Rimandata l’asta, si lotta per salvarsi
Acqui Terme. La giornata di luned 11 dicembre era iniziata sotto pessimi auspici. Alle 13 doveva essere battuta l’asta giudiziaria per la vendita di attrezzature tra le pi importanti per l’attivit di una cantina. Era il capitolo successivo al pignoramento effettuato dal Tribunale di Acqui Terme richiesto dall’Erario del valore di 1 milione 980 mila euro per un debito dovuto dalla Cantina Viticoltori dell’ Acquese. Si trattava di attrezzature senza le quali si sarebbe fermato ogni tipo di lavorazione. La notizia, con il passa parola, si diffusa velocemente tra i soci. “Se succede quanto previsto, siamo rovinati; dobbiamo lottare uniti per poter mangiare”, stato il grido di pericolo che ha coinvolto i soci e provocato l’arrivo di trattori che, muniti di striscioni e bandiere, si sono piazzati davanti all’ingresso della cooperativa. Un blocco spontaneo, la cui parola d’ordine era solidariet e fermezza. A pochi chilometri di distanza, al Tribunale di Acqui Terme, il sindaco Danilo Rapetti e il presidente della cooperativa, Giulio Veggi, accompagnati dall’avvocato Gallo di Nizza Monferrato, si erano presentati al giudice con una istanza rivolta ad ottenere la revoca della vendita. Siamo alle 14, ed ecco arrivare l’ufficiale giudiziario con in mano un documento. Queste le sue parole: “C’ un provvedimento di vendita, siamo qui per eseguire il nostro mandato”. Significava che il ricorso era stato respinto dal Tribunale di Acqui Terme. Il momento era tra il cruciale ed il drammatico. Con i soci muniti di trattori c’erano tante autorit, compresi i sindaci di molti Comuni interessati alla vicenda. Erano pronte anche le forze dell’ordine interessate al regolare svolgimento delle operazioni della vendita all’asta per la quale gi si erano preparati per l’acquisto delle strutture indicate nel bando di vendita, vari acquirenti. A questo punto iniziata una lunga trattativa con in testa il sindaco Rapetti. Si doveva convincere l’Agenzia delle entrate, quindi la Caralt. Dopo due ore circa, esattamente verso le 16, il sindaco Rapetti ha annunciato l’ottenimento di una proroga di dieci giorni per l’asta. Immediatamente stato tolto il blocco dei trattori e si sciolta l’adunanza delle persone. Il rinvio della vendita all’asta, per, non risolve il caso, la situazione rimane difficile, ma una soluzione potrebbe essere alla portata di mano. (C.R.) Solo 10 giorni di rinvio per la vendita all’asta Acqui Terme. I giorni che ci separano dal 21 dicembre sono considerati i pi lunghi e determinanti della storia della “Cantina Viticoltori dell’Acquese”. Il conto alla rovescia per trovare 1 milione e 980 mila euro circa da soddisfare il credito vantato dall’Erario iniziato luned 11 dicembre. Quando, con l’intervento decisivo del sindaco di Acqui Terme, Danilo Rapetti, presso il vice prefetto prima e poi con suppliche dirette ad una mediazione effettuata con i vertici alessandrini ed acquesi dell’Erario, la vendita all’asta pubblica di molte attrezzature, stata rinviata. Dieci giorni per coordinare le operazioni necessarie ad evitare il peggio, sono considerati pochi. “Ci vorrebbe almeno qualche mese”, la supposizione di esperti e di chi sta operando per mettere in salvo l’azienda e salvaguardare i suoi 180 soci. Uno degli appelli verrebbe rivolto “alle alte sfere”. Da considerare anche che, durante il consiglio di amministrazione di gioved 7 dicembre sarebbe stata chiesta la liquidazione coatta amministrativa della cooperativa. Un’azione che richiede tempi attuativi, si spera brevi, in quanto deve essere accettata e sancita con decreto ministeriale. Comporterebbe, tra l’altro, la nomina di un commissario, eventualmente di un traghettatore verso una nuova societ allargata. La salvezza della Cantina Viticoltori, come sottolineato dal presidente Giulio Veggi, passa anche attraverso un progetto di rilancio che considera la possibilit di creare una societ che possa subentrare alla “Viticoltori” e quindi salvaguardare il conferimento dei soci. Il “gruppo” promotore sarebbe composto dalla Vecchia Cantina di Alice Bel Colle e Sessame, dalla Fratelli Martini, Cantina cooperativa di