Guagnano è culla del Negroamaro, uva che fino a pochi anni fa serviva a “tagliare” i vini toscani o piemontesi. Oggi è uno dei “re” dell’enologia italiana, il perchè lo spiega Fernando Leone, il sindaco
Il Negroamaro, un vitigno a bacca nera coltivato quasi esclusivamente in Puglia, in modo particolare nel Salento. L’origine del nome non è altro che la ripetizione della parola nero in due lingue: niger in latino e mavros in greco antico (da cui il dialettale maru). È uno dei principali vitigni dell’Italia Meridionale.
Ecco quanto recita Wikipedia, nel descrivere il Negroamaro, le cui uve fino a poco tempo fa venivano coltivate e poi utilizzate solo per completare gli uvaggi di nobili vini toscani o piemontesi, consegnando altrove il proprio gusto e i propri profumi.
( nella foto uno dei migliori negroamaro oggi in circolazione )
Oggi invece, grazie al lavoro degli enologi e soprattutto dei coltivatori vitivinicoli il Negroamaro ha raggiunto un livello qualitativo molto alto e una riconoscibilità di brand del gusto e dell’eccellenza del territorio di Guagnano.
Il sindaco di Guagnano, Fernando Leone, ha sostenuto questa operazione di MARKETING territoriale con lungimiranza e capacità. Il premio Negroamaro richiama a Guagnano ogni anno grandi personalità e molto pubblico di turisti e appassionati di cultura e le diverse Cantine di produzione del vino sono ciascuna una destinazione del turismo enologico di qualità.
E Carmen Mancarella, giornalista e organizzatrice di eventi per i media nazionali e internazionali in Puglia, ha insignito Leone del premio “Salento da Comunicare” 2014
( Fonte affaritaliani.it )