Pfas nella bottiglia, il rapporto lancia un altro Sos

Il nuovo allarme di PAN Europe: nei vini europei, incluso il Prosecco, livelli preoccupanti di TFA, sottoprodotto tossico dei pesticidi PFAS. L’eurodeputata veneta Cristina Guarda: «È un’emergenza nazionale».

Il brindisi rischia di trasformarsi in allarme. Un’inchiesta condotta da PAN Europe, rete europea impegnata nella lotta contro i pesticidi, rivela un’accelerazione inquietante della contaminazione da acido trifluoroacetico (TFA) nei vini europei. Tra le etichette analizzate, anche quelle italiane — Chianti, Kalterersee, e soprattutto Prosecco, simbolo del Veneto e dell’eccellenza agroalimentare nazionale.

I dati parlano chiaro: il TFA, sottoprodotto di decomposizione dei pesticidi PFAS e dei gas refrigeranti fluorurati (F-gas), si sta accumulando nei terreni agricoli e nei prodotti alimentari a un ritmo crescente e preoccupante. I vini campionati tra il 2021 e il 2024 hanno mostrato livelli medi di TFA di 122 µg/L, con picchi oltre i 300 µg/L — concentrazioni fino a 100 volte superiori rispetto a quelle già critiche rilevate nell’acqua potabile contaminata.

Secondo la relazione Message from the bottle , diffusa oggi da PAN Europe, il TFA è una “sostanza chimica per sempre”: non si degrada naturalmente, persiste nell’ambiente e si bioaccumula nel suolo, nell’acqua, nelle piante e perfino nel sangue umano. Studi precedenti avevano già individuato TFA in fiumi, laghi, falde, acqua del rubinetto e pioggia. Ma questa è la prima indagine sistematica che documenta il suo impatto diretto su un prodotto agricolo iconico come il vino.

Tra i risultati più preoccupanti, la co-occorrenza di TFA con residui di pesticidi sintetici: i vini con i livelli più elevati di TFA contenevano anche un numero maggiore e quantità superiori di pesticidi. Le analisi suggeriscono che i pesticidi PFAS siano la principale fonte della contaminazione, con una degradazione in TFA inevitabile nelle condizioni agricole reali.

Di fronte a questi dati, si alza forte la voce dell’eurodeputata veneta Cristina Guarda (Verdi Europei), che da anni denuncia l’impatto dei PFAS sull’ambiente e sulla salute, in particolare nelle aree già colpite come il Veneto. “La grande industria chimica sta avvelenando anche il vino, oltre al cibo che arriva sulle nostre tavole — dichiara —. E dato che siamo il primo paese produttore di vino a livello globale, da imprenditrice agricola dico che dovremmo considerarla un’emergenza nazionale.”

Guarda, insieme ad altri 50 eurodeputati, ha inviato lo scorso 5 marzo una lettera alla Commissione europea per chiedere il bando totale dei pesticidi contenenti PFAS e un’accelerazione delle restrizioni europee. Ma l’europarlamentare sottolinea che servono anche fondi per la ricerca scientifica e azioni immediate per proteggere agricoltori e consumatori: “Chiediamo un impegno concreto per la salute delle nostre famiglie e per la qualità dei nostri prodotti.”

Gli autori del report chiedono tre misure urgenti: Divieto immediato dei pesticidi PFAS e dei gas F; Programma di monitoraggio europeo dei livelli di TFA negli alimenti; Regolamentazione precauzionale, che tenga conto dei rischi per la salute, anche in assenza di dati tossicologici completi.

Il rischio non è solo ambientale, ma sistemico. Ogni anno di inazione — avvertono gli esperti — aumenta l’eredità chimica nei nostri ecosistemi e nella catena alimentare. Il TFA è invisibile, inodore, eppure lascia traccia in ogni calice.

Nel cuore della zona del Prosecco, tra le colline patrimonio Unesco e le bollicine esportate in tutto il mondo, questo rapporto risuona come una sirena: il messaggio dalla bottiglia è stato aperto. Ora spetta all’Europa rispondere, prima che il brindisi diventi amaro.


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( Fonte :  https://www.vicenzatoday.it/attualita/pfas-vino-prosecco-allarme-sos-tfa.html )
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