Uno studio condotto dall’Università di Bologna ha evidenziato come il microbioma del suolo giochi un ruolo cruciale nella produzione di vini di alta qualità, analizzando in particolare la zona del Vino Nobile di Montepulciano. I risultati, pubblicati su Communications Biology, mostrano che le specifiche configurazioni di batteri e funghi nelle 12 unità geografiche aggiuntive (UGA) di quest’area influenzano direttamente caratteristiche fondamentali del vino, come aroma, colore e sapore.
«La nostra indagine ha dimostrato che la specificità del terroir microbico nell’area del Vino Nobile di Montepulciano DOCG influenza direttamente le caratteristiche del vino», spiega Simone Rampelli, coordinatore dello studio e ricercatore presso il dipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell’Università di Bologna.
Il microbioma: chiave della qualità vinicola
Le comunità microbiche presenti nel terreno non solo favoriscono la fertilità del suolo e la resistenza delle piante agli stress ambientali, ma possono anche essere utilizzate come marcatori distintivi di una zona di produzione vinicola. Questo studio rappresenta un passo avanti, dimostrando che persino all’interno di una singola area DOCG possono esistere differenze significative.
In particolare, l’analisi ha coinvolto 392 campioni di suolo e rizosfera prelevati nel 2022, seguiti da un’analisi dei metaboliti del vino della stessa annata. Questo approccio ha rivelato come le diversità microbiche contribuiscano a plasmare le caratteristiche distintive di ogni UGA.
Impatti e prospettive future
«Questa analisi mostra quanto è importante conoscere e preservare la biodiversità microbica locale, soprattutto nei casi in cui l’origine geografica e il legame con il territorio è centrale per riconoscere e garantire il prodotto», sottolinea Rampelli. La ricerca invita a integrare il microbioma nelle pratiche viticole per migliorare sostenibilità, resilienza e qualità produttiva.
Con una produzione annua di 7 milioni di bottiglie, un fatturato di 65 milioni di euro e un indotto che supera il miliardo di euro, il Vino Nobile di Montepulciano si conferma non solo un’eccellenza vinicola, ma anche un esempio di come scienza e tradizione possano collaborare per valorizzare un patrimonio unico.
Lo studio è stato realizzato da un team multidisciplinare dell’Università di Bologna e del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, coinvolgendo anche l’IRCCS Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna e numerosi produttori locali.
Utilizziamo i cookie per essere sicuri che tu possa avere la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.Ok