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La grande truffa del vino italiano: sostanze vietate, scarsa igiene in cantina e botti fuorilegge

Controlli del Nas in tutta Italia, 14 denunciati: sequestrati 5 milioni di litri conservati in cattivo stato, privi di tracciabilità e non censiti nei registri di giacenza della cantina.

Nel grande mercato del Made in Italy non ci sono solo prodotti di qualità. Talvolta il marchio non basta ad assicurare il rispetto dei parametri di eccellenza. E la prova viene dalla nuova operazione che i carabinieri del Nas hanno fatto scattare in tutta Italia a pochi mesi dalla vendemmia. Il risultato è sorprendente: i militari hanno sequestrato ben 5 milioni di litri di vino che sarebbero finiti sul mercato e che sarebbero stati venduti insieme alle bottiglie con un marchio famoso nel mondo e confezionate seguendo disciplinari e parametri di sicurezza.

I controlli fatti scattare dagli esperti del Nucleo antisofisticazioni, insieme ai tecnici dell’Ispettorato centrale per la qualità e la repressione delle frodi, sono stati in tutto 871 e in più del 20 per cento dei casi sono state scovate gravi irregolarità. La grande truffa del vino è costata cara ai titolari di diverse cantine, che utilizzavano sostanze vietate, che conservavano il vino in locali e botti non idonee, che non rispettavano le norme igieniche e che ovviamente aggiravano i rigidi disciplinari.

Al termine di tutti i controlli, dunque, i carabinieri hanno denunciato 14 persone, mentre altre 162 sono state sanzionate e ora dovranno pagare circa 250 mila euro di multe. «Gli interventi ci hanno consentito di individuare 29 aziende che svolgevano la propria attività in condizioni di gravi carenze strutturali e igienico-sanitarie – spiegano dal Comando dei carabinieri per la Tutela della salute.

In più, sono state ritrovate grandi quantità di vino in cattivo stato di conservazione, privo di tracciabilità e non censito nei registri di giacenza della cantina: tutto ovviamente è stato sequestrato. Uno dei fenomeni più preoccupanti è quello che riguarda l’utilizzo di sostanze vietate nella vinificazione, a iniziare dall’aggiunta di zucchero al mosto con il fine di aumentare la gradazione del vino».

Proprio per questo nella zona di Treviso i carabinieri del Nas hanno ispezionato numerose cantine in cui viene prodotto il famoso prosecco. In 5 aziende sono saltate fuori gravi irregolari: in 3 casi le sanzioni e i sequestri sono scattati per l’utilizzo di zucchero e di altri additivi vietati, mentre nelle altre due situazioni i militari hanno trovato grandi quantità di mosto che non era mai stato registrato e di cui non si conosceva la provenienza.

Alla fine di tutte le ispezioni, i sequestri hanno riguardato 69 mila litri di mosto e 730 mila litri di vino pronto per essere etichettato come prosecco Docg ma anche 73 mila tonnellate di uva e altri 13 mila litri di vino destinato alla vendita col marchio Doc.

A Roma, Bologna e Pescara gli uomini del Nas hanno bloccato la vendita di ingenti quantitativi di vino che era custodito all’interno di zone in precarie condizioni igieniche e all’interno di contenitori non adatti, ma anche una scorta di bottiglie pronte alla vendita e che non si sapeva dove fossero state confezionate.