Un interessante articolo di Rebecca Gibb, apparso su www.wine-searcher.com, ci fornisce i dati di un nuovo database, elaborato dall’Università di Adelaide, sulle piantagioni di uva più presenti al mondo, rivelando che quello enologico, è un mondo che cambia pelle rapidamente.
Venti anni fa il panorama delle varietà di vitigni più coltivati al mondo era dominato da Airen, Grenache e Rkatsiteli, anche se vedevano minacciato il loro posto sul podio, già allora, da parte del Cabernet Sauvignon e del Merlot.
Questo è solo uno dei risultati che emergono dalla prima banca dati sull’uva da vino più coltivata al mondo pubblicata dall’Università di Adelaide. Elaborata nell’ultimo anno utilizzando i dati statistici provenienti da oltre 500 regioni di 44 paesi, con informazioni su 1.271 varietà, la banca dati – affermano i suoi autori – copre il 99 per cento della produzione mondiale di vino.
Mentre l’Airen resta il vitigno più piantato in Spagna, quello che copre quasi un quarto dei vigneti del paese nel 2010, la sua estensione risulta, però, scesa dell’8% – quasi 140.000 ettari – negli ultimi dieci anni.
Al contrario, il Tempranillo (che non compariva nella top ten alla fine degli anni ’90) ha goduto di un boom, passando da poco più del 5% dei vigneti della Spagna al 20%, piazzandosi al quarto posto nella classifica mondiale del 2010. Infatti, in vent’anni, dal 1990 al 2010, sono stati piantati 140.000 ettari di Tempranillo, rendendo questo vitigno la varietà con l’espansione più rapida al mondo. È molto probabile che il Tempranillo abbia sostituito molti vigneti che in precedenza erano piantati a Airen.
Quando si passa a valutare la situazione del Rkatsiteli, una varietà a bacca bianca nota per la sua capacità di raggiungere livelli elevati di zucchero e di conservare l’acidità, non si può non notare, affermano i dati del database, che il crollo della cortina di ferro ha giocato un ruolo importante nel suo declino.
«La caduta dell’Unione Sovietica ha portato anche una caduta in ettari [di Rkatsiteli] in quei paesi che facevano parte dell’Unione», ha spiegato Anderson. Inoltre, questo antico vitigno fu una delle vittime del giro di vite di Mikhail Gorbaciov, ma rimane ancora oggi la varietà più piantata in Georgia.
I dati dell’Università di Adelaide mostrano anche una tendenza verso una maggiore omogeneità delle varietà, in parte a causa del successo commerciale di alcune di esse. A livello mondiale, 35 varietà rappresentavano il 59% delle uve da vino del mondo nel 2000, ma nel 2010 tale quota è salita al 66%.
Negli ultimi anni c’è stata una crescente ondata di produttori che si sono voltati indietro, hanno riscoperto vitigni autoctoni e varietà “alternative”. Il loro scopo è quello di tornare alle loro radici e/o diversificare la loro offerta. Tuttavia, questa tendenza è troppo recente per essere stata presa in considerazione dai ricercatori di Adelaide.
Il database pubblicato dall’Università di Adelaide rivela anche le mutevoli tendenze e le preferenze dei consumatori. Nel 2000, ad esempio, le uve a bacca bianca erano quelle più coltivate. Tuttavia, nel decennio fino al 2010 le uve a bacca rossa hanno aumentato la loro quota passando dal 49% al 55%.
Mentre il mondo del vino cambia, un altro fattore importante è rappresentato dal cambiamento climatico, che sta influenzando le scelte dei produttori di vino riguardo alle varietà da impiantare.
Inoltre, i progressi tecnologici in viticoltura e vinificazione hanno dato una spinta ad alcune varietà di uva.
Le dieci varietà più piantate al mondo nel 1990
1. Airen
2. Garnacha Tinta
3. Rkatsiteli
4. Sultaniye
5. Trebbiano Toscano
6. Mazuelo
7. Merlot
8. Cabernet Sauvignon
9. Monastrell
10. Bobal
…E nel 2010
1. Cabernet Sauvignon
2. Merlot
3. Airen
4. Tempranillo
5. Chardonnay
6. Syrah
7. Garnacha Tinta
8. Sauvignon Blanc
9. Trebbiano Toscano
10. Pinot Noir
*Il database può essere scaricato gratuitamente. Un e-book può essere scaricato dal sito della University of Adelaide Press.
( Fonte Enopress )