Aumentano disoccupazione, emigrazione e desertificazione industriale; diminuiscono i redditi e le città si spopolano. I dati del “Rapporto Svimez 2013 sull’economia del Mezzogiorno”. Vendola: “Il Sud rialzi la testa”
( il governatore Nichi Vendola )
Aumentano disoccupazione, emigrazione e desertificazione industriale. Diminuiscono i redditi e le città si spopolano. È una Puglia a tinte fosche, in difficoltà a causa della crisi imperante, quella che emerge dal “Rapporto Svimez 2013 sull’economia del Mezzogiorno”. Nel 2012 il Pil regionale cala del 3 per cento, mentre il Pil pro capite di un pugliese è la metà rispetto a quello di un cittadino valdostano (17mila euro, contro i 34mila della Val d’Aosta). Cresce dunque il divario con il Centro-Nord, mentre si rafforza l’economia criminale, tra cui quella della Sacra Corona Unita. Unici due volani per la ripresa sono rappresentati dalle infrastrutture e dall’energia sostenibile.
“Un Mezzogiorno da cataclisma, penalizzato e tartassato, dimenticato dai governi, che non lo hanno affatto ignorato, invece, quando andava spremuto per ricavare gettito fiscale”. Per il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna, il nuovissimo, devastante rapporto Svimez è “un documento impietoso di un ritardo incolpevole, una ‘cartolina’ del Sud in macerie che grida vendetta”. Per il presidente della Regione, Nichi Vendola “serve innanzitutto la capacità del Sud di alzarsi in piedi, di stare a schiena dritta, di combattere in prima persona le proprie patologie, i propri nemici. Molti dei nemici del Sud sono al Sud, sono un pezzo di classe dirigente collusa e corrotta”. Di tutt’altro avviso il capogruppo del Pdl al consiglio regionale, Ignazio Zullo: “Vendola si decida ad occuparsi della sua Regione altrimenti avremo solo macerie sociali da raccogliere”.
Di seguito i dati principali sulla situazione pugliese contenuti nel Rapporto Svimez:
PIL PRO CAPITE, PUGLIA TRA LE PEGGIORI
In termini di Pil pro capite, il gap del Mezzogiorno nel 2012 ha ripreso a crescere, arrivando al livello del 57,4% del valore del Centro Nord. In valori assoluti, a livello nazionale, il Pil è stato di 25.713 euro, risultante dalla media tra i 30.073 euro del Centro-Nord e i 17.263 del Mezzogiorno. La Puglia è tra le regioni con il peggiore Pil pro capite (17.246 euro). Fanno peggio solo Sicilia, Campania e Calabria. Nel 2012 la regione più ricca è stata la Val D’Aosta (34.414 euro). In altri termini un valdostano ha prodotto l’anno scorso 17mila euro in più rispetto a un pugliese.
OCCUPATI AL SUD. MENO 6 MILIONI, COME NEL 1977
Il mercato del lavoro italiano continua a deteriorarsi: ancora nel primo trimestre 2013 il Sud ha perso 166mila posti di lavoro rispetto all’anno precedente, 244mila il Centro-Nord. Gli occupati nel Mezzogiorno scendono quindi nei primi mesi del 2013 sotto la soglia dei 6 milioni: non accadeva da 36 anni, dal 1977. Il tasso di disoccupazione effettivo nel Centro-Nord sfiorerebbe la soglia del 12% (ufficiale: 8%) e al Sud passerebbe dal 17% al 28,4% (era stimato al 22,4% nel 2008).
Anche se lavorano due persone in famiglia, nel Mezzogiorno il rischio povertà interessa ben il 23% delle famiglie, quattro volte di più del Centro-Nord (6,5%). In valori assoluti, nel 2012 790mila famiglie meridionali sono a rischio di povertà assoluta. Gli anni della crisi, dal 2007 al 2012 hanno portato una crescita della povertà assoluta di quattro punti percentuali (dal 5,8 al 9,8 per cento della popolazione).
