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OGNI VINO IL SUO BICCHIERE….ED OGNI BICCHIERE IL SUO VINO

Viaggio Studio alla Riedel in Austria

 

 

 

Ripropongo questo articolo datato 08 ottobre 2008, in quanto di strettissima attualità.

Buona lettura

 

Molto interessante ed istruttivo il viaggio-studio che ho fatto, insieme a pochi colleghi italiani, tra i quali ricordo gli amici Giampiero Nadali ( blog www.aristide.biz ) ed Elisabetta Tosi (  www.tigulliovino.it/vinopigro/ ) , in Austria presso la casa madre della grande industria del vetro Riedel (  http://www.riedel.com/) , a Kufstein, in Tirolo, sulla via tra Innsbruck e Salisburgo., magnificamente organizzato dall’amico Fabio Bottonelli ( link: www.studiobottonelli.it )

Ospiti in otto giornalisti, nella casa del titolare dell’azienda George Riedel e della sua gentile consorte, e l’aspetto che più mi ha colpito stato il senso dell’ospitalità di queste persone, non da meno la cantina visibile tramite un vetro posizionato sotto il tavolo della sala da pranzo, dove si potevano ammirare i due piani sotterranei, ed il caveau dove sono custodite alla giusta temperatura ed umidità bottiglie tra le più pregiate, ricercate e costose del pianeta.

Ad ogni portata della cena, magistralmente preparata dai cuochi di casa Riedel, era accompagnato un vino di grande personalità ed altissima qualità, su tutti spiccato un Riesling con circa 10 anni sulle spalle, da brivido.

Oggi la Riedel conta qualcosa come  1.500 dipendenti tra le aziende austriache e tedesche. Molto interessante è stato vedere da vicino la nascita dei nostri amati calici, nei quali poi andremo a versare i nostri ancor più amati vini. Ben più di una persona impiegata alla nascita di un solo bicchiere, un lavoro solamente artigianale, dove ciò che conta è una grande pratica, passione e precisione.

Si parte dalla materia prima, una graniglia molto sottile che sembra sabbia, un composto minerale formato da molti microelementi, che viene inserito in forni ad altissime temperature : viene prelevato il quantitativo necessario di materiale fuso, direttamente dal forno ad energia elettrica, in modo da contenere i gas di scarico e le emissioni nell’atmosfera, poi un maestro soffiatore per mezzo di una lunga canna di ferro inizia a soffiare; poi il tutto viene passato al vero e proprio maestro del vetro che solo manualmente provvede a dare una forma provvisoria al bicchiere.

Infatti il bicchiere cosi’ abbozzato, in cima  ( dove poi andremo a versare il nostro vino ) chiuso con una cupola di vetro, il tutto viene portato in un altro forno a ventilazione forzata per stabilizzare definitivamente il vetro, e questo ci spiegava l’Ing. Gerald Orehounig, serve ad eliminare le correnti elettrostatiche che naturalmente si creano all’interno del cristallo durante la fusione e lavorazione successiva. Poi i bicchieri, una volta stabilizzati da un punto di vista elettromagnetico, e quindi più resistenti all’uso successivo sulle nostre tavole, vengono tagliati in alto con un raggio al laser, dopodichè vengono effettuate le ultime operazioni di rifinitura e controllo qualità.

Devo aggiungere che, anche durante il lavaggio dei nostri calici, non dobbiamo mai prenderli per lo stelo o ancora peggio la base, in quanto questi sono i punti piu delicati e soggetti a rotture.

Una visita che consiglio caldamente ad ogni appassionato di vino, in quanto oltre alla nascita dei bicchieri si potrà assistere alla nascita di decanter molto originali, funzionali e dalla grande esteticità, molto belli da vedere.

AD OGNI VINO IL SUO BICCHIERE

Poi la nostra visita continuata con una degustazione professionale, condotta dall’Ing. Gerald Orehouing, che ci ha spiegato come la forma del bicchiere sia FONDAMENTALE per una corretta degustazione. Un esercizio che consiglio di fare ad ognuno, anche tra le mura di casa questo:

1)      versare il vino nel bicchiere che secondo voi il piu indicato, ed effettuare la degustazione dello stesso;

2)    versare lo stesso vino in altro bicchiere di altra forma, completamente diverso e verificarne le differenze sensoriali.

Se me lo avessero raccontato avrei stentato a crederci, ma la degustazione tecnica dell’Ing. Gerald, si svolta in questo modo :

( nella foto sopra i tipi di bicchiere usati per la degustazione )

Bicchiere 2)  serie sommeliers art. 400/1 ( per le specifiche tecniche dei bicchieri vi rimando al sito della Riedel ) mod. Rheingau

Vino Riesling Nigl : il vino aveva sentori di pesca, erba; anche in bocca era molto intenso; lo stesso vino provato nel bicchiere n. 1 ) non idoneo ( più largo alla sommità ) risultava meno intenso ai profumi ed alla gustativa;

 Bicchiere 3)    Sommeliers Chianti Classico art. 400/15

Chardonnay California : note burrose , specialmente sulla lingua, poi stato provato nel bicchiere n. 2) ed anche in questo caso era meno intenso;

Bicchiere 4)     Sommeliers Bourgogne Grand Cru Pinot Noir- art. 400/16

Pinot nero della  Borgogna: note animali, di legno un po vecchio; duro in bocca, un po verde ; provato in un bicchiere più piccolo n. 3 ) si sono accentuati i tannini;

Bicchiere  5)    Sommeliers Bordeaux Grand Cru art. 400/00

Cabernet Sauvignon California 2006 : un bel vino morbido e fruttuoso, elegante ed in equilibrio; passato nel bicchiere n.3) diventava più tannico;

Bicchiere 6)     Sommeliers Sauternes art. 400/55

Vino Eisswine, nellapposito bicchiere risultava ben bilanciato, dolce ma non stucchevole; poi passato in altro bicchiere n. 1) risultava più stucchevole e meno acido.

Ci spiegava il Direttore Tecnico della Riedel, che è una questione di forma del bicchiere, in quanto ciò che ci conferisce le varie sensazioni è la posizione della lingua, che viene tenuta in basso od in alto in base alla forma del bicchiere, quando il liquido/vino entra nella nostra cavità orale.

Molto interessante anche la prova con un cognac servito nel classico ” ballon ” ( tipo Vecchia Romagna per intenderci, niente di piu’ sbagliato ), dove emergeva una nota violenta ed esclusiva di alcool, mentre in un bicchiere piccolo emergevano note di legno e spezie di grande piacevolezza.

Per un vino semplice che ha poco profumo, meglio utilizzare un bicchiere piccolo, con poco volume;  generalmente i tannini si avvertono di più in bicchieri dalla forma piccola.

Consiglio di visionare il video, dove vengono mostrate le varie fasi della lavorazione, per la produzione dei bicchieri Riedel al link:

http://www.riedel.com/riedel_video_glasproduktion_en.html

Una visita che consiglio a tutti quanti, qualora vi trovaste a transitare in Austria, anche in inverno magari per una bella sciata sulle magnifiche piste della vicinissima kitzbuhel .

Alla nostra salute cari amici lettori, con i magnifici bicchieri della ditta Riedel, leader indiscussa nella produzione dei bicchieri per degustazione vino.

Roberto Gatti