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Report attacca i grandi rossi toscani. La denuncia: “Il vino arriva anche da fuori regione”

La trasmissione di Rai3 torna a parlare del prodotto principe del made in Italy, nel mirino denominazioni come Chianti e Chianti e Classico: “Usati correttivi per migliorarlo”

 

 

Report torna a parlare di vino. Quando Natale è alle porte, domenica 22 dicembre, la trasmissione di Rai3 che la scorsa primavera aveva dedicato due puntate al vino, suscitando dibattito e polemiche sollevando il tema della sofisticazione del vino, rispolvera l’argomento – molto sentito – in “Top of the wines”. E nel mirino finisce la Toscana, fiore all’occhiello del Paese nella produzione del principe del made in Italy, basti citare denominazioni come Bolgheri, Chianti Classico o tipologie come Supertuscan, etichette iconiche, che hanno conquistato il mondo e arrivano a costare diverse migliaia di euro a bottiglia.

 

 

 

La riflessione parte dal fatto che chi decide di spendere così tanto per un vino, sa che sta comprando un prodotto esclusivo, la cui produzione pregiata è resa unica dalle caratteristiche irripetibili del terreno, del clima e dell’esposizione dei vigneti dove crescono le uve, oltre che dalla sapienza decennale di chi seleziona i grappoli migliori e li fa diventare vino. Caratteristiche evidenziate tramite pubblicità e schede tecniche. Ed è proprio questo mondo che viene messo in discussione dalla trasmissione tv: grazie a una serie di documenti esclusivi, Report si prepara a svelare – come promette la stessa redazione del programma – una realtà ben diversa da quella raccontata da cantine ed enologi.

Secondo la denuncia di Report, alcuni nomi del vino toscano acquistano ogni anno enormi partite da commercianti di vino che, a loro volta, acquistano vino sfuso attraverso mediatori e grossisti. Il vino, secondo la denuncia, verrebbe migliorato con correttivi che andrebbero a incidere su colore, gradazione e sapore e poi verrebbe venduto ai grandissimi marchi che, così, riuscirebbero a garantirsi la materia prima per produrre il numero di bottiglie che il mercato richiede loro. Si tratterebbe di vino che, a volte, arriverebbe anche da fuori regione e che poi, con l’aiuto di carte e documenti ad hoc, come rivelano in tv alcuni testimoni, verrebbe trasformato in vino toscano, Chianti o Chianti Classico.

 

( Fonte La Repubblica )

 

Annotazioni a margine

Una doverosa premessa, per non creare facile allarmismo : non tutte le cantine toscane, piemontesi o venete, zona Valpolicella, usano queste pratiche per arricchire i loro vini !

 

E’ risaputo nell’ambiente del vino ed affini che, molte cantine si approvvigionavano fino ad alcuni anni fa ( e forse ancora oggi ) di mosti e vini provenienti dalla Puglia, Sicilia e sud Italia in genere, per arricchire i loro vini del nord, molto speso troppo esili ed acidi !

Abbiamo visto personalmente in una cantina del Salento, esposte in bacheca, alcune consistenti fatture di mosti e vini primitivo che partivano dai porti pugliesi per raggiungere il nord, addirittura per arrivare fino in Francia !

Un enologo piemontese, di chiara fama, ora non piu’ operante attivamente, vista la non piu’ tenera età, ci raccontava come legalmente, mosti e vini del sud Italia arrivavano in Piemonte per poi essere elaborati ed  etichettati come vini locali !

 

OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA

Lo stesso discorso vale per l’olio extra vergine di oliva, secondo i dati Istat relativi al triennio 2018-2020, la produzione italiana si concentra nelle regioni del Meridione d’Italia: Puglia, Calabria e Sicilia sono le più importanti regioni produttrici e quelle che vantano la maggiore superficie olivetata, per arrivare a produrre ben l’88% a livello nazionale. Alla Puglia si deve il 38% della produzione nazionale, alla Calabria il 22% e alla Sicilia il 10%. Seguono, a distanza, la Campania (5%), la Toscana (4%) e il Lazio (3,4%).

Basti pensare che il solo comune di Andria in Puglia, produce il 3,5% di olio a livello nazionale, ovvero un solo comune pugliese produce quasi come l’intera regione Toscana.

La domanda sorge quindi spontanea : come possiamo trovare sugli scaffali italiani ed esteri tanto olio toscano e di altre regioni, con una produzione locale cosi’ limitata ? Ecco spiegato il grande movimento di cisterne colme di olio evo del sud Italia, in direzione delle regioni del nord : Toscana, Liguria, Veneto ecc.

Nulla di male se tutto viene fatto alla luce del sole, rispettando le normative vigenti, basta dichiararlo in etichetta

RG