Home Comunicati Stampa Dal Medioevo il vino che prometteva di curare i malanni

Dal Medioevo il vino che prometteva di curare i malanni

Genova – Varcare la sua soglia è come tornare al Medioevo: le pareti coperte di legno, luci basse, riproduzioni di armi affisse ai muri, mobili imponenti.

 

D’altra parte, Paolo Tonti, che è il padrone di casa di questo spazio in vico Ansaldo, a due passi dal Bisagno, è un grande appassionato di rievocazione storica. «Tanto che mi interessa capire come si viveva, che cosa si mangiava e si beveva a quell’epoca», racconta. Qui c’è il laboratorio dove, da tre anni, si è messo a produrre l’ippocrasso, un vino preparato secondo un’antica ricetta trovata su un compendio di cibo e bevande dell’inizio del Duecento. L’hanno chiamato così da Ippocrate, il padre della medicina, perché, secondo la tradizione, ha proprietà curative.

 

«La base è un vino già pronto, un Barbera d’Asti a cui aggiungiamo tre spezie. Lo zenzero, che ha proprietà disinfettanti, la cannella, un rilassante per la muscolatura dello stomaco e la galanga, una spezia del Sud-Est asiatico, molto utilizzata in Indonesia al posto del peperoncino, la quale funziona come antibatterico e disinfettante gastro-intestinale. Nozioni mediche di base ci dicono che un uomo che digerisce bene sta bene, da qui l’idea che questo “cocktail” abbia proprietà medicamentose», racconta Paolo. Alle spalle, ha quasi trent’anni di studio dell’epoca medievale che lo hanno portato anche a fondare un gruppo di rievocazione storica: “I cavalieri della Commenda”.

 

«Ma non è tutto», aggiunge. «Galanga e zenzero riscaldati rilasciano dei vapori anti-infiammatori che agiscono sui bronchi e aiutano a guarire dall’influenza». «E anche per il mal di testa questo vino è miracoloso», assicura Anjelika Presz che si occupa della promozione dell’Hippocras Commendae, il nome che Paolo Tonti ha scelto per il suo prodotto. Ne realizza fino a duemila bottiglie al mese in un angolo del laboratorio perfettamente attrezzato e a norma di legge: tini in acciaio in cui il vino viene messo in infusione, piastrelle fino a due metri di altezza, macchinari ultramoderni. È chiaro: lo spazio di produzione non poteva essere davvero medievale. Ma il resto sì: la bottiglia dal sapore vintage chiusa da ceralacca rossa, il nastro attorno al tappo e l’etichetta che riporta una scena tratta dalla Bibbia Majakowskij.

 

 

 

( Fonte ilsecoloxix.it )

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.