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Il vino italiano alla scoperta del mercato cinese

Convegno alla Cattolica sulle potenzialità di un business che si annuncia interessante


 


Il mercato del vino guarda ad Oriente. La Cina sembra infatti essere destinata ad offrire ampie possibilità commerciali, per un prodotto che, per il momento, vede ancora un consumo molto contenuto. La facoltà di agraria dell’università Cattolica di Piacenza ha dedicato una lezione specifica all’argomento, “Wine market and marketing in China”, con il contributo della dottoressa Qin Hiu Ma, della China agricultural University di Pechino.
«Al momento i cinesi consumano meno di un litro di vino per persona all’anno – ha spiegato il professor Luigi Bavaresco, docente di viticoltura della Cattolica -, ma nell’arco dei prossimi 15 anni in Cina il consumo dovrebbe quasi raddoppiare. Se queste previsioni dovrebbero trovare conferma, la produzione locale (Cabernet, Sauvignon, Merlot e Cabernet franc) che si attesta sui 3 milioni di ettolitro l’anno, inferiore a quella della sola Emilia Romagna, potrebbe non essere sufficiente. Questo consentirà di aprire “finestre” per l’export, mercato italiano incluso».
La lezione tenuta dalla dottoressa Qin rientra quindi in un progetto dell’Unione europea, Erasmus – Mundus, che finanzia master di alto livello didattico, mettendo a disposizione borse di studio per studenti e docenti extraeuropei affinché vengano a studiare in Europa, sottraendo così all’America il monopolio dell’istruzione universitaria. Il progetto al quale ha aderito la docente di Pechino si chiama “Vintage”, acronimo di filiera vitivinicola, ed ha la durata di tre mesi, per consentire alla dottoressa Qin di scambiare idee didattiche e scientifiche in 9 università europee, tra cui la Cattolica di Piacenza.
«Sono state spiegate agli studenti le normative commerciali per l’export – prosegue il professor Bavaresco -: tutte le bottiglie devono avere una contro etichettatura in lingua cinese, rilasciata dalle autorità locali. Sotto il profilo del marketing, invece, le classiche fiere del vino risultano essere poco efficaci, a differenza dei contatti personali».
Il consiglio – decisamente singolare per uno dei paesi a più alta densità di abitanti – è quindi di organizzare piccole degustazioni a livello famigliare, con piccoli omaggi da donare ai partecipanti. Ma ai consumatori cinesi piace di più il vino bianco o rosso?
«Preferiscono vini rossi, poco tannici e fruttati, leggermente dolci – spiega il professor Bavaresco -, come la nostra bonaria. Anche se gli abbinamenti con il cibo cinese, così particolare, sono difficili da trovare».

( Fonte Libertà di Piacenza )