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Il Martello di Thor

Thor era il dio del tuono, della legge e della giustizia. In genere era di buon umore, ma andava in collera rapidamente. Quando lanciava il suo martello si sentiva un gran tuono, seguito da un lampo abbagliante e il martello gli ritornava in mano pronto per essere rilanciato. Amava le lotte ed era sempre alla ricerca della verità.

 

Crisi dell’editoria: tutti colpevoli, nessuno escluso!

Uno studio della FIEG – Federazione Italiana Editori Giornali segnala oltre al calo dei ricavi, della pubblicità e delle copie vendute (1 milione di copie perse in cinque anni) anche una importante flessione dei lettori (21 milioni le persone che ogni giorno leggono un quotidiano, con un calo rispetto al 2012 del 15%).

 

( questi tempi per fortuna o purtroppo sono superati )

Nel resoconto dello studio il Corriere della Sera evidenzia che solo da Internet arriva qualche segnale positivo, pur insufficiente a controbilanciare i risultati negativi dei comparti tradizionali. Ecco i dettagli.

 

I bilanci delle imprese editrici di quotidiani, che già nel corso del 2011 erano stati caratterizzati da un andamento negativo, hanno subito nel 2012 un ulteriore peggioramento. Il calo dei ricavi è del 9% per i quotidiani e del 9,5% per i periodici e si registra il dimezzamento dell’utile di esercizio complessivo dei quotidiani, da 93 a 42 milioni.

Per la pubblicità il 2012 è stato il peggiore anno degli ultimi venti: per la prima volta dal 2003 si è scesi al di sotto della soglia degli 8 miliardi a prezzi correnti, con un calo del 14 % rispetto al 2011. Soffre soprattutto la stampa: per i quotidiani -17,5%, per i periodici -18,6%. Calano anche gli investimenti sulla tv, ma in maniera meno pesante con una accentuazione dello storico squilibrio del mercato. Nel primo trimestre 2013 si aggrava la crisi del mercato pubblicitario in generale (-10%) e degli investimenti sulla stampa in particolare (periodici -22%, quotidiani -26%). È dal 2001 – con l’unica eccezione del 2006 – che il numero delle copie vendute di quotidiani è in costante flessione. La flessione si è accentuata a partire dal 2008, parallelamente all’insorgere della crisi. Nel 2012 il calo delle vendite è stato del 6,5% (da 4,3 a 4 milioni di copie). In cinque anni, dal 2007, i quotidiani hanno perso circa 1 milioni di copie (-22%). Nel 2012 i settimanali hanno perso il 6,5% delle copie (da 11 a 10 milioni), i mensili l’9% (da 10,5 a 9 milioni). Nel 2012 diminuiscono per la prima volta i lettori. L’ultima rilevazione Audipress indica in 21 milioni le persone che ogni giorno leggono un quotidiano, con un calo rispetto al 2012 del 15%. L’occupazione giornalistica e quella poligrafica sono in forte flessione. I giornalisti nel 2011 e nel 2012 sono diminuiti nel complesso, rispettivamente, dell’1,4% e del 4,2%%. Nel 2012 nei quotidiani sono diminuiti del 4,6% (da 6.400 a 6.100 unità), nei periodici dell’1,4% (da 2.900 a 2.870 unità), nelle agenzie di stampa del 9,6% (da 1.000 a 900 unità). Nel 2011 e nel 2012, i poligrafici sono diminuiti, rispettivamente, del 5,6% e del 6,7%. Nel 2013 l’ulteriore contrazione del 2,2% ha portato il numero dei poligrafici occupati per la prima volta al di sotto della soglia delle 5mila unità. Internet è l’unico mezzo su cui cresce la pubblicità nel 2012 (+5,3%, da 631 a 664 milioni). I ricavi da editoria online sono in costante crescita e nei gruppi di maggiori dimensioni la loro incidenza sul fatturato complessivo ha superato la soglia del 5,5%. Le prime rilevazioni della diffusione delle copie digitali di quotidiani e periodici mostrano una vendita di copie digitali già significativa, di oltre 185mila copie al giorno.

 

“Da questa crisi epocale si può uscire solo con una comune strategia che si rivolga in primo luogo al Governo e alla politica, perché finalmente comprendano che l’informazione è una industria strategica per il Paese. La politica ha praticato una troppo lunga latitanza anche se ci sono stati segni di attenzione e altri sembrano manifestarsi”. Dichiara il presidente della Federazione italiana editori di giornali, Giulio Anselmi, in occasione della presentazione del rapporto tenutisi a Roma ad inizio giugno.

 

Politiche di sostegno sono sicuramente necessarie perché la crisi c’è e si vede. Ma oltre alla crisi dobbiamo renderci conto che il mondo è cambiato! Il lettore oggi preferisce le notizie attinte direttamente dalla rete invece che mediate dai giornalisti. E non parlo di Google News o simili che si limitano a pubblicare le solo notizie già apparse sui giornali. La mia attenzione è rivolta ai blog (ndr: vere sentinelle del territorio), ai social media, a tutte quelle pratiche online dove le persone condividono contenuti testuali, immagini, video e audio. In pratica tutte quelle forme di democrazia dell’informazione dove le persone si trasformano da fruitori di notizie ad editori pubblicando “articoli” per conto proprio. E poi una buona e sana autocritica. Colpe sono attribuibili anche ai giornalisti (e io sono uno di loro). A quella assurda presunzione che ci fa sentire orgogliosi della nostra firma a prescindere da quel che ci sta scritto sopra. A quei nostri volti pieni di cipria. A quella scomparsa arte del raccogliere, del verificare e del raccontare.

 

( Fonte rabachino.blogspot.it )

( Fotografia da http://www.lsdi.it )

 

Annotazioni di Roberto Gatti / Winetaste

 

Era il 2006 quando pubblicavo questo articolo dal titolo molto eloquente : 

ENTRO ANNO 2010 INTERNET SUPERERA’’ I GIORNALI 

consultabile al link :  https://www.winetaste.it/entro-anno-2010-internet-superera%C2%92-i-giornali/

quindi come vediamo nulla di nuovo sotto il sole, tutto era già previsto fin da 7 anni addietro !

RG