Home News IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA ALLA RIFORMA UE DEL MERCATO VITIVINICOLO

IL CONTRIBUTO DELLA RICERCA ALLA RIFORMA UE DEL MERCATO VITIVINICOLO

       


 


Intervento del prof. Romualdo Coviello, presidente del CRA, alla commissione agricoltura della camera dei deputati


 


Il CRA (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura) stato chiamato dalla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati per esprimere, nell’ambito di una indagine conoscitiva, una valutazione sulla proposta di riforma del mercato vitivinicolo presentata dalla Commissione europea e gi oggetto di un ampio dibattito in tutti i Paesi dell’area comunitaria.


 


Il Prof. Romualdo Coviello, Presidente del CRA, accompagnato dai tecnici del CRA, Dott. Mario Ubigli e Dott. Donato Antonacci, nella sua relazione ha evidenziato il ruolo strategico del settore vitivinicolo, sostenendo che per il nostro Paese necessario fronteggiare due sfide essenziali: l’apertura dei mercati con l’attuazione degli accordi internazionali di Doha in ambito WTO; l’adeguamento del settore alla PAC con il varo della nuova organizzazione dei mercati.


 


Per quanto riguarda l’allargamento dei mercati internazionali sono note le difficolt che si riscontrano nella competizione USA – Europa – Paesi in via di sviluppo; lo stesso protocollo di Doha non decolla, nonostante i tentativi fatti a Cancun e Ginevra.


 


Per i vini si riscontrano contrariet alla posizione dell’Europa che stenta ad acquisire il consenso ed un adeguato riconoscimento per i prodotti di origine protetta IGP e la protezione dei vini di qualit; le resistenze vengono soprattutto dai grandi paesi neo produttori di vini. Dalla chiusura delle trattative di Ginevra e dal riconoscimento della identit di vini europei dipender molta parte della tenuta e sviluppo del settore anche per l’Italia.


 


Non secondarie, poi, le norme che si vanno adottando a livello europeo. Infatti, il limite fissato per il 2013 del periodo transitorio segna l’avvio della liberalizzazione pi piena e completa del settore e l’eliminazione di sostegni diretti e indiretti alle produzioni: tra questi la proposta di regolamento del Consiglio relativo alla organizzazione comune del mercato OCM vitivinicolo traccia le linee entro le quali dovr svolgersi l’ulteriore evoluzione del settore.


 


Il Presidente Coviello, passando a considerare le questioni di merito, ha anche sottolineato il contributo che la Ricerca pu dare alla nuova organizzazione del mercato del vino nella prospettiva di salvare il potenziale produttivo del nostro Paese.


 


Per ci che riguarda gli elementi delle strutture produttive, la valutazione del CRA si articola essenzialmente su: soppressione dei diritti di impianto, ristrutturazioni ed estirpazione dei vigneti.


 


Per il primo punto, ipotizzandosi la piena liberalizzazione degli impianti – elemento ha generato numerose discussioni e prese di posizione contrarie – sar utile prevedere l’istituzione di un Osservatorio Permanente dei nuovi impianti in collegamento con il Servizio Controllo Vivai. Il CRA, a tale proposito, disponibile a fare la sua parte. Per le ristrutturazioni degli impianti, l’uso razionale delle piccole irrigazioni non peggiorerebbe la qualit delle produzioni ed infine, relativamente alle estirpazioni, non si considera utile intervenire con contributi sui vigneti di et oltre 30 anni.


 


In merito alla qualit, il Prof. Coviello, ha sottolineato gli interventi della Ricerca per elevare la qualit della produzione italiana. I tecnici hanno, dunque, espresso una opinione sulla complessa questione dello zuccheraggio e dell’utilizzo di mosti. Entrambe oggetto di acceso dibattito.


 


Ancora sulla qualit delle produzioni, stato suggerito che le misure adottate dovrebbero rendere pi chiara, pi semplice, la politica di qualit e cos la stessa, incorporata nella OCM, sarebbe messa in sintonia con la politica orizzontale della qualit in materia di Indicazioni Geografiche Protette (IGP) e Denominazione di Origine Protetta (DOP).


 


Sull’etichettatura, infine, il Presidente Coviello ha riportato il parere dell’Ente, sostanzialmente contrario all’utilizzazione del nome di vitigno anche nei vini senza indicazione geografica poich risulta da progetti di ricerca prodotti la necessit di enfatizzare l’interazione fra vitigno ed ambiente, come elemento fondamentale e caratteristico della qualit.


 


Abbiamo, in Italia, un ricco patrimonio ampelografico legato strettamente alle zone di coltivazione con decine e decine di vitigni che solo accoppiati ad un ambiente esprimono, anche nell’immaginario dei consumatori, il massimo delle caratteristiche qualitative. Non si tratta di 4 o 5 vitigni internazionali che possono essere abbinati ad un messaggio universale e facile, come Merlot, Chardonnay, Pinot, ecc., si tratta piuttosto di particolarit di cui il Paese ricco e sulle quali fonda la propria strategia produttiva. In definitiva la Ricerca, all’interno delle linee tracciate, vuole intervenire per indirizzare i prodotti vitivinicoli verso una pi importante qualificazione, agendo in particolare su:


 


l’ammodernamento ed il controllo del vivaismo viticolo, base anche per l’ipotizzato Osservatorio sul Potenziale viticolo;


 


ricerche per l’individuazione di tecniche viticole ed enologiche in grado di esaltare la tipicit dei vini prodotti nelle diverse zone;


 


ricerche per aumentare la tipicit del vino: aspetti compositivi varietali;


 


ricerche per la caratterizzazione dei vitigni: patrimonio fondamentale del nostro sistema;


 


ricerche sull’organizzazione aziendale della produzione onde contenere i costi;


 


ricerche per migliorare la rintracciabilit dei vini, la loro sicurezza alimentare e la valorizzazione delle loro specifiche caratteristiche nutrizionali e salutistiche.


 


Non va, peraltro, trascurato il valore di una adeguata comunicazione che ponga nella giusta luce le risorse e le qualit del prodotto italiano.


 


Il Prof. Coviello ha, inoltre, informato la Commissione del successo del “sequenziamento del genoma della vite” – frutto della collaborazione tra il CRA, alcune universit italiane e l’INRA francese nell’ambito del progetto VIGNA – . Il Progetto consentir, tra l’altro, di acquisire validissimi strumenti per lo sviluppo delle conoscenze delle viti resistenti alle malattie contribuendo all’affermazione di pratiche colturali meno onerose per la viticoltura italiana, compatibili con l’ambiente e con la riduzione dei fitofarmaci.


 


 


( Fonte CRA  )