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CRESCE LA QUALITA’ DEL VINO COSENTINO

 

COSENZA. Il Consorzio Vini Calabria Citra produrr in questa stagione 400 mila bottiglie di vino che sar di una qualit sempre maggiore. Il Consorzio arriver a produrre un milione di bottiglie entro un paio di anni. A fornire i dati sulla produzione il Presidente della Confagricoltura di Cosenza, Renzo Caligiuri. Da Vivacqua a Boscarelli – aggiunge – da Matera a Serracavallo, da Colacino a Paladino, da Donnici 99 a Solano e Toriano, abbiamo aziende di grandissima qualit che sono pronte ad invadere tutti i mercati dopo avere svolto un lavoro di ricerca e di selezione che ha dato risultati eccellenti. Abbiamo una qualit straordinaria che merita di essere apprezzata e valorizzata anche dai calabresi nella scelta degustativa e che deve trovare unadeguata risposta in sede istituzionale nella politica di settore. I dati dei produttori di vino cosentini – conclude Caligiuri – sono in espansione essendo 64 le aziende presenti nel Consorzio, alcune delle quali saranno operative a breve dopo la fase di sperimentazione iniziale.


 


( Fonte Giornaledicalabria )


 








Filiera integrata. Enfasi sul territorio

di Angelo Pagliaro

Se un giornalista, di quelli nuovi – ripercorrendo i miei percorsi, senza deviare di una spanna – avesse visitato Verbicaro, viste le vigne da me – maledetto me – non citate e assaggiato i vini, quei vignaioli non avrebbero ancora le Mercedes di tanti miei contadini piemontesi con le toppe al culo – speranti anni 50 e 60, in un posto alla Fiat – ma il benessere si.
Luigi Veronelli


Cos si esprimeva il caro Gino rivolgendosi, in uno dei consueti duetti settimanali sulla rivista Carta/Cantieri sociali, a Pablo Echaurren, a commento di una mia lettera sulle De.Co., in provincia di Cosenza.
Consapevole che non un appropriato e complesso piano di comunicazione, ma una sua semplice citazione, una degustazione con giudizio di merito da lui espresso, sarebbe stata sufficiente a stimolare negli operatori pi attenti una particolare attenzione, un maggiore interesse nei confronti dei vini di questarea, della loro identit culturale, della tipicit legata al territorio, con conseguente agiatezza economica per i contadini di questa terra bellissima stretta in un abbraccio dai fiumi Abatemarco e Argentino.

Pancetta, fave e vino
Terra franosa e franata, viti e vita, tuttintorno case rurali in pietra ormai dirute, palmenti e piccoli forni sparsi un po ovunque nelle campagne, sommersi dai rovi ritorno alla terra? Amo andarci dinverno, non ci sono turisti, solo i monti davanti a me e i terrazzamenti, opera delluomo visibile sui prospetti collinari, migliaia di anni di agri-culture.
Non lhanno mai abbandonata le anziane donne che propongono lacquisto di boccioni di vino per solennizzare la Pasquetta. Fave fresche, pancetta e vino, Verbicaro questa triade leggendaria accompagna, da centinaia di anni, le gite e le sbronze al mare o sui monti del Pollino.
Parte quindi, per un debito di attenzione ereditato, proprio da Verbicaro, antico centro agricolo-pastorale, con i suoi 4.100 abitanti situato a 420 metri s.l.m., rinomato per la bont dei suoi vini, il nostro itinerario alla scoperta dei vini della Calabria Citra. Dalle zone a Doc del Verbicaro e del Pollino, attraverser, in seguito, i territori ad Igt della Valle del Crati, fino alle aree a Doc San Vito di Luzzi, Donnici e Savuto.
La zona di produzione dei vini a Doc Verbicaro comprende, oltre al territorio dellomonimo paese, quello di Grisolia, Orsomarso, Santa Domenica Talao e Santa Maria del Cedro, situati allinterno dellarea geografica del Parco Nazionale del Pollino. Lazienda leader produttrice del vino a Doc Verbicaro nelle tipologie rosso e bianco (per il rosato occorre aspettare la prossima vendemmia), ottenuto da uve di greco di bianco, malvasia bianca, guarnaccia bianca, gaglioppo (guarnaccia nera), greco nero la Verbicaro Viti e Vini (via A. De Gasperi 9, Verbicaro, telefono 0985 60 135) nata nel 1998. Questa azienda, che adotta sistemi di allevamento tradizionali e vitigni autoctoni, produce anche il vino a Igt Calabria San Francesco, utilizzando le stesse variet di uve, nelle tipologie bianco e rosso. Lasciamo la collina per recarci sulla splendida costa di Diamante, sul bellissimo lungomare, in un bar diventato famoso per la cedrata ai frutti di bosco, dove incontrer il mio amico Gennaro Convertini (tecnico agricolo e dellindustria enologica, specializzato in divulgazione agricola, presidente dellAis Calabria), disponibile, come sempre, a rispondere ad alcune domande sul consorzio da lui fortemente voluto.

