Home DEGUSTAZIONI VINO La Malvasia di Casorzo

La Malvasia di Casorzo

Un itinerario enogastronomico nel cuore del Monferrato.

 

 

Nelle colline tra Asti e Casale Monferrato, precisamente nel paese di Casorzo. Non dimenticando i dintorni: Vignale, Ottiglio, Grazzano Badoglio, Olivola e Grana.

Nelle terre aleramiche, zona ad alta vocazione viticola, non casualmente definite “ Di castella e viti sul d’Aleramo”.

Grazie a terreni in cui predominano argille e calcari, su un’altezza media di 200 metri s.l.m e con un clima temperato.

Domina il vigneto, allevato a Guyot basso e inserito in un habitat collinare, con coltivazioni di cereali e prati nei terreni non soleggiati e nel fondo valle. I boschi sono rari, ma ricchi di ciliegi selvatici.

 

Il paese

Posto a un’altezza di 296 mt s.l.m. Casorzo oggi è un piccolo paese in provincia di Asti, dedito in gran parte all’agricoltura e in specifico alla viticoltura. In totale conta 667abitanti

Pare che Casorzo prenda il suo nome dal latino “vasarcium “ovvero fabbricante di formaggi.

Probabilmente c’era un’attività di pastorizia.

I primi documenti scritti risalgono al sec XII; in seguito fece parte dei possedimenti della famiglia dei Gonzaga. Di un certo interesse è la chiesa parrocchiale del sec XVIII. Davanti si erge maestoso un vecchio castagno di oltre 2 secoli. A Casorzo nella prima quindicina di agosto si svolge la sagra della Malvasia. In periferia si trova la Cantina Sociale di Casorzo.

Fondata nel 1951 con 159 soci. Oggi conta 95 soci con 195 ettari vigneto.

Svolge un ruolo trainante sui vini della zona.

Sfogliando il listino troviamo tutti i vini rossi del Monferrato, in particolare Barbera e Grignolino, mentre i bianchi sono rappresentati da Chardonnay e Cortese.

Il prodotto leader resta ovviamente la Malvasia di Casorzo, proposta in tutte le tipologie e in varie confezioni.

Il Consorzio Tutela Malvasia di Casorzo ha sede presso la cantina sociale.

Tra le attività prioritarie la valorizzazione e promozione della Malvasia di Casorzo e del suo territorio di origine. Attuale Presidente del Consorzio Malvasia è l‘agronomo Stefano Bruno.

 

 

Il grande vino aromatico: Malvasia di Casorzo

 

Un vino definito: “Dal profumo incantevole e dalla dolcezza raffinata”.

È prodotto in varie tipologie: dolce, spumante e passito.

La presenza in Monferrato del vino Malvasia risale al sec XIII.

Probabilmente dal porto greco di “Monenvasaia” grazie a navigatori veneziani abili nei commerci arrivarono le prime viti di “malvaxia “, erano dette anche “uve greche “.

E’del 1468 la prima citazione di un vigneto di Malvasia.

Mentre G. B. Croce nel famoso ”Dell’eccellenza e della diversità dei vini” relativi al torinese (1606) cita la Malvasia “ Buona da mangiare e per fare un vino dolce che conserva il sapore dell’uva “.

L’abate Milano, nel 1838, cita espressamente “Malvasia di Casorzo”.

Il vino è stato usato nell’astigiano tra le prime sperimentazioni riguardo alla produzione di vini spumanti rossi nella prima metà del secolo diciannovesimo.

Ha ottenuto il riconoscimento doc nel 1968.

La Malvasia di Casorzo è ben nota agli enologi per gli aromi particolari, tutti di elevata finezza.

Il geraniolo è il componente più caratteristico, mentre il linalolo seppur presente è a livelli medi. Da questi dati emerge la caratterizzazione sensoriale specifica e inconfondibile della Malvasia di Casorzo, che presenta comunque aromi diversi dal moscato Bianco di Canelli.

I descrittori percepiti: fruttati e floreali: in particolare rosa, pesca, albicocca, miele e lampone.

Quasi tutti sono di origine primaria, ovvero già contenuti nell’uva.

