Home LIBRI EDITORIA Divino Andino, viaggi ed assaggi all’ombra della cordigliera delle Ande

Divino Andino, viaggi ed assaggi all’ombra della cordigliera delle Ande

Volentieri ospito, a puntate , il report di questo wine lover romagnolo, ingegnere prestato al mondo del vino, che per passione si è spinto da solo nel Sud America per esplorare i magnifici scenari naturali, ma specialmente per visitare le ” bodegas ” vitivinicole delle varie zone !

Buon viaggio

Roberto Gatti

 

IL VIAGGIO E L’ASSAGGIO

Divino Andino è il racconto di uno straordinario viaggio zaino in spalla di un assaggiatore di vino in cerca di un nuovo inizio in terra sudamericana.

Un lungo percorso che unisce turismo ed enoturismo, in un continuo alternarsi di persone, avventure e assaggi, in un nuovo modo di vivere con curiosità ed entusiasmo il “senso del viaggio”.

Dal volo sulle linee di Nasca a Machu Picchu, passando per la valle di Ica, nel deserto costiero peruviano dove si produce il Pisco, distillato nobile del Sud America.

Dalla Isla del Sol del Lago Titicaca al Salar de Uyuni, l’immenso deserto di sale dell’altopiano boliviano, con deviazione alla regione di Tarija, così affascinante ma ancora sconosciuta al mondo del vino internazionale.

E Poi la Ruta Numero 40 che da Salta arriva in Patagonia e corre parallela alla Cordigliera argentina, alla ricerca delle migliori “Bodegas”, e per finire l’arrivo a Santiago del Cile e la poetica Valparaìso di Pablo Neruda.

 

 

 

Nella cartina, disegnata a mano, potete trovare l’itinerario svolto e le relative “tappe enologiche” per ogni nazione visitata.

Ho coperto queste tappe in circa tre mesi di viaggio, principalmente in auto e autobus.

 

La partenza è stata da Lima, quartiere di Comas, poi Paracas, nel villaggio marittimo di El Chaco e visita alle Islas Ballestas. Sobrevolo sulle magiche linee di Nasca, e visita delle vigne che sorgono nel deserto di Ica, nella fascia costiera peruviana, ai piedi delle Ande dove si produce il Pisco, distillato nobile del Sud America. Da Arequipa siamo partiti per il percorso di avvicinamento al Canyon del Colca, luogo magico dove vola libero il Condor, simbolo di pace e spiritualità, mentre a Cuzco e nella relativa valle Sacra circostante, abbiamo cercato le tracce dell’antico impero Inca, ritrovandole in una sperduta collina circondata dal verde: il mito, Machu Picchu. Abbiamo lasciato il Perù in uno dei luoghi abitati più alti del pianeta, sul lago Titicaca dopo la visita al villaggio galleggiante degli Uros.

 

La Bolivia ci ha accolto con la sua Isla del Sol, sacra per le radici incaiche degli abitanti di queste terre perché si dice che da qui siano iniziata la stirpe dei figli del sole, poi un lungo viaggio attraverso l’altopiano boliviano: da La Paz, capitale amministrativa arroccata a 3800 metri di quota a Oruro, città mineraria sede del più caratteristico carnevale del continente fino al famoso trekking in 4×4 attraverso il Salar de Uyuni e le Lagune Colorate in un territorio surreale per ambiente e colori. Ultima tappa prima di lasciare la Bolivia, i vigneti di Tarija che sorgono a circa 2mila metri tra l’ altopiano e la foresta amazzonica, e danno un vino molto interessante, ma sconosciuto al mondo del vino internazionale.

 

Arrivati in Argentina dalla città di Salta, abbiamo cercato nelle Bodegas che si dipanano sulla lunga Ruta Numero 40 l’essenza dell’enologia argentina da Cafayate, terroir di elezione dell’aromatico Torrontes fino alla moderna ed eccentrica Mendoza e il suo suadente Malbec, tra un assaggio di asado e una yerba mate da condividere tra amici.

 

Il Cile ha regalato le ultime appassionanti giornate di viaggio. La moderna Santiago è lo specchio di una nazione ricca e all’avanguardia, anche sul vino, ormai conosciuto e stimato a livello mondiale. Ho visitato alcune storiche Bodegas della Valle de Maipo prima di ripartire in direzione oceano, verso la romantica Valparaiso.

 

Ma non è solo il vino che ha catturato la mia attenzione, in un continente così antico e travolgente. All’interno del romanzo troverete tanti riferimenti ad altre bevande tradizionali o comuni, come la cerveza consumata fresca e addolcita nelle tiendas peruviane oppure “condita” con sale, pepe e merken (una peperoncino tritato simile alla paprika) nei locali cileni; oppure la chicha (una specie di birra fatta con mais fermentato), la chicha morada (bevanda scura e dolce ottenuta dal mais viola), l’emoliente, infusi di erbe e altre bevande tipiche della tradizione andina.

 

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( Fonte divinoandino )