AGRICOLTURA: MENO QUANTITA’, PIU’ QUALITA’
Il valore aggiunto del settore agricolo meridionale (che raccoglie l’insieme di agricoltura, silvicoltura e pesca) nel 2012 ha segnato +3,5%, più del doppio del Centro-Nord (+1,5%), ma la maggiore tenuta del comparto è riconducibile esclusivamente all’andamento dei prezzi, e non a elementi strutturali. Nel complesso il Sud mantiene la sua specificità agricola, con un’incidenza del settore primario circa doppia rispetto al Centro-Nord sia sul valore aggiunto totale (3,5% rispetto all’1,5% del Centro-Nord), sia sul fronte delle unità di lavoro (8,7% contro 3,7%).
Va però segnalato che dal 2006 al 2012 il valore aggiunto dell’agricoltura meridionale è crollato del 10% a fronte del calo del 2% nel Centro-Nord. Scendono anche gli investimenti: tra il 2000 e il 2012 sono caduti addirittura del 36%, oltre il triplo del Centro-Nord (-10,2%). Mentre continua a crescere il valore dei servizi annessi, che al Sud pesano sul valore della produzione agricola per il 14,6%, con punte del 24% in Basilicata, del 17% in Molise e del 16,5% in Puglia.
SEMPRE PIU’ VINO
In particolare, nell’ultimo decennio la vitivinicoltura meridionale ha intrapreso un processo di miglioramento molto marcato. Nel 2012 il Sud ha prodotto il 46% del vino italiano (42% bianco, 39% rosso), su una superficie pari al 52% del totale nazionale, due terzi della quale concentrati in Sicilia e Puglia. Rispetto al 2011, nel 2012 la produzione è cresciuta del 6,4% al Sud, incremento dovuto principalmente alla Sicilia (+13%) e alla Puglia (+12%). In crescita anche le esportazioni: +14,3%, con forti aumenti in Puglia (+25%).
PUGLIA PENULTIMA PER MUTUI EROGATI PER ACQUISTARE CASA
Giù industria, manifatturiero e edilizia in tutto il Meridione. In caduta anche i mutui erogati per l’acquisto di abitazioni, -46% in Italia, e nel Mezzogiorno va ancora peggio: quasi -54% in Sicilia, -55,5% in Puglia, – 56% in Molise. In valori assoluti, nel 2012 sono stati erogati 26 milioni di euro in meno rispetto agli oltre 49 del 2011. In calo anche l’occupazione, al Sud del 5,7%, pari a circa 30mila posti di lavoro.
POPOLAZIONE IN CALO
Nel 2012, al Sud i morti hanno superato i nati: un risultato negativo che si era verificato solo nel 1867 e nel 1918. Il Sud conta da qui ai prossimi 50 anni di perdere ancora 4,2 milioni di abitanti rispetto all’incremento di 4,5 milioni al Centro-Nord.
MIGRANTI: LA FUGA DEI 20MILA PUGLIESI
Negli ultimi venti anni sono emigrati dal Sud circa 2,7 milioni di persone. Nel 2011 si sono trasferiti dal Mezzogiorno al Centro-Nord circa 114 mila abitanti. Riguardo alla provenienza, in testa per partenze la Campania, con una partenza su tre (36.400); 23.900 provengono dalla Sicilia, 19.900 dalla Puglia, 14,200 dalla Calabria. In direzione opposta, da Nord a Sud, circa 61mila persone, che rientrano nei luoghi d’origine, soprattutto Campania (16mila), Sicilia (15mila) e Puglia (10mila). La regione più attrattiva per il Mezzogiorno resta la Lombardia, che ha accolto nel 2011 in media quasi un migrante su quattro, seguita dal Lazio.
BARI, FOGGIA E TARANTO SEMPRE PIU’ SPOPOLATE
In dieci anni, dal 2002 al 2011, a livello locale, le perdite più forti si sono registrate a Napoli (-97mila), Palermo (-23mila), Bari e Caserta (-14mila), Salerno e Foggia (-10mila). Colpiti anche Torre del Greco (-15mila), Nola (-11mila), Taranto (-12mila). Ad attrarre meridionali soprattutto Roma (+64mila), Milano (+53mila), Bologna (+30mila), Parma (+12mila), Firenze (+11mila), Modena (+10mila), Reggio Emilia e Bergamo (+9mila).
