Ci eravamo lasciati a Osp, col prezioso moscato di Klabjan. Ci ritroviamo a pochi chilometri di distanza in linea d’aria, giusto oltre il crinale. Siamo nel Breg, sulle colline che poi entrano nella Val Rosandra.
Anche qui si produce un moscato giallo indimenticabile, il muskat. Anche in questo caso si tratta di un’esperienza importante, particolare e unica nel suo genere.
Mi piace pensare a questo vino come a uno dei segreti meglio nascosti della produzione vinicola della nostra provincia. L’autore è Rado Kocjančič, ben noto ai lettori di čibo.si.
Il moscato che fa Rado!
Viene definito vino semidolce, io spesso spariglio le carte e dico, più o meno inconsciamente, semi secco. Insomma sta là in mezzo, sospeso, in un non luogo.
Dal sito di Rado si evince che il moscato viene allevato sulle pendici del Breg e nel suo areale a guyot; le viti sono impiantate ad alta densità, con rese basse e di qualità.
Ancora. La vendemmia avviene quando l’uva è leggermente surmatura e viene raccolta a mano selezionando i grappoli migliori e più sani. Poi l’uva viene delicatamente diraspata e dopo una soffice pressatura si procede alla fermentazione. Prima della fine della fermentazione, il mosto viene raffreddato in modo da bloccare i lieviti e mantenere un lieve residuo zuccherino. L’affinamento avviene in barriques usati per un anno o più, a seconda dell’annata.
Cosa ne viene fuori?
Un grande vino! Giallo paglierino con virate decise verso il verde. Gradazione attorno ai 13,5°.
Al naso e in bocca è un vino lungo e pieno che ti conquista. È un moscato tipico, ma allo stesso tempo caldo e unico. Di vini così dalle nostre parti non ce ne sono.
Non siamo dalle parti dei passiti, eppure ne ricorda i caldi sentori tattili in bocca.
Al naso si presenta delicato e profumato, raffinato con profumi verdi di fiori e frutta. Ma alla fine prevalgono, a mio parere, le note speziate di erbe aromatiche e in particolare del coriandolo.
In bocca sviluppa e amplifica le promesse fatte al naso, con un bel e lungo contrasto fra le noti dolci del residuo zuccherino, la carica speziata e la giusta acidità. Tutto raccolto nel giusto equilibrio.
Mai stucchevole, sempre elegante.
Ottimo vino da dessert, proprio per la sua dolcezza non ingombrante, ma, senza cadere nell’ovvio, proviamolo a tutto pasto, e soprattutto con una frittura di pesce freschissimo del nostro golfo!
Viva!
Che problemi ha questo moscato?
La quantità, di certo. A regime non ce n’è molto. Se poi ci si mettono la grandine, la siccità e gli animali selvatici, vengono fuori delle annate disastrose, come il 2012, anno in cui il moscato non è stato raccolto.
Attualmente si trova l’annata 2010, mentre il 2011 è stato appena imbottigliato, con una nuova etichetta. Quindi salterà l’annata 2012, ma speriamo nel 2013.
Tutto da scoprire, tanto più, e non guasta, se va via ad un prezzo interessantissimo!
Salute!
( Fonte Cibo.si )
Un approfondimento per conoscere Rado al link : http://bora.la/2010/08/28/incontro-con-rado-kocjancic-vignaiolo-e-olivicoltore-del-breg/