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Giunta veneta, valorizzazione vitigni autoctoni

Veneto prima regione italiana nell’export del settore vino, in quantità e valore

 

– VENEZIA – La Giunta veneta, su iniziativa dell’assessore all’agricoltura, ha approvato lo schema del progetto “Caratterizzazione produzioni vitivinicole tipiche: attività di sostegno alla viticoltura di qualità mediante valorizzazione delle tecniche viticole e dei vitigni autoctoni anche in ambiti orografici difficili”. Il progetto in questione sarà predisposto e realizzato dall’Azienda Veneto Agricoltura, avvalendosi della collaborazione del Centro di ricerca per la viticoltura Cra-Vit, dell’Associazione regionale vivaisti viticoli e dei consorzi di tutela. Con Veneto Agricoltura, a favore della quale sono stati impegnati a questo scopo 130 mila euro, verrà sottoscritta una specifica convenzione. Dopo i risultati migliorativi conseguiti con la zonazione – ha spiegato l’assessore all’agricoltura – vogliamo intraprendere nuove iniziative che, integrandosi con la precedente programmazione, permettano di caratterizzare ulteriormente le produzioni di pregio. In proposito, il Veneto ha un patrimonio di varietà minori, o comunque legate al territorio, per la maggior parte autoctone o di antica coltivazione, che rappresentano un potenziale di offerta che interessa tutte le tipologie, compresi i vini spumanti e frizzanti di cui il Veneto é una regione leader.

Il settore vitivinicolo del Veneto si esprime con 14 DOCG, 28 DOC e 10 IGT, per una produzione complessiva che si attesta sui circa 8 milioni di ettolitri l’anno, contribuendo per oltre il 10 per cento alla Produzione Lorda Vendibile agricola regionale (circa 500 milioni di euro, dato 2011. L’incidenza della PLV vitivinicola veneta su quella nazionale supera il 15 per cento, sebbene la superficie vitata regionale sia circa il 10 per cento di quella italiana 

Il Veneto è inoltre la prima regione italiana nell’export del settore vino, in quantità e valore, che nel 2011 ha superato i 1.331 milioni di euro.

Il progetto si articolerà con le seguenti azioni: prosecuzione attività valorizzazione patrimonio varietà atte alla produzione di vini a Denominazione; attività finalizzata alla diffusione del materiale vegetativo idoneo alla produzione di qualità; evoluzione del concetto di potatura invernale, influenza sulla qualità del prodotto e sulla salute del vigneto; verifica delle caratteristiche organolettiche delle varietà resistenti a confronto delle produzioni di qualità; attività finalizzata all’analisi delle problematiche della coltivazione di talune varietà autoctone in ambienti sensibili sia dal punto di vista antropologico che geomorfologico; nonché del comportamento in ambienti orografici particolarmente difficili (caso studio DOCG Conegliano Valdobbiadene).

 
( Fonte Ansa )
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