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Il Magistrato enogastronomo

( nella foto Il procuratore Ignazio De Francisci (in alto a destra) con Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto )


 


 


Ignazio de Francisci, da buon siculo, ama lironia: Sì, è vero Qualcosa, di cibi e di vini, ne capisco. Qualcosa ne capisce? Lenogastronomia è una sua grande passione: da almeno 15 anni dedica il suo tempo libero a girare in lungo e in largo la sua regione, alla ricerca dei posti migliori. Di tempo libero non è che ne abbia così tanto, dato che di mestiere fa il magistrato: ma non appena può, si mette alla ricerca.


 


A lui la scelta della zona. Io sono di Palermo, ma se me lo permette, vorrei portare i lettori a scoprire unaltra zona della Sicilia, forse meno conosciuta – esordisce – Vede, io sono procuratore capo della Repubblica di Agrigento. La provincia più diseredata, forse quella messa peggio di tutta la nostra regione. E come un padre tende sempre ad amare più di tutti il figlio più disastrato, io amo con tutto il cuore Agrigento, e lì vi vorrei portare. Va bene?. Benissimo: vada per Agrigento.


 


 


La prima tappa è Campobello di Licata. Guardando la cartina della provincia, bisogna spostare lo sguardo tutto a destra: questa è una grande zona di vini rossi, caratterizzata da un terreno aspro, e si trova non lontano dal mare di Licata. Qui De Francisci segnala lazienda agricola Milazzo: Il proprietario è un siciliano sempre controcorrente, anzi, a dirla come la direbbe Sciascia: un siciliano di tenace concetto. Produce vini utilizzando solo le sue uve, e si rifiuta di mandarli alle Guide per le degustazioni: il risultato è che la sua vigna non è segnalata da nessuna parte, ed è un vero peccato, data la qualità altissima del prodotto. Milazzo produce 300mila bottiglie lanno: La sua particolarità sono gli spumanti: non te li aspetteresti, dato il clima caldo della Sicilia. Viene utilizzato il metodo champenois, lo stesso usato nella zona dello champagne francese. Il risultato? Grandissimi spumanti che sanno di Sicilia.


 


Ci spostiamo verso ovest: la prossima tappa è lazienda agricola Planeta, nella parte occidentale della provincia di Agrigento, al confine con quella di Trapani. La Planeta è situata vincino a Menfi, non lontano da Marsala e Mazara del Vallo. Il suo proprietario, Diego Planeta, è uno dei produttori di vino che ha fatto grande la Sicilia enologica: un pezzo della Sicilia onesta e pulita che va in giro per il mondo, le sue bottiglie si possono trovare indifferentemente a Londra come a New York. Classe 1940, Diego Planeta è stato anche nominato Cavaliere del Lavoro nel 2004.


 


Dal vino si passa al cibo. E qui De Francisci spiazza i lettori: il suo primo consiglio non è un locale blasonato, con stellette e forchette, di quelli che salassano il portafoglio. No, il suo primo consiglio è un localino senza pretese, assolutamente sconosciuto: la Trattoria da Carmelo, a Joppolo Giancaxio. Un posticino aperto solo la sera, dove Carmelo in persona serve i suoi clienti, aiutato dalla moglie e da una figlia di notevole bellezza e levità: così lo descrive, con tocco quasi lirico e certamente un po sornione, il magistrato. E continua, con linguaggio sicuro da giornalista specializzato: Offre un ambiente rustico e un servizio sommario ma piacevole. E cosa mangiare da Carmelo? Certamente i piatti della tradizione contadina siciliana. Per esempio, le lumache soffritte con aglio e prezzemolo. Si badi bene, non lumache importate dalla Turchia o da chissà dove. Lumache rigorosamente nostrane, raccolte da un vecchietto che appena piove fa il giro delle campagne intorno a Joppolo e porta il raccolto a Carmelo. Sono ottime da mangiare come antipasto o aperitivo. E un altro piatto per il quale vale la pena di spingersi fin laggiù? I piedini di maiale lessi risponde De Francisci, e ci scherza sopra: Piatto assolutamente vietato da tutti i dietologi: in pratica è grasso al 100%. Ma di una bontà Diciamo che, per stare a posto con la coscienza e con la bilancia, lo si può mangiare non più di due volte allanno.


 


Per finire, Ignazio de Francisci accompagna i lettori di Panorama.it a Licata, per scoprire il ristorante La Madia. Qui opera Pino Cuttaia, chef siciliano che si è perfezionato con importanti esperienze al Nord, specialmente in Piemonte. Continua il magistrato: E un personaggio che merita il successo che ha: è un gran ricercatore, uno che ama sperimentare, cercare accostamenti originali, creare nuovi piatti. Una persona perbene, che non si è montata la testa. Alla Madia si mangia sopratutto il pesce: Cucina della tradizione, ma rivisitata. E non esosa: piatti raffinatissimi, servizio impeccabile, e un conto comprensivo di vini che di solito si aggira sui 70 euro. Senza esagerazioni: se il ristorante fosse a Milano, quella cifra verrebbe triplicata.


 


Lultimo consiglio di De Francisci, tra il serio e il faceto, è di scoprire la provincia di Agrigento su unauto depoca: Purtroppo qui non ci sono autostrade e nemmeno buone strade. Tutto è rimasto agli anni Sessanta: tanto vale adeguarsi, e provare a rivivere, su una Fiat 125 o su unAlfa Spider, le emozioni dellepoca.


 


( Fonte blog.panorama.it )