Rivalta Bormida e Cantina Viticoltori. Il progetto denominato “Vini rossi Piemontesi”, e solo il nome indica il riferimento alla valorizzazione tra soggetti cooperativi di Dolcetto e Barbera, vini dal gusto internazionale. Per la realizzazione del piano che utilizzerebbe il principio della razionalizzazione, della promozione, pubblicizzazione e commercializzazione del prodotto sarebbero indispensabili interventi legislativi da parte della Regione Piemonte. Il pignoramento effettuato dall’Erario verso la cooperativa vitivinicola acquese per un valore di circa due milioni di euro, riguarda una cella frigorifera dalla capacit di 10 mila ettolitri, catena di imbottigliamento in grado di confezionare tremila bottiglie l’ora, vasche da 650 ettolitri cadauna, pigiatrice, vasconi e autoclave. Attrezzature indispensabili per l’attivit di una cantina. Secondo quanto ricordato dal presidente della “Vecchia” di Alice Bel Colle e del Consorzio di tutela vini d’Acqui, Paolo Ricagno, in un momento di crisi generalizzata per i vini rossi, decisivo e della massima importanza l’intervento di una strategia comune tra delle cooperative, il privato e le istituzioni. La vendita del vino rosso deve essere promossa non solo a livello nazionale, ma anche all’estero particolarmente negli Stati Uniti e in Paesi Europei in cui il nostro vino apprezzato. Tra le notizie non brutte, pare che verso met dicembre la Viticoltori paghi ai soci una rata del conferimento di uve rosse e moscato relativamente alla vendemmia del 2006. Per il saldo della vendemmia 2004 e tutta quella del 2005 le notizie sono controverse. La crisi della cantina Viticoltori dell’Acquese non fa parte dei fatti del giorno. Sarebbe iniziata alcuni anni fa. Gallizzi: tutti si mobilitino per salvare la Viticoltori Acqui Terme. Ci scrive il dott. Michele Gallizzi del movimento “La citt ai cittadini”: “Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di assistere al rinvio della vendita all’asta dei macchinari che servono per la lavorazione dell’uva e l’imbottigliamento del vino. Non avremmo mai pensato che lo storico riferimento vitivinicolo che riceveva le uve dai viticoltori di Acqui e dell’acquese, venisse umiliato a tal punto. C’era la convinzione che la nuova cantina sociale costruita ex novo in una zona periferica e comoda ai mezzi di trasporto, potesse dare al settore vinicolo una maggiore impronta commerciale e di immagine, in una prospettiva certamente favorevole. Cos non stato. Il momento di crisi che questo soggetto sta attraversando suggerisce che necessaria la mobilitazione di tutte le forze politiche e degli enti istituzionali: come il Comune di Acqui Terme, la Provincia di Alessandria e la Regione Piemonte, affinch un’associazione storica e qualificante come la cantina sociale non vada incontro a gravi defezioni e soprattutto non chiuda i battenti. Sicuramente il settore vinicolo vive una crisi generalizzata e i nostri prodotti hanno patito la concorrenza, per cui in questi ultimi tempi c’ stato un rallentamento della vendita dei vini di qualit soprattutto all’estero, come in Germania, dove c’ stata una riduzione di export, mentre in altre nazioni come la Svizzera, la Gran Bretagna e gli USA, si verificata invece, una fase di stallo; nel contempo anche la concorrenza degli altri vini nazionali ha contribuito alla battuta d’arresto. Come produttori e come cittadini dobbiamo sostenere la ripresa della nostra cantina sociale perch rappresenta il simbolo di un’area vitivinicola pregiata e globalmente rinomata e le istituzioni debbono farsi carico di questa crisi per evitare quello che in termini drastici viene definito fallimento. Se la situazione attuale della cantina sociale dimostra un’indubbia sofferenza, pur non volendo colpevolizzare nessuno, necessario che vadano ricercate le responsabilit politiche, affinch non siano a pagare le 180 famiglie di viticoltori che da questo prodotto traevano il loro supporto economico. Si coinvolgano le cooperative e le altre cantine sociali, si progetti un rilancio dei nostri vini, ma non dobbiamo permettere che anche questa importante realt acquese finisca i suoi giorni in un modo cos deleterio”.