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Esiste in Italia una cultura dell’olio?

 

Risposta: no. Ed un no perentorio, senza esitazioni.

Qualcuno potr obiettare: Ma come, dopo tutte le attenzioni riservate al prodotto in questi utimi anni, si sostiene ancora che non esista una cultura dellolio?
No, la mia risposta; ed un no secco che rimane tale.

Tutto quanto si ascolta e si legge in giro, sempre un buon segnale, sia chiaro, rispetto al silenzio del passato; ma ci che conta, non sono le attenzioni in quanto tali, ma le attenzioni qualificate. Quelle, insomma, in grado di lasciare dei segni concreti, tangibili, in ragione dei quali si pu dire: s, esiste una cultura dellolio in Italia!

Ci che mi preoccupa, invece, che gli spazi che si stanno creando, nei media e in altri ambiti di comunicazione, siano finora solo flatus voci e nientaltro.

Per risolvere la questione, io proporrei ad esempio una verifica.
Una verifica da effettuarsi attraverso un esame, serio e severo, cui sottoporre gli olivicoltori, i frantoiani, i confezionatori e i commecianti dolio, ma anche i fruitori professionali del prodotto e, non certo esclusi, i consumatori.

Quindi, ovviamente, lesame quasi come quelli della maturit al liceo, ma un po pi seri, un po pi severi dovranno riguardare anche i dirigenti e i funzionari dellassociazionismo agricolo e professionale, non escludendo nemmeno i ristoratori, gli enotecari, i salumieri, i gastronomi, ma anche gli stessi giornalisti, anzi: questultimi pi di altri. Tutti sottoporre a verifica.

Ecco, ho pensato dunque a un esame, cos, semplicemente quale verifica per rendersi conto delleffettivo stato in cui lItalia e gli italiani versano in materia di cultura dolio.

E evidente che, se puntassimo il dito sui politici, il quadro che ne verrebbe fuori sarebbe oltre modo catastrofico. Pensiamo per esempio alla loro assenza, alla mancanza di progettualit

Bene, posta tale premessa, si colga piuttosto il senso della mia provocazione, dal momento che materialmente impossibile effettuare una verifica; e tuttavia, se veramente ci fosse attuabile, verrebe fuori un distastro pressoch totale.

Lolio di oliva di qualit non pu essere dunque sbandierato senza alcun criterio, senza alcuna progettualit, senza la dovuta attenzione per la qualit dei contenuti.
Si inizi perci in tempi brevi un nuovo corso, altrimenti non ci sar pi un futuro radioso per il prodotto olio di oliva, e nemmeno per il comparto che vi sta dietro.


di Luigi Caricato
http://www.luigicaricato.net


Osservazioni


Come non condividere quanto scritto dal collega Luigi Caricato, tra i piu preparati in Italia in questa materia, e di questo mi sono reso conto circa un anno fa quando presso l Universit di Cesena ho partecipato ad un corso per diventare assaggiatore di olio extra-vergine di oliva, e quanta fatica ho dovuto fare ed ancora continuo in parte a fare presso le mura domestiche per convincere mia moglie, che pure molto attenta ad una alimentazione sana e leggera, ad usare sempre e solo , ( anche per i fritti ) lolio extra-vergine di oliva che risulta essere, scientificamente parlando, L UNICO olio assolutamente naturale e genuino.


Un grande errore al supermercato volere risparmiare su tale alimento, quando un vero olio extra-vergine di oliva non pu mai costare meno di 6 euro al litro, considerando che poi questo alimento , come tutti gli altri daltronde , entra nel nostro organismo contribuendo o meno a mantenerlo sano!


Alle mamme italiane consiglio, per i loro bambini e ragazzi, ma anche per i mariti e per loro stesse  di somministrare solo questo tipo do olio, per il bene di tutte le persone care !


Evviva lolio extra-vergine di oliva italiano !!


Roberto Gatti


 


 

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