A Bruxelles non solo per fare sentire la voce della Toscana nell’iter della riforma dell’Organizzazione comune di mercato (Ocm) del vino, ma anche per promuovere un’alleanza tra le grandi regioni vinicole europee intenzionate a far pesare la loro voce. Questo il senso della missione dell’assessore all’agricoltura Susanna Cenni, intervenuta oggi, a nome dell’unica regione italiana, all’audizione del Parlamento europeo per un settore vitivinicolo sostenibile.
Susanna Cenni, che prima della seduta si è intrattenuta con il presidente della Commissione agricoltura del parlamento Joseph Daul che l’aveva invitata a partecipare ai lavori, ha espresso così la condivisione della Toscana sulla necessità della riforma per accrescere la competitività dei produttori vinicoli dell’Ue, ma l’ha accompagnata con alcune osservazioni puntuali sulle proposte contenute nel documento della Commissione. Queste osservazioni hanno subito ottenuto l’assenso dei rappresentanti della regione francese dell’Aquitania, in un incontro svoltosi questa mattina a Bruxelles, prefigurando una prima posizione comune di due delle regioni maggiormente rappresentative del panorama vinicolo europeo di qualità nel confronto con la Commissione europea. E sono state apprezzate da Katerina Batzell, la parlamentare incaricata di redigere il parere, che ha sottolineato come l’assenza nel documento, lamentata dall’assessore, di qualsiasi riferimento a ricerca e sperimentazione si tradurrà in una “indicazione chiave” della relazione parlamentare.
Dopo aver sottolineato la necessità che la riforma sia attuata nel periodo 2007-2013, in modo da permettere un adattamento più graduale alle novità da parte dell’economia rurale e del tessuto sociale, Cenni si è soffermata sulle singole proposte del documento della Commissione.
Sull’estirpazione volontaria dei vigneti, Susanna Cenni ha sottolineato il rischio che i 400 mila ettari così liberati finiscano per avvantaggiare gli agguerriti produttori dei nuovi paesi, mentre i 2,4 miliardi di euro dell’operazione potrebbero, se destinati a comunicazione e promozione sui mercati, far fare un grande salto alla viticoltura europea. L’assessore ha condiviso le proposte di liberalizzazione degli impianti dal 2013, lasciando però agli Stati la possibilità di limitare le produzioni dei vini di qualità , e di abolizione degli aiuti, con l’eccezione però del ritiro obbligatorio da parte delle distillerie dei sottoprodotti della vinificazione. Quanto alle pratiche enologiche, Susanna Cenni ha condiviso l’opportunità di un loro rapido aggiornamento, salvaguardando però le pratiche tradizionali, da menzionare sull’etichetta in modo trasparente per i consumatori. Piena condivisione nei confronti del mantenimento del divieto di vinificazione dei mosti di paesi terzi e del taglio dei vini europei con vini extraeuropei, come dell’assegnazione di risorse finanziarie agli Stati. Anche per le etichettature l’assessore ha condiviso la necessità di semplificare le regole, valutando però meglio la p
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