Home News COSMESI BIOLOGICA, LA NECESSITA’ DI SAPER COMUNICARE

COSMESI BIOLOGICA, LA NECESSITA’ DI SAPER COMUNICARE

 


Su Bollettino Bio si parla spesso di agroalimentare biologico, ma un po’ meno del settore cosmesi. I motivi sono tanti, primo fra tutti il fatto che si tratta di un settore relativamente giovane, che si basa ancora su standard “privati” e con una struttura meno organizzata rispetto al settore alimentare. Oggi però, voglio soffermarmi su questo argomento approfittando di una email giunta in redazione pochi giorni fa e inviata da una studentessa di Economia dell’università di Roma La Sapienza. Si chiama Elisa e scrive: ” Sto completando la mia tesi di laurea triennale sul settore cosmetico biologico. Vi mando questa e-mail per farvi presente la forte reticenza delle aziende di settore nel fornire dati di mercato. L’argomento da me trattato – aggiunge Elisa – riguarda sicuramente un mercato in fase di sviluppo, quindi capisco che sia difficile trovare dati sulla domanda aggregata, ma penso anche che ogni azienda disponga di informazioni relative all’andamento delle vendite e alle preferenze dei potenziali clienti”. Una considerazione legittima a meno che non si voglia pensare che il settore della cosmesi biologica sia composto da imprenditori avventati che si improvvisano sul mercato senza alcun dato di riferimento. Lungi da me, naturalmente, voler pensare una cosa del genere, ma è evidente che di fronte a un fatto così “curioso” ogni dubbio diventa plausibile.


 


“Non ho mai richiesto informazioni relative ai bilanci” scrive Elisa “ed essendo una giovane laureanda era chiaro che il mio scopo non era né lucrativo né tanto meno invasivo o concorrenziale. Un mercato in fase di sviluppo come questo dovrebbe permettere ai giovani di avvicinarsi, non solo nella fase di acquisto, ma soprattutto attraverso una collaborazione più attiva”. E quest’ultima affermazione di Elisa mi porta diritto al secondo dubbio. Va bene, non si tratta di imprenditori avventati, forse semplicemente non sanno o non sono abituati a comunicare con l’esterno. Che non significa solo mandare comunicati stampa o utilizzare una qualche forma di pubblicità, ma vuol dire anche saperlo fare nel senso primordiale del termine, ovvero saper ascoltare ed essere in grado di dare una risposta. Questi due passaggi fondamentali creano le basi per quello che si chiama dialogo e che permette a due persone di capirsi a vicenda. E mi chiedo come un discorso del genere non sia comprensibile proprio da realtà giovani, con strutture snelle e non ancora appesantite dalla verticalizzazione che caratterizza le grandi aziende.


 


Stesso discorso vale per gli enti certificatori che, se da una parte non devono fare “business”, dall’altra devono essere in grado anche loro di comunicare – d’altronde in questa società è un dovere che spetta a tutti, sempre che si intenda rimanere all’interno del consorzio civile. Elisa infatti scrive di aver tentato vari approcci con diverse realtà del settore, ma in sostanza risposte zero. Niente dati aggregati, e qui ci siamo, ma neanche un piccolo sforzo per trovare qualche risposta alle domande poste da Elisa. A questo proposito leggevo poco tempo fa un rapporto di Organic Monitor, che parlava di una crescita annua del 20% per il settore della cosmesi biologica in Europa, per un valore complessivo di circa 1 miliardo di euro. Idem per l’Italia e la recente edizione di Cosmoprof, la più importante fiera italiana di settore, ne è un chiaro esempio, visto l’ampio spazio dedicato alla cosmesi biologica e naturale. E proprio questi dati mi hanno fatto riflettere, soprattutto se messi a confronto con le parole piene di rammarico e delusione con cui Elisa mi ha raccontato la sua vicenda.


 


Ora non sarò certo io a fare la predica di turno, ma mi sembrava corretto dare voce al dissenso di chi, tanto quanto le realtà sopra citate, stava semplicemente cercando di far bene il suo lavoro, ovvero quello di studentessa. Mi piacerebbe che qualcuno fosse in grado di dare conforto alle mie preoccupazioni, perciò invito tutti a “comunicare” – e non uso questa parola a caso – con la nostra redazione.


Elisa, tanto quanto me, si aspetta risposte convincenti.


 


( Fonte Greenplanet )