La parola al tecnico
Finalmente una novit ed una speranza per la vitivinicoltura calabrese.
Qual il progetto enologico?
Il Consorzio dei vini della Calabria Citra nato nellAgosto 2004. Promotore del Piano integrato di filiera denominato gli itinerari dei vini della Calabria Citra Demetrio Stancati, titolare dellazienda agrituristica Serracavallo di Bisignano (Cs), che, con i suoi 16 ettari vitati, posti a 600 metri s.l.m., produce ottimi vini a Igt Valle del Crati ottenuti da uve sangiovese, merlot, cabernet sauvignon, magliocco, sauvignon blanc, riesling e greco bianco. Questo piano finanzia ben 63 imprese viticole, le quali potranno completare lintera filiera produttiva allinterno della propria azienda.
Ogni azienda ha programmato investimenti in tecnologie di cantina e nella creazione di nuove strutture per la trasformazione, spazi per laccoglienza, la degustazione e la presentazione dei prodotti.
Pi che sugli aspetti strutturali delle singole aziende, punteremo sulle capacit e le motivazioni degli imprenditori.
Oggi, per la rinascita della vitivinicoltura calabrese, si riparte proprio dalla provincia di Cosenza, una provincia che vede ben cinque aree a Doc e tre a Igt, a testimonianza di un passato produttivo e commerciale di tutto rispetto. nostra intenzione porre un freno al restringimento della superficie vitata e alla perdita costante di biodiversit.
Qual la storia della viticoltura di Verbicaro?
Un tempo le uve di Verbicaro venivano comperate dagli abitanti di Bisognano, i quali, in ben 67 palmenti, univano il gaglioppo con il minutello e la cimiciattola. Le uve elette venivano considerate la malvagia, la moscatella bianca e nera, lo zibibbo, la ruggine e la brunesta.
Bisogna ricorrere allascolto dei racconti degli anziani vignaioli per sentir parlare delle uve nere di Verbicaro: castiglione, damaschina, greca nera, lacrima, moscatella nera, roia (ruggine).
E delle uve bianche: ditella, duraca di Santa Domenica, malvagia, messinese di Santa Domenica, moscatella, senese, zibibbo o duraca.
Di questo immenso patrimonio varietale, banca di odori e sapori, vitigni non ubiquitari di epoca pre-fillossera, sono rimaste poche variet, coltivate su una minima porzione dei 2.000 ettari di superficie su un totale regionale di circa 10.000 ettari vitati.
Una reintroduzione di queste variet aumenterebbe la variabilit delle caratteristiche sensoriali a disposizione dei vignaioli per la produzione di vini nuovi e per larricchimento degli uvaggi tradizionali.
Qual la destinazione finale delle uve prodotte nel cosentino?
Attualmente solo il 20% della produzione viene vinificato, il restante 80% finisce nellanonimo mercato delluva e del mosto.
Punterete sui vitigni autoctoni per produrre vini monovarietali?
La tradizione vitivinicola del terroir multisito della provincia cosentina si basa sugli uvaggi, le condizioni variegate dei siti pedoclimatici (si passa in pochi minuti dal litorale marino ai monti dellOrsomarso, della Sila o del Pollino) hanno da sempre offerto, a noi enologi, numerose possibilit di interpretazione e di variabilit.
In ogni caso al patrimonio di vitigni autoctoni che gi conosciamo, composto da guarnaccia di Verbicaro, lacrima del Pollino, guarnaccino e mantonico nero dellEsaro, malvasia, moscatello di Saracena, mantonico bianco, verdina, guarnaccia bianca, pecorello, se ne aggiungeranno molti altri da recuperare e studiare.
Parlaci del progetto integrato di filiera.
I responsabili del consorzio hanno deciso, tra le altre iniziative, che le varie fasi della vinificazione saranno seguite da giovani tecnici guidati da un esperto enologo. Il nostro obiettivo pi importante agevolare il processo di crescita e trasformazione degli imprenditori da viticoltori (produttori e venditori di uva) a imprenditori vitivinicoli (produttori e venditori di vini imbottigliati), capaci di cimentarsi con le richieste dei mercati offrendo prodotti ad alto livello di riconoscibilit, sia per la provenienza territoriale sia per la tipicit.
Abbiamo pensato ad un marchio comune per la tipicizzazione dei prodotti, lavoreremo per modificare i disciplinari di produzione rendendoli pi aderenti alla realt, seguiremo tutte la fasi nelle aziende, dalla commercializzazione alla tracciabilit, ed infine alla promozione e creazione di itinerari e pacchetti enogastronomici.
Tutti i servizi citati sono stati previsti e finanziati nellambito del progetto integrato di filiera che destiner, nel biennio 2005-2006, 19 milioni di euro per gli investimenti in azienda e 700.000 euro per lattuazione dei servizi di assistenza tecnica in vigneto ed in cantina, per la formazione, la commercializzazione e per la promozione.
Siamo ormai convinti che la promozione complessiva del territorio il metodo vincente; gli enti pubblici, in collaborazione con i ristoratori, i produttori, gli albergatori, devono operare per valorizzare tutte le tipicit, spostando, per quanto riguarda i vini calabresi, la percezione della qualit verso le indicazioni territoriali, senza penalizzare le tipologie varietali.


( Fonte Veronelli.com )


al link: http://www.veronelli.com/Rivista/Cat23/Notizie/News2