Proprio cosi’ , avete letto bene, un fiano datato 1988 in perfetta forma, splendido nelle sue espressioni gusto/olfattive che mi ha regalato grandi emozioni.
Quando si trovano di questi vini bianchi perfettamente conservati dopo 26 anni dalla vendemmia, sicuramente è anche questione di fortuna, ma le riflessioni che mi sovvengono sono altre !
Oggi sarebbe ancora possibile produrre un fiano di Avellino cosi’ longevo ed integro da degustare tra 26 anni, ovvero nel 2040 ? Io ne ho forti dubbi, anche perchè in questo fiano datato 1988 di cui vi sto scrivendo , non ho percepito il minimo sentore di legno di barrique o di botte grande, quindi la perfetta conservabilità è stata determinata dalla vigna, probabilmente vecchia, da cui sono state prodotte le uve, dal suolo e da altre mille variabili !
Un’altro fattore che mi ha colpito è stata la bassa gradazione alcolica, fissata in appena 11,5, questo a maggior ragione ci conferma ancora una volta, ove ce ne fosse stato bisogno, che non è certamente l’alcol a conservare il vino…..ma la sua acidità !
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Vino Radici di Lapio Fiano di Avellino 1988- gr. 11,5
Michele mastroberardino- Atripalda-
Che dire di questo vino ? Che mi ha lasciato senza parole, una meraviglia arrivata fino ai giorni nostri in perfetta forma, quasi incredibile per un vino bianco cosi’ datato :
una sola parola per definire questo capolavoro dell’enologia italiana : STU-PE-FA-CEN-TE !!
Giallo oro carico, quasi oleoso nel bicchiere, denso ;
al naso emerge su tutte una nota di nocciola tostata, integro e pulito ;
in bocca è giustamente caldo, impeccabile, perfettamente conservato ed integro, buona spalla acida a sorregerlo ancora, note di zolfo e polvere da sparo, asciutto, pulisce magnificamente la bocca, ritorna la nocciola tostata e rimane a lungo nel finale !
Semplicemente Eccellente, un vino che mi ha emozionato e che si è lasciato bere con grande piacevolezza.
Complimenti a questi bravi viticoltori irpini che hanno prodotto simili piccoli/grandi capolavori enologici per la gioia di coloro che hanno ed avranno la fortuna di degustarli dopo tanti anni dalla vendemmia, come in questo caso !
Chapeau !!
Roberto Gatti