipicamente italiane (tra queste anche il Primitivo, oggetto di querelles tra i produttori della zona di Manduria e gli altri per lindicazione del nome in etichetta n.d.r.) con una denominazione che indica un luogo preciso di provenienza e una tipologia di prodotto ben precisa, i vini varietali italiani. Insomma lo sviluppo di un marchio di territorio ben preciso, in riferimento allitalianità che le aziende californiane hanno iniziato sapientemente a comunicare attraverso la scelta delle etichette e la denominazione Cal-italian, che permette al consumatore di sentirsi parte di una famiglia (tipico valore dal sapore italiano) attraverso la fidelizzazione del Cal-italian Club. In uno scenario globale dove la tendenza alla de-localizzazione dei prodotti alimentari è sempre più forte, leffetto trainante vino-zona di produzione vale anche per i vini del Nuovo Mondo
(pubblicato sulla rivista “AIS Puglia” n.6 ott/dic 2005)


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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.