 

 

La vinificazione e la cantina

 

La vinificazione della Malvasia ha una procedura particolare: l’uva viene innanzitutto pigiadiraspata, quindi passa nei recipienti di fermentazione. Il processo è breve, dura soltanto dura 4-5 giorni con sviluppo di alcol sino a 4-5 gradi. Resta un tenore zuccherino di circa 80-100 gr / lt circa.

In seguito il vino è conservato in recipienti inox, per essere in seguito stabilizzato, microfiltrato e imbottigliato nella primavera successiva.

In tal modo solo la metà degli zuccheri del mosto evolvono in alcol, gli aromi primari non subiscono modiche e conservano la loro inconfondibile freschezza. Ottenendo un prodotto piacevole alla vista e dal sapore dolce e armonico.

Esiste anche la tipologia Malvasia di Casorzo passita.

Ottenuta con la tecnica dell’appassimento dell’uva.

Si raccoglie l’uva a maturazione fisiologica, l’appassimento avviene in cassette di legno e dura circa 4- 5 mesi. Di giorno al sole, di notte al coperto, non condizionando umidità e temperatura. L’uva riduce il peso del 50% e oltre, il Babo sfiora alcune annate i 32-33 gradi.

La torchiatura estrae con difficoltà un succo che fermenta in piccoli fusti in legno con lieviti naturali, per circa 9-10 mesi”. Alcuni produttori prima della torchiatura, pigiano a rulli.

In genere l’imbottigliamento avviene l’autunno successivo alla vendemmia, utilizzando formati piccoli, 375- 500 cc. Alcuni produttori prolungano la conservazione nel legno ancora 12 mesi.

 

 

La Malvasia di Casorzo in tavola

 

 

Conservare sempre la bottiglia in posizione orizzontale a una temperatura non superiore ai 16°; il vino rimarrà fragrante per 2-3 anni.

La Malvasia di Casorzo va servita a 10 °-12 gradi utilizzando bicchieri tulipe o iso.

Si abbina a dolci di vario genere, in particolare crostate di frutta, mousse, bonet, pasticceria fine.

Per il tipo passito vanno meglio i dolci a base di mandorla, oppure i classici cantuccini magari “pucciati“ nel bicchierino, va bene anche sui dolci al cioccolato o per affogare una crema gelato, oppure una macedonia di frutta senza agrumi. Grande vino da meditazione.

 

 

 

 

Lorenzo Tablino

 

 

 

 

Finestre

 

 

 

 

IL BIALBERO DELLA FELICITA’

 

Curiosità botanica del Monferrato, il bialbero di Casorzo è un perfetto esempio di comunione tra specie diverse.

Un ciliegio è nato tra i rami di un centenario gelso, ambedue vivi e vegeti posseggono radici, fioriscono e fanno i frutti.

Bellissima la fioritura in primavera, come dimostra la foto pubblicata.

Lasciamo agli esperti in botanica la valutazione scientifica dell’interessante fenomeno, i viticoltori di Casorzo parlano di un’intrigante gazza ladra che ghiotta di ciliegie, dopo essersi servita, lasciò cadere un seme tra i rami del vecchio gelso.

La natura fece il resto.

Il proprietario del terreno ove si trova il bialbero della felicità è il signor Luigi Casalone.

Marco Tibaldero confinante, con Adriano Fracchia, compianto enologo e primo Presidente emerito del Consorzio della Malvasia di Casorzo, hanno concesso il terreno per creare l’area turistica attrezzata per picnic e munita di cartelli esplicativi.

 

 

( di Lorenzo Tablino )

Website | + posts

Giudice degustatore ai Concorsi Enologici Mondiali più prestigiosi tra i quali:

» Il Concours Mondial de Bruxelles che ad oggi ha raggiunto un numero di campioni esaminati di circa n. 9.080, dove partecipo da 13 edizioni ( da 9 in qualità di Presidente );

>>Commissario al Berliner Wine Trophy di Berlino

>>Presidente di Giuria al Concorso Excellence Awards di Bucarest

>>Giudice accreditato al Shanghai International Wine Challenge

ed ai maggiori concorsi italiani.