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Il premio Masciarelli a Mimmo Locasciulli

Locasciulli «Oltre la vite» nel segno della cultura del vino

 

 

Una cultura di tremila anni con l’humus dei princìpi della genuinità e dell’umanità che fanno parte del nostro vissuto e del nostro presente. «Oltre la vite» non è un fuoco fatuo della “premiopoli”…

Una cultura di tremila anni con l’humus dei princìpi della genuinità e dell’umanità che fanno parte del nostro vissuto e del nostro presente. «Oltre la vite» non è un fuoco fatuo della “premiopoli” che punteggia la Penisola dodici mesi l’anno, anche con le più improbabili motivazioni: è un riconoscimento che trae linfa da una storia diffusa e personale e vivifica chi si riconosce in certi valori e li propaga. Il Premio intitolato a Gianni Masciarelli

viene consegnato domani a Mimmo Locasciulli, con un’articolata spiegazione: «Medico per passione,artista poliedrico, sublime musicista e sensibile poeta dell’animo umano, poco incline alle mode per la grande onestà intellettuale, sincero interprete dell’autenticità delle tradizioni della nostra gente, ha saputo tradurre le proprie convinzioni nell’impegno personale nell’attività vitivinicola, realizzando un vino rispettoso delle stesse , in nome della naturalità e delle prerogative dell’ambiente; promuovendo efficacemente, nel contempo, anche grazie alla propria popolarità, il nostro territorio e rispondendo all’esigenza di comunicare l’eccellenza dell’offerta enogastronomica e paesaggistica del nostro Abruzzo». Al di là dei voli retorici, come i riccioli delle viti, il succo sta nel modo di essere e di proporsi di un artista che maneggia le tematiche cantautoriali con la stessa delicatezza con la quale utilizza il bisturi. Medico per formazione e vocazione, musicista pe ristinto e passione, Locasciulli è sicuramente un personaggio atipico nello star system della musica leggera d’autore. «Oltre la vite» gli è stato attribuito da una corposa giuria (formta dal sindaco di San Martino sulla Marrucina Luciano Giammarino, Marina Cvetic, imprenditrice moglie del rimpianto Gianni Masciarelli scomparso nel 2008,

 

Ermete Realacci presidente di Symbola, Gianfranco Giuliante assessore regionale, Paolo Benvenuti direttore di Città del vino e Marco Caprai, produttore e viticoltore) per essersi distinto nella promozione del territorio e dell’enogastronomia. L’opera che gli viene consegnata domani alle 11 durante la seduta straordinaria del consiglio comunale di San Martino della Marrucina, è realizzata dall’orafo Enzo Torrieri di Guardiagrele, che assomma un tralcio di vecchia vite della vigna di Masciarelli alla pietra bianca della Majella lavorata dallo scalpellino Riccardo Di Ienno, su cui sono montati grappoli e foglie di vite d’oro. Ai piedi del tralcio un piccolo cappello Panama, in ricordo di quello che Masciarelli era solito indossare nelle sue vigne.

Qualche anno fa Locasciulli espresse il desiderio di rendere omaggio ai patrioti della Brigata Maiella, i «Banditi della libertà», dedicando loro una canzone. Una riprova della sensibilità verso quella pagina di storia: la nostra, la sua, di tutti. Il cantautore ha adesso un’occasione d’oro per il settantesimo della fondazione della formazione, avvenuta a Casoli il 5 dicembre 1943. Un modo per far conoscere in musica la vicenda umana di ragazzi che rifiutarono partiti ed etichette, e si batterono solo per riconquistare il diritto alla dignità. Sarebbe un bel regalo, da parte di Locasciulli, prima che lo tirino per la giacca i para-partigiani di oggi, e ci mettano così quel cappello politico che i volontari di Ettore e Domenico Troilo rifiutarono per non farsi strumentalizzare. Perché la libertà ha tutti i colori e non uno solo. Per i maiellini erano i tre della bandiera italiana.

 

 

( Fonte www.iltempo.it )