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Frutti di bosco all’epatite dieci aziende italiane nel mirino

Il pm Guariniello ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di commercializzazione di alimentari pericolosi. Il virus riscontrato nei prodotti surgelati di imprese che importano soprattutto dall’Est europeo.

 

 

Il pm Raffaele Guariniello apre un’inchiesta contro ignoti sui frutti di bosco surgelati portatori del virus dell’epatite A che hanno portato ad un aumento esponenziale delle infezioni in tutt’Italia. Guariniello indaga per il reato di commercializzazione di sostanze alimentari pericolose per la salute pubblica. Il pm ha individuato 10 aziende italiane nei cui prodotti è stata rilevata la presenza del virus. Le aziende sono di Cuneo, Parma, Padova, Pavia e Ferrara. Importavano frutti di bosco surgelati principalmente dall’est Europa (Serbia, Romania, Ucraina, Polonia, Bulgaria) e dal Canada.

 

La procura di Torino ha ordinato controlli nei supermercati sulle confezioni di frutti di bosco surgelati. Potrebbero essere la causa infatti dell’aumento che si è vedificato negli ultimi mesi dei casi di epatite A in Italia. Il ministero della salute ha mandato una circolare di allerta a 16 regioni. In Piemonte da gennaio a luglio sono stati 65 i casi riscontrati, ovvero il doppio dei casi che si sono verificati nel 2012. In Italia l’incremento è stato del 70 percento rispetto allo scorso anno e del 264 percento rispetto alla media degli ultimi tre anni. Si teme che i frutti di bosco provenienti o lavorati in Egitto, in Cina o nel Nord Europa e in particolare lavati e congelati con acqua non potabile siano il veicolo della trasmissione del virus. Il sostituto procuratore Raffaele Guariniello ha incaricato la polizia giudiziaria della forestale per campionare le confezioni di fragole, mirtilli, ribes, more e lamponi presenti nei punti vendita torinesi. Un consulente tecnico li analizzerà.

 

( Fonte torino.repubblica.it )

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