SUD, RISCHIO DESERTIFICAZIONE
In base alle ricostruzioni delle serie storiche della SVIMEZ, negli anni pre-crisi, nel 2007, il livello di valore aggiunto dell’industria meridionale era fermo ai valori del 2001, mentre dal 2001 al 2007 nelle aree arretrate della Germania e della Spagna è cresciuto rispettivamente del 40% e del 10%. Per questo dal 2007 al 2012 il manifatturiero al Sud ha ridotto il proprio prodotto del 25%, i posti di lavoro del 24% e gli investimenti addirittura del 45%. Il valore aggiunto del manifatturiero sul totale al Sud è sceso dall’11,2% del 2007 al 9,2% del 2012, un dato ben lontano dal 18% del Centro-Nord e dal target europeo del 20%.
LA LOGISTICA COME MOTORE PER LO SVILUPPO
In questo senso possono giocare un ruolo fondamentale per lo sviluppo la creazione nel Sud di filiere territoriali logistiche, FTL, un insieme di attività commerciali e logistiche adiacenti a un porto, che importano via mare materie prime e semilavorati, li lavorano e li esportano, creando valore aggiunto, crescita e occupazione. La SVIMEZ ha individuato nel Mezzogiorno sette FTL: tra queste anche Bari-Taranto-Brindisi.
RIGENERAZIONE URBANA ED ENERGIA SOSTENIBILE: PUGLIA PRIMA
la Regione Puglia è stata la prima a recepire le indicazioni del Decreto Sviluppo sulla rigenerazione urbana, attraverso l’introduzione dei Programmi integrati di Rigenerazione urbana (PIRU), che permettono ai Comuni di fare rete per promuovere interventi di questo tipo. Il comune di Bari in particolare ha redatto un Documento programmatico che individua 15 ambiti dalla periferia al centro in cui definire interventi mirati.
Tra i maggiori centri urbani del Mezzogiorno, ancora Napoli e Bari sono state le prime città ad essersi dotate del PAES (Piano di azione energetica sostenibile).
Bari si impegna a ridurre entro il 2020 le emissioni urbane di anidride carbonica di oltre il 35% e di istituire un Fondo di Garanzia Edifici Sostenibili. Da notare le ricadute economiche che si aspettano dalla conseguente rivalutazione immobiliare: il plusvalore atteso è a Napoli del 9,4% e a Bari addirittura dell’11,5%.
ENERGIE RINNOVABILI
Il Sud presenta a livello nazionale un vantaggio competitivo in termini di potenza prodotta dalle nuove rinnovabili (solare, eolico e biomasse) già oggi del 55% (Puglia 16,9%, Sicilia 11,5% e Campania 7,3%), con punte del 97% per l’eolico, e con un enorme potenziale non sfruttato in campo geotermico.
ENERGIA GEOTERMICA
In Italia comunque la fonte geotermica è presente in quantità superiore a tutti i paesi europei, eccetto l’Islanda, e il fatto che le tecnologie di utilizzo siano nazionali costituisce un importante vantaggio competitivo. Il maggior potenziale geotermico nazionale si concentra nel Sud. . Il progetto VIGOR, per la valutazione del potenziale geotermico delle Regioni della Convergenza, partito nel 2010 da un’intesa tra Ministero dello Sviluppo economico e CNR, ha individuato finora otto aree meritevoli di esplorazione profonda. Tra queste anche due in Puglia, a Bari e Santa Cesarea Terme.
EOLICO E FOTOVOLTAICO: PUGLIA LEADER
Quanto al fotovoltaico, il 29% degli impianti, circa 139mila, si trova nel Mezzogiorno, a fronte di una produzione di potenza pari al 38% del totale nazionale, con la Puglia leader fra le regioni meridionali (44% del totale Sud). Per caratteristiche orografiche, inoltre, il Sud è leader indiscusso nel settore eolico, con quasi 6mila impianti, di cui il 60% concentrato in Puglia, Sicilia e Campania.
MAFIE
La Sacra Corona Unita si presenta come un’organizzazione mafiosa estremamente localizzata, senza una tendenza espansionistica al di fuori del territorio di appartenenza, salvo
fungere da collegamento tra gruppi criminali italiani e stranieri, soprattutto albanesi. Resta una struttura il cui ruolo centrale consiste nel regolare i rapporti nella società civile in sostituzione agli organi istituzionali dello Stato: basti pensare al ricorso di alcuni creditori per il recupero delle somme dovute. Rispetto alle altre organizzazioni mantiene esteriormente un profilo “basso”, senza clamori, specializzandosi soprattutto negli assalti a furgoni portavalori.
( Fonte bari.repubblica.it )