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Il Giv pensa alla Borsa e la nuova sfida parte dal Sud

Lultima acquisizione stata la Cantina Bolla della Valpolicella, che nel settembre scorso ridiventata italiana. Continua cos la crescita del Giv, Gruppo Italiano Vini, ai primi posti nella classifica dei produttori italiani di vino stilata ogni anno da Mediobanca. Coniugare le virt della piccola struttura con i vantaggi delle grandi societ la strategia del gruppo che, con una sapiente politica di acquisizioni, ha costruito un portafoglio di etichette di diversi territori. Dal nord al sud. dlla fascia base alle etichette alto di gamma. Riuscendo cos ad acquisire una massa critica capace di metterlo in posizione di vantaggio sul mercato, dove la concorrenza sempre pi aggressiva. I risultati annuali diffusi a Milano la scorsa settimana indicano ancora una crescita del 3,5% del fatturato, arrivato a 266 milioni di euro, con le esportazioni che continuano a costituire la voce principale del giro daffari, con il 68.3% del fatturato. Uno dei mercati pi vitali si dimostrato lo scorso anno il Canada. Forte stata la ripresa anche in Giappone, che invece aveva fatto segnare un rallentamento in concomitanza con la grande crisi economica registrata in questo paese dove il vino, considerati i prezzi in cui viene venduto, anche il Frascati un vero e proprio bene di lusso.


Linversione di rotta nei consumi nipponici da solo un chiaro segnale di ripresa. I problemi vengono dal tentativo di aumentare i volumi di vendite. Per farlo bisogna fare accordi con la grande distribuzione, ma lo scotto di dover accettare una forte pressione sui margini. Cosa puntualmente verificatasi specie in Regno Unito e Germania.


Prosegue per lespansione sui mercati minori, che sono arrivati ad occupare il 9% del fatturato totale. E il margine di contribuzione aumentato sia a livello di capogruppo ( 10%) che nel consolidato ( 12,2%): un indice, questo, poco usato rispetto al pi noto Mol, margine operativo lordo, ma che segnala una caratteristica chiave, la maggiore redditivit sul mercato rispetto a un prodotto simile di altra marca. Il valore aggiunto che consente di misurare la sua competitivit in termini di costi, efficienza e qualit totale rispetto ai concorrenti pi prossimi. Questo grazie al controllo dellintera filiera produttiva e di un network commerciale e distributivo consolidato anche allestero.


Non compriamo vigneti, ma aziende, per avvalerci dellesperienza e della collaborazione degli antichi proprietari, spiega Emilio Pedron, amministratore delegato del Giv che ha un portafoglio di 14 tenute. La filosofia del gruppo vale anche per Castello Monaci, in Puglia. Un viale di due chilometri, tra ulivi, vigneti e eucalipti la porta di ingresso alla grande tenuta nel Salento (150 ettari con ristoranti e chateaux relais) che negli ultimi anni sta imponendo i suoi vini. LArtas 2004, Primitivo e Negroamaro, ha ottenuto questanno per la prima volta i 3 bicchieri del Gambero Rosso/Slow Food; conferma i 4 grappoli dellAis; mentre lAiace, salice salentino riserva, ha ottenuto le tre bottiglie della Guida ai Vini dItalia de lEspresso. E solo linizio. Lanno 2007 punteremo tutto su Castello Monaci, afferma Pedron.


Un altro grande passo in avanti Giv lha per fatto al suo interno, cambiando pelle e diventando, da coop che era, una Spa. Lo scorso anno tutta la struttura commerciale confluita nella nuova societ. Entro il 2008 sar completato il trasferimento del ramo industriale. Alla fine alla cooperativa resteranno solo le attivit agricole e la gestione dei terreni di propriet e degli annessi fabbricati. Lo scorporo, secondo le moderne logiche finanziarie inevitabile per aumentare i margini e la competitivit. Il successivo passo sar laumento di capitale, probabilmente con lapprodo in Borsa.


Radicati sul territorio, ma proiettati sui mercati internazionali. La filosofia del gruppo vale anche per Castello Monaci. Dal Negroamaro al Primitivo al Verdeca, lidea quella di valorizzare le tipologie locali ma senza sacrificare quelle internazionali, come lo Chardonnay o il Merlot e il Syrah, usati in blend con gli autoctoni. In una verticale di sei annate, dal 2001 al 2006, vendemmia recente, si ripercorso il cammino compiuto dallazienda con larrivo del giovane enologo trentino Christian Scrinzi: inizialmente chiusi, selvatici, dalla rigida austerit originaria si arrivati a vini pi morbidi, pi eleganti, pi ruffiani. Un percorso non concluso. Lobiettivo realizzare presto un “superapulian”.


( Fonte la Repubblica )


 


 


 


 


 